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  • Giovedì 15 febbraio 2024

Il dibattito sul divieto di accattonaggio in Lussemburgo

Da un mese in alcune aree del centro città è vietato chiedere l'elemosina, ma c'è chi la ritiene una decisione disumana, oltre che illegittima

Una vista della città di Lussemburgo
(EPA/ Julien Warnand via ANSA)
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Dal 15 gennaio è in vigore un provvedimento che vieta di chiedere l’elemosina nelle aree più centrali della città di Lussemburgo per contrastare quello che le autorità cittadine definiscono «l’accattonaggio di bande organizzate» o «accattonaggio aggressivo». A un mese di distanza dalla sua introduzione, la misura continua a essere al centro di critiche, soprattutto da parte delle organizzazioni per i diritti umani e dei partiti di centrosinistra all’opposizione, che la ritengono illegale e disumana.

Il provvedimento vieta l’accattonaggio dalle 7 alle 22 nella Ville-Haute, il quartiere più centrale della capitale del Lussemburgo, ma è vietato chiedere l’elemosina anche in tutte le piazze, i parchi, i parchi giochi e i parcheggi pubblici della città. Chi venisse scoperto a farlo rischia una multa dai 25 ai 250 euro. L’amministrazione locale ha detto di aver introdotto la misura per tutelare la sicurezza dei residenti e dei visitatori, così come quella delle attività locali, a fronte dell’aumento dell’accattonaggio riscontrato negli ultimi anni in città.

Il divieto era stato approvato dal governo cittadino nel marzo del 2023, ma poi fu bloccato dall’allora ministra dell’Interno lussemburghese Taina Bofferding. È entrato in vigore dopo l’approvazione a dicembre del suo successore, Léon Gloden, che aveva aggiunto che le persone povere e senzatetto avrebbero continuato a ricevere assistenza da parte dei servizi sociali e nei ricoveri notturni.

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A Lussemburgo vivono 114mila dei circa 640mila abitanti dell’omonimo Granducato, che è il paese con il reddito pro capite più alto in Europa. Alcuni residenti sentiti da Euronews hanno detto di aver notato un aumento di persone che vivono per strada (in aumento anche in Italia) e anche di mendicanti. A detta di molti però il governo del primo ministro conservatore Luc Frieden non sta facendo abbastanza per gestire la situazione e vietare l’accattonaggio non sembra essere la soluzione al problema.

Il divieto è stato contestato sia dalle organizzazioni di beneficenza che dagli attivisti per i diritti umani, che poco dopo la sua introduzione hanno organizzato una manifestazione di protesta e raccolto più delle 4.500 firme necessarie per richiedere che il tema venga discusso in parlamento. È stato criticato anche dalle stesse persone senzatetto: un uomo chiamato Pit che vive per strada da dieci anni ha detto alla tv pubblica RTL che alcune persone «rischiano di diventare criminali e di cominciare a rubare per sopravvivere». La misura potrebbe inoltre non essere legale.

Fernanda Pérez Solla, attuale direttrice di Amnesty International in Lussemburgo, ha ricordato che in base a una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo le sanzioni contro le persone che fanno l’elemosina violano i diritti sanciti nella Convenzione europea (CEDU). Per questo, secondo Amnesty, il Lussemburgo non avrebbe l’autorità per introdurre misure simili. Il procuratore lussemburghese Georges Oswald ha osservato che il divieto di accattonaggio in Lussemburgo era stato eliminato dal codice penale nel 2008 nell’ambito della riforma sull’immigrazione, e che quindi il provvedimento autorizzato da Gloden sarebbe illegittimo.

A fine gennaio quattro partiti dell’opposizione hanno invitato Frieden a prendere una posizione sul tema. Parlando sempre con RTL, il presidente della Corte Suprema e della Corte Costituzionale del paese, Thierry Hoscheit, ha sostenuto che spetti eventualmente alla Corte di Cassazione stabilire se il provvedimento sia legittimo.

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