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  • Venerdì 9 febbraio 2024

Lo sgombero delle case occupate a Caivano

Entro un mese oltre 400 persone dovranno lasciare gli appartamenti nei palazzi del Parco Verde, un quartiere militarizzato da mesi dopo lo stupro di due ragazzine

Alcuni palazzi del Parco Verde, a Caivano
Alcuni palazzi del Parco Verde, a Caivano (Fabio Sasso/Ansa)
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Giovedì mattina la Polizia, i Carabinieri e la Guardia di Finanza hanno iniziato a notificare il provvedimento di sgombero di 254 case occupate abusivamente a Caivano, un comune alla periferia settentrionale dell’area metropolitana di Napoli. Di Caivano e in particolare di un suo quartiere, il Parco Verde, si è parlato molto negli ultimi mesi per via di un caso di stupro avvenuto lo scorso luglio ai danni di due ragazzine di 10 e 12 anni e scoperto a fine agosto. Da allora al Parco Verde ci sono state diverse operazioni delle forze dell’ordine con perquisizioni nelle case e pattugliamento continuo delle strade.

Il Parco Verde è un quartiere di poco più di un chilometro quadrato alla periferia di Caivano, una cittadina di 38mila abitanti a nord di Napoli. Venne costruito in seguito al terremoto dell’Irpinia del 1980, che colpì le province di Salerno, Avellino e Potenza causando quasi 3mila morti e danneggiando centinaia di migliaia di edifici. Fu uno dei terremoti più disastrosi mai avvenuti in Italia: gli sfollati furono oltre trecentomila, e per ospitarli vennero costruiti rapidamente interi quartieri, tra cui il Parco Verde.

Gli edifici furono quindi costruiti in fretta, senza un piano urbanistico e in una zona priva dei servizi essenziali. Lo stesso accadde in altre zone di Napoli. I palazzi avrebbero dovuto essere sistemazioni temporanee, ma con il tempo divennero permanenti. Moltissime case popolari sono occupate abusivamente: gli abitanti non pagano un affitto al comune e spesso non pagano nemmeno le utenze, cioè la bolletta dell’acqua e della luce.

(Alessandro Garofalo/LaPresse)

Negli anni al Parco Verde di Caivano sono avvenuti vari episodi di violenze e abusi. Un esempio è la storia di Antonio Giglio, un bambino di quattro anni che nel 2013 morì cadendo dalla finestra di un palazzo, o quella di Fortuna Loffredo, morta nello stesso modo nel 2014, a sei anni, dopo essere stata vittima di violenze sessuali. Nella zona c’è anche un grosso problema di spaccio di stupefacenti, anche perché da quelle parti è confluita buona parte dell’attività criminale proveniente dalle Vele di Scampia, sempre nel napoletano, dove da anni è in corso una campagna per contrastare lo spaccio e riqualificare la zona.

– Leggi anche: Che ne sarà delle Vele di Scampia

La notifica dei provvedimenti di sgombero è la conseguenza di tre decreti emessi dalla procura di Napoli Nord che ha disposto il sequestro di 254 case occupate abusivamente da 419 persone. Da anni queste persone non pagano l’affitto al comune. Gli occupanti abusivi sono stati denunciati per il reato di “invasione di terreni o edifici”. Le case dovranno essere sgomberate in autonomia entro un mese: se non verranno liberate inizieranno le operazioni di sgombero forzato, cioè con l’intervento delle forze dell’ordine.

Giovedì ci sono state alcune tensioni tra gli abitanti che hanno protestato contro le forze dell’ordine impegnate nella notifica dello sgombero. Don Maurizio Patriciello, il prete del Parco Verde sotto scorta perché minacciato dalla camorra, ha detto che il sequestro è un atto dovuto della procura di fronte a una manifesta situazione di illegalità tollerata per troppo tempo, ma ha avvertito le istituzioni sulle conseguenze di questa operazione. «È impensabile cacciare di casa 400 persone, tra cui tanti bambini», ha detto. «Dove le mettiamo? Sono venute da me tante donne preoccupate per i figli, perché non saprebbero dove andare. Anche al ministero dell’Interno si sono detti sorpresi per il sequestro e preoccupati perché la situazione potrebbe diventare esplosiva. Ci vuole una soluzione politica».