È morto per cause naturali Stefano Gheller, che aveva ricevuto l’autorizzazione a ricorrere al suicidio assistito

Una manifestazione per la legalizzazione dell'eutanasia a Roma (Mauro Scrobogna /LaPresse)
Una manifestazione per la legalizzazione dell'eutanasia a Roma (Mauro Scrobogna /LaPresse)

Giovedì pomeriggio è morto Stefano Gheller, un uomo di 51 anni che nel 2022 aveva ricevuto dall’azienda sanitaria del Veneto, la regione in cui risiedeva, l’autorizzazione a ricorrere al cosiddetto suicidio assistito (la pratica con cui ci si somministra da soli un farmaco letale).

Gheller è morto per l’aggravarsi della sua malattia, una grave forma di distrofia muscolare: era ricoverato da alcuni giorni all’ospedale di Bassano del Grappa, vicino Vicenza.

La storia di Gheller era nota sia perché era stato il primo a ricevere un permesso del genere direttamente dalle istituzioni sanitarie, senza dover ricorrere a un lungo e complesso procedimento legale, sia perché aveva contribuito a promuovere una proposta di legge regionale sul fine vita in Veneto, su cui si è votato a gennaio ma che non era stata approvata ed è stata di fatto affossata.

Pur avendo ottenuto l’autorizzazione alla pratica, aveva deciso di ricorrere al suicidio assistito soltanto in presenza di un grave peggioramento delle proprie condizioni di salute.

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