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  • Mercoledì 28 febbraio 2024

Il più grande processo sul narcotraffico nella storia dei Paesi Bassi

Si è concluso martedì con 17 condanne, di cui tre a vita: riguardava una delle più grandi organizzazioni criminali del paese ed è stato eccezionale per molte ragioni

Un poliziotto davanti al tribunale durante una delle udienze del processo Marengo (ANSA/EPA/REMKO DE WAAL)
Un poliziotto davanti al tribunale durante una delle udienze del processo Marengo (ANSA/EPA/REMKO DE WAAL)
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Si è concluso martedì ad Amsterdam il più grande processo legato al narcotraffico nella storia dei Paesi Bassi, dopo sei anni di indagini e udienze. Sono stati condannati 17 membri di uno dei più importanti e violenti cartelli di traffico di cocaina e droghe sintetiche del paese: 14 persone hanno ricevuto condanne fra i 21 mesi e i 29 anni di carcere e in tre sono stati condannati all’ergastolo. Nei Paesi Bassi l’ergastolo è usato solo in casi particolarmente gravi, e al momento nel paese ci sono circa 30 persone con una condanna di questo genere.

Uno dei condannati all’ergastolo in questo processo è Ridouan Taghi, definito dai giudici il «leader indiscusso» della banda, che si è contraddistinta per aver esercitato una «violenza spietata e dirompente» contro i suoi nemici. Taghi e i suoi collaboratori, i cui nomi non sono stati resi pubblici, sono condannati a vario titolo per sei omicidi e vari tentati omicidi compiuti fra il 2015 e il 2017, principalmente contro persone che erano sospetti informatori della polizia. Taghi, che ha negato tutte le accuse, è stato condannato per cinque degli omicidi.

L’udienza di martedì si è tenuta in un tribunale nella periferia di Amsterdam noto come “Bunker” per via delle rigidissime misure di sicurezza usate all’interno e all’esterno dell’edificio. Era circondato da poliziotti armati e sorvolato da elicotteri. I giudici, la cui identità è stata nascosta, hanno letto le sentenze da dietro a un pannello divisorio che non li rendeva visibili, per ragioni di sicurezza. Nessuno dei parenti delle vittime si è avvalso del diritto di parola o ha presentato una richiesta di risarcimento come parte lesa: un aspetto che è stato citato dai giudici come indicatore del potere che ha ancora l’organizzazione.

Il cosiddetto “processo Marengo”, nome in codice dell’operazione, era iniziato a marzo del 2021 in seguito all’arresto nel 2019 di Ridouan Taghi a Dubai, dopo anni di latitanza. L’organizzazione di Taghi fa parte di quella che viene definita nei Paesi Bassi la “Mocro Maffia”, ossia l’insieme delle bande criminali principalmente composte da persone di origini marocchine che gestiscono il commercio europeo di droga a partire dai Paesi Bassi. L’espressione, ora usata anche dalla polizia, deriva dal titolo di un libro di grande successo su questo argomento uscito nel 2014, dello scrittore Wouter Laumans.

Da anni i Paesi Bassi hanno un problema di criminalità organizzata legata al commercio internazionale di cocaina e droghe sintetiche. Si è sviluppato tra le altre cose per le politiche in materia di reati legati allo spaccio di droga, più indulgenti rispetto ad altri paesi europei. Una parte sempre più consistente di droghe sintetiche è anche direttamente prodotta nei Paesi Bassi, che sono il secondo paese al mondo, dietro al Messico, nella classifica di quelli in cui sono avvenuti più sequestri di BMK (benzil-metil-chetone), l’ingrediente principale in uno dei due processi più usati per la produzione di metanfetamina. Nel 2017 nei Paesi Bassi sono state prodotte droghe sintetiche per un valore di mercato di 18,9 miliardi di euro e il porto di Rotterdam è considerato uno degli snodi globali del narcotraffico che parte dall’America Latina e dal Nord Africa per poi essere distribuito in Europa.

– Leggi anche: Le metanfetamine che viaggiano tra Europa e Sudamerica hanno cambiato direzione

Il processo dell’organizzazione di Ridouan Taghi è stato però particolarmente seguito dalla popolazione olandese anche perché mentre era in corso sono stati commessi tre omicidi, apparentemente per influenzarne lo svolgimento o comunque a scopo vendicativo e intimidatorio: tutte le persone uccise erano legate a un ex membro dell’organizzazione conosciuto come Nabil B, che nel 2017 si era consegnato alla polizia e aveva accettato di diventare il principale testimone dell’accusa. All’inizio del 2018, una settimana dopo che era stata data la notizia della sua collaborazione con la polizia, suo fratello era stato ucciso. Nel 2019 era stato ucciso a colpi di pistola anche il suo avvocato, Derk Wiersum, fuori da casa sua davanti alla moglie. Il suo omicidio aveva molto scosso la popolazione olandese, convinta fino a quel momento che la violenza legata al narcotraffico fosse solo interna alle bande criminali. A luglio del 2021 era stato ucciso in strada nel centro di Amsterdam il giornalista Peter R. de Vries, che negli anni era diventato un confidente di Nabil B.

Per questi tre omicidi si sta ancora svolgendo un processo parallelo. L’accusa sostiene che questi crimini siano stati commessi per convincere Nabil B a non testimoniare contro gli altri membri della banda e hanno chiesto per tre sospettati l’ergastolo. Nabil B è stato già condannato a dieci anni di carcere per vari crimini fra cui quello di essere stato complice di un omicidio, una pena ridotta che ha tenuto conto del suo ruolo di testimone nel processo Marengo.