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  • Mercoledì 21 febbraio 2024

Le denunce per molestie al ginecologo Silvio Viale

Sono arrivate da quattro sue pazienti: Viale è consigliere comunale a Torino ed è conosciuto fin dagli anni Ottanta per il suo impegno politico con i Radicali

Il consigliere comunale di Torino Silvio Viale mentre si taglia una ciocca di capelli, per solidarietà con le donne iraniane, Torino, 3 ottobre 2022 (ANSA/TINO ROMANO)
Il consigliere comunale di Torino Silvio Viale mentre si taglia una ciocca di capelli, per solidarietà con le donne iraniane, Torino, 3 ottobre 2022 (ANSA/TINO ROMANO)
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Il ginecologo Silvio Viale, consigliere comunale a Torino, conosciuto per il suo impegno politico con i Radicali Italiani e spesso invitato in diversi contesti a sostenere le proprie posizioni a favore dell’aborto, è stato accusato di molestie e denunciato da quattro ex pazienti. Ne ha dato notizia per primo il quotidiano La Stampa.

Le denunce, presentate da donne di età compresa tra i 20 e i 25 anni, risalgono allo scorso dicembre. Durante il corteo organizzato a Torino dal movimento femminista Non Una Di Meno il 25 novembre, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, erano state lette le esperienze di violenze e abusi subiti da donne in vari contesti. Una di queste testimonianze si riferiva a un ginecologo della città, di cui però non era stato fatto il nome, e aveva attirato l’attenzione di altre tre partecipanti alla manifestazione che avevano riconosciuto in quel racconto una storia molto simile alla loro.

– Leggi anche: I casi di molestie all’università di Torino, dall’inizio

Le quattro donne si erano dunque parlate e dopo aver trovato un’avvocata comune, Benedetta Perego, avevano depositato le denunce da cui è poi partita l’inchiesta della procura di Torino, nella quale Silvio Viale compare ora come indagato. Le molestie sarebbero avvenute nel suo studio privato nel centro di Torino e tutte durante la prima visita ginecologica. Le donne coinvolte hanno parlato di visite invasive, di discorsi allusivi e di apprezzamenti e commenti umilianti e di carattere sessuale fatti dal ginecologo. Martedì 20 febbraio il suo studio è stato perquisito e sono stati acquisiti documenti, cartelle cliniche, computer e cellulari che ora saranno analizzati.

Viale ha negato ogni accusa dicendo di non capire «di cosa si stia parlando».

Silvio Viale ha 66 anni e oltre a lavorare come ginecologo in ambito privato è dirigente di ostetricia e ginecologia all’ospedale Sant’Anna di Torino. È anche impegnato politicamente da molti anni, fin dai tempi dell’università, con la sinistra studentesca e poi con Lotta Continua. Prima di essere eletto consigliere comunale a Torino nel 2021, con +Europa e i Radicali Italiani, aveva già fatto parte del consiglio comunale cittadino per diverso tempo a partire dagli anni Novanta, quando però era stato eletto con i Verdi.

Nel 2001 passò ai Radicali e si candidò a sindaco di Torino, ma ottenne solo l’1,5 per cento dei voti. Nel frattempo però divenne uno dei più importanti dirigenti del movimento politico radicale, venendo eletto presidente dei Radicali Italiani nel 2010 (rimase in carica fino al 2013). Nel 2011 venne di nuovo eletto in consiglio comunale a Torino, questa volta sostenuto dal Partito Democratico, a cui era iscritto fin dalla fondazione. Nel tempo ha lavorato in vari consultori e collaborato, tra le altre cose, con l’associazione Luca Coscioni e l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR).

Uno degli slogan elettorali con cui Viale si presentava era quello di «ginecologo dalla parte delle donne». Negli anni Viale si è infatti occupato di aborto e contraccezione impegnandosi più di recente a favore della pillola abortiva RU486, di cui aveva avviato la sperimentazione nel 2005 dopo il parere favorevole del Comitato Etico della regione Piemonte (ma senza il parere, vincolante, del ministero della Salute). Spesso descritto come un provocatore e un eccentrico, nel 2010 venne sospeso dall’ospedale Sant’Anna in seguito a una lite che aveva avuto con una caposala, durante la quale la donna si fratturò un dito.

Nonostante il suo impegno per l’aborto, nel tempo Viale è stato sempre più criticato da alcune femministe per i suoi atteggiamenti e per diverse dichiarazioni proprio sull’aborto, in cui aveva sostenuto che l’obiezione di coscienza non creasse in Italia una difficoltà di accesso all’interruzione di gravidanza.

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