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  • Martedì 5 settembre 2023

La grossa operazione delle forze dell’ordine a Caivano

Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza stanno perquisendo il quartiere del Parco Verde dove a luglio sono state violentate due ragazzine

(ANSA NPK)
(ANSA NPK)

Dalle prime ore della mattinata di martedì è in corso un’ampia operazione delle forze dell’ordine nel quartiere Parco Verde di Caivano, un comune nella città metropolitana di Napoli. Del quartiere e più in generale della città si sta parlando da giorni sulle cronache nazionali, per via di un caso di stupro avvenuto lo scorso luglio ai danni di due ragazzine di 10 e 12 anni e scoperto a fine agosto.

L’operazione coinvolge Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza: oltre 400 agenti stanno perquisendo vari edifici nel quartiere e identificando persone e veicoli considerati sospetti. È stato perquisito un appartamento vuoto che si ritiene venga utilizzato come centro di spaccio, e sono stati confiscati circa 45mila di euro in contanti. I Carabinieri hanno sequestrato anche centinaia di proiettili e diverse armi tra cui una bomba molotov, un tipo di arma di facile costruzione nota per essere usata nella guerriglia urbana.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha commentato l’operazione dicendo che il governo «è determinato a riaffermare la sicurezza e la legalità su tutto il territorio nazionale, a partire dalle aree da troppo tempo in sofferenza».

Giovedì la presidente del Consiglio Giorgia Meloni era stata in visita proprio a Caivano insieme a Piantedosi, al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e al ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi. Meloni aveva incontrato il parroco, Maurizio Patriciello, e si era impegnata a migliorare le condizioni di Caivano, promettendo che il territorio sarà «radicalmente bonificato» e dotato di tutti i servizi che oggi mancano. Aveva anche annunciato di voler riaprire entro la primavera il centro sportivo Delphinia, una struttura abbandonata da anni e diventata «una discarica a cielo aperto», con un intervento che dovrebbe costare circa 10 milioni di euro.

Il comune di Caivano e le aree circostanti hanno da tempo un problema di criminalità e degrado. Il quartiere di Parco Verde venne costruito in seguito al terremoto dell’Irpinia del 1980, che colpì le province di Salerno, Avellino e Potenza causando quasi 3mila morti e danneggiando centinaia di migliaia di edifici. Fu uno dei terremoti più disastrosi mai avvenuti in Italia: colpì una zona rurale già considerata tra le più povere del paese, con centri abitati isolati e mal collegati, alcuni dei quali vennero quasi completamente rasi al suolo. Gli sfollati furono oltre trecentomila, e per ospitarli vennero costruiti rapidamente interi quartieri, tra cui il Parco Verde.

Gli edifici furono quindi costruiti in fretta, senza un piano urbanistico e in una zona priva dei servizi essenziali. Avrebbero dovuto essere sistemazioni temporanee, ma con il tempo divennero permanenti. Come ha scritto su Repubblica Riccardo Marone, ex deputato e vicesindaco di Napoli, in molti casi gli sfollati furono trasferiti in località con cui non avevano alcun legame, e che in ogni caso non erano preparate ad accoglierli.

Negli anni al Parco Verde di Caivano sono avvenuti vari episodi di violenze e abusi. Un esempio è la storia di Antonio Giglio, un bambino di quattro anni che nel 2013 morì cadendo dalla finestra di un palazzo, o quella di Fortuna Loffredo, morta nello stesso modo nel 2014, a sei anni, dopo essere stata vittima di violenze sessuali. Nella zona c’è anche un grosso problema di spaccio di stupefacenti, anche perché da quelle parti è confluita buona parte dell’attività criminale proveniente dalle Vele di Scampia, sempre nel napoletano, dove da anni è in corso una campagna per contrastare lo spaccio e riqualificare la zona.

Negli anni le forze dell’ordine hanno eseguito al Parco Verde diversi arresti, perquisizioni e confische legate al traffico di stupefacenti. Anche la dispersione scolastica, ossia la quota di studenti che lasciano la scuola prima dei 16 anni, è un grosso problema: Eugenia Carfora, la preside dell’istituto tecnico industriale “Francesco Morano” di Caivano, ha detto che quando ha iniziato l’incarico l’istituto aveva un tasso di dispersione del 50 per cento, sceso ora al 25 per cento.

La madre di una delle due bambine stuprate a Parco Verde lo scorso luglio ha fatto una sola richiesta al governo: poter «andare via» dal quartiere.