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  • Giovedì 22 febbraio 2024

La Russia ha ordinato l’omicidio di un disertore russo in Spagna?

È quello che crede l'intelligence spagnola: sostiene che dietro l'omicidio di Maxim Kuzminov ci sia il regime di Vladimir Putin, anche se per il momento non ci sono altre conferme

Agenti della Guardia civile spagnola indagano nel garage dove è stato ritrovato il corpo di Maxim Kuzminov (Rafa Arjones/Informacion.es via REUTERS)
Agenti della Guardia civile spagnola indagano nel garage dove è stato ritrovato il corpo di Maxim Kuzminov (Rafa Arjones/Informacion.es via REUTERS)
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Secondo vari media sia spagnoli sia internazionali ci sono buone ragioni per ritenere che Maxim Kuzminov, l’ex pilota di elicotteri che l’anno scorso aveva disertato dall’esercito russo e si era rifugiato in Ucraina, sia stato ucciso da persone inviate dalla Russia. Kuzminov era stato trovato morto la settimana scorsa in Spagna a Villajoyosa, vicino alla città costiera spagnola di Alicante, dove viveva con un’identità fittizia: si è scoperto che era in Spagna soltanto dopo la diffusione della notizia del suo omicidio. È stato ucciso da diversi colpi d’arma da fuoco e il suo corpo è stato poi investito da un’auto ritrovata bruciata poco lontano.

Maxim Kuzminov a una conferenza stampa a Kiev a settembre 2023 (Kirill Chubotin/Ukrinform via ZUMA/ansa)

Nel 2023 Kuzminov si era accordato con l’intelligence militare ucraina per consegnarsi spontaneamente alle forze ucraine, portando con sé l’elicottero da combattimento che pilotava per conto dell’esercito russo: aveva ricevuto una ricompensa pari a 465mila euro. La storia della sua diserzione, piuttosto rocambolesca, aveva attirato attenzioni in tutto il mondo e aveva fatto di Kuzminov un simbolo della propaganda di guerra Ucraina. Al tempo stesso per il regime russo Kuzminov, che al tempo della diserzione aveva 28 anni, era diventato un traditore.

Le indagini sull’omicidio di Kuzminov sono appena iniziate, ma i servizi di intelligence spagnoli, che hanno parlato con i media locali, sono convinti che la responsabilità sia del regime di Vladimir Putin, che negli anni ha commissionato diversi omicidi di disertori e dissidenti politici sia all’estero che in Russia: l’ultimo caso è stato quello della morte di Alexei Navalny, sulle cui cause puntuali non ci sono ancora certezze ma per cui è ritenuto responsabile proprio il regime di Putin.

Per ora comunque il governo spagnolo è stato cauto e non ha fatto accuse dirette, ma ha promesso una «risposta energica» se dovesse essere confermato il coinvolgimento delle autorità russe. Secondo fonti del País, tuttavia, i servizi di intelligence spagnoli «non hanno dubbi» sulle responsabilità russe, ma soltanto su quale delle varie agenzie russe che operano all’estero possa essere responsabile dell’omicidio.

L’auto ritrovata bruciata poco lontano dal luogo dell’omicidio (Alex Dominguez/Informacion.es/Handout via REUTERS)

Il modo in cui è stato ucciso Kuzminov sta provocando molte preoccupazioni a livello internazionale soprattutto perché sembra mostrare la capacità della Russia di condurre operazioni di questo genere al di fuori dei suoi confini e soprattutto in Europa: questa è la prima volta che una persona invisa al regime russo viene uccisa in Spagna.

Come ha spiegato sul Washington Post Eugene Rumer, direttore della sezione che si occupa di Russia del think tank Carnegie Endowment for International Peace, molti avevano pensato che le conseguenze della guerra in Ucraina avessero indebolito le capacità dell’intelligence russa di operare in Europa: tra le altre cose, negli ultimi due anni i paesi europei hanno ridotto i legami con la Russia ed espulso centinaia di presunte spie russe, cosa che avrebbe dovuto rendere più difficoltose operazioni come quella che potrebbe aver ucciso Kuzminov. Se fosse confermato il coinvolgimento russo, il suo omicidio dimostrerebbe che la Russia ha ancora margine di manovra in Europa.

La morte di Kuzminov, inoltre, sembra essere un avvertimento per gli altri dissidenti o disertori russi che vivono in Europa, o per le persone che stanno pensando di disertare. Come ha scritto Rumer, «è un promemoria per tutti quelli che sono in esilio e si oppongono attivamente al regime: sono tutti sulla lista di qualcuno». Sarebbe infine una prova del fatto che la Russia, ormai isolata dopo l’invasione dell’Ucraina, si senta tutto sommato sicura a commettere crimini all’estero, al punto da poter agire con impunità.

I media statali russi, controllati dal governo, anziché insabbiare la notizia della morte di Kuzminov sono stati i primi a darla, quando ancora il corpo non era stato identificato e attribuendo all’ex soldato problemi di alcol e droga. Il capo dell’agenzia russa dei servizi segreti per l’estero, Sergei Narishkin, lo ha definito «un traditore criminale».

Non è ancora chiaro di quali appoggi potrebbe essersi servita la Russia per un’operazione del genere all’estero, ma secondo il governo spagnolo nella zona di Alicante sono stati attivi per decenni gruppi della criminalità organizzata russa: una delle ipotesi è che la Russia abbia fatto affidamento su di loro per l’assassinio. In generale nella zona c’è una forte presenza di popolazione russa espatriata (circa 16mila delle 80mila persone russe che vivono in tutta la Spagna). Non è chiaro perché Kuzminov si trovasse lì: secondo il New York Times, al momento della sua diserzione l’intelligence ucraina gli aveva suggerito di rimanere in Ucraina, perché altrove non sarebbe stata in grado di garantire la sua incolumità.