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  • Lunedì 5 febbraio 2024

La più grande azienda tecnologica russa venderà gran parte della sua attività

Il motore di ricerca Yandex andrà quasi per intero a un consorzio di imprenditori russi, in un'operazione voluta e approvata dal governo di Putin

Il presidente russo Vladimir Putin con Arkady Volozh, cofondatore e per molto tempo amministratore delegato di Yandex, nel 2017 (Alexei Druzhinin, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP, File)
Il presidente russo Vladimir Putin con Arkady Volozh, cofondatore e per molto tempo amministratore delegato di Yandex, nel 2017 (Alexei Druzhinin, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP, File)
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Yandex, la più grande azienda tecnologica russa che gestisce un motore di ricerca e decine di servizi digitali, venderà tutti i suoi asset e le sue attività presenti in Russia, nell’ambito di un’operazione voluta dal governo russo. La società, che legalmente ha sede nei Paesi Bassi, cederà le proprie attività, proprietà e risorse in Russia (che corrispondono al 95 per cento delle entrate dell’azienda) a un consorzio di imprenditori e fondi russi per 475 miliardi di rubli (4,9 miliardi di euro): è circa la metà del suo valore di mercato.

La società, in un comunicato, ha garantito che la sua proprietà rimarrà privata e indipendente dal governo russo, ma ci sono molti dubbi in proposito: le trattative per la vendita sono cominciate 18 mesi fa, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, e in particolare dopo che Arkady Volozh, uno dei fondatori dell’azienda, aveva detto di essere contrario all’invasione, definendola «barbarica». Volozh ha lasciato la Russia da tempo, e vive in Israele. È sotto sanzioni da parte dell’Unione Europea.

L’accordo di vendita prevede che tutte le proprietà e le attività dell’azienda siano vendute a un consorzio chiamato Consortium.First e costituito apposta, di cui fanno parte fra gli altri alcuni ex dirigenti di Yandex e un fondo di investimento posseduto da Lukoil, la più grande compagnia petrolifera russa. Con la vendita per la prima volta il motore di ricerca sarebbe di proprietà completamente russa, visto che finora l’azienda madre di Yandex aveva avuto sede nei Paesi Bassi e aveva accettato investimenti non russi.

Il vicepresidente della commissione parlamentare russa sull’informazione, Anton Gorelkin, ha detto che «Yandex è più di un’azienda, è una risorsa per l’intera società russa».

La sede nei Paesi Bassi rimarrà operativa e indipendente per gestire alcune attività fuori dalla Russia, che costituiscono però una parte piccola e trascurabile del business complessivo di Yandex.

Le azioni vendute come parte dell’accordo al consorzio russo avranno un prezzo scontato almeno del 50 per cento, secondo le regole imposte dal governo russo alle aziende occidentali che lasciano il paese. Dall’inizio della guerra in Ucraina centinaia di aziende occidentali si sono ritirate dal mercato russo, sia per ragioni etiche o di immagine che a causa delle sanzioni economiche imposte proprio dai paesi occidentali con lo scopo di indebolire l’economia russa (anche Yandex è considerata un’azienda occidentale, pur avendo fondatori russi e operando in Russia, perché ha la sede nei Paesi Bassi).

Nel 2022 Yandex aveva venduto il proprio aggregatore di notizie a VK, la sua concorrente principale in Russia, posseduta dal governo, a causa delle pressioni del governo russo, che voleva controllarne i contenuti.

Yandex fu fondata nel 1997 da tre informatici russi. Oltre al popolare motore di ricerca, il più usato in Russia dopo Google, fornisce anche un servizio di taxi (un po’ come Uber), ma anche mappe, mail e pagamenti online, tra le altre cose. Il suo motore di ricerca è il più grande a essere stato sviluppato in Europa: un tempo era considerata una delle poche aziende russe ad avere buone possibilità di espandersi nel resto del mondo, ma le sue ambizioni sono state ostacolate dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni internazionali.

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Il nome Yandex è un elaborato gioco di parole: significa «Yet ANother inDEXer», cioè «l’ennesimo motore di ricerca»; ma ja in russo è il pronome personale che significa «io», come in inglese: sostituisce la “i” della parola inglese “index” (che significa indice, ma è usato anche nell’ambito dei motori di ricerca) con il suo equivalente russo.

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