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  • Venerdì 2 febbraio 2024

Perché Hamilton alla Ferrari è grossa

Il pilota più riconoscibile e titolato guiderà per la squadra più titolata nella storia della Formula 1: un fatto senza precedenti e con implicazioni non solo sportive

Foto di Hamilton con la tuta da pilota di fronte a una telecamera
Hamilton ad Abu Dhabi nel 2021 (Photo by HOCH ZWEI)
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Nel tardo pomeriggio di giovedì, confermando le informazioni riportate in mattinata dal Corriere della Sera e da altre testate internazionali, le squadre di Formula 1 Mercedes e Ferrari hanno annunciato che il trentanovenne pilota inglese Lewis Hamilton lascerà la Mercedes alla fine del 2024, dopo 12 stagioni e sei campionati vinti, e subentrerà allo spagnolo Carlos Sainz alla guida della Ferrari a partire dal 2025. Sebbene l’ipotesi di questo trasferimento fosse circolata ciclicamente per anni, la notizia è stata accolta con grande stupore dal pubblico che segue la Formula 1. Hamilton aveva infatti prolungato nel 2023 il suo contratto con la Mercedes per altri due anni, includendo però una clausola di rescissione anticipata di un anno. Da pochi giorni la Ferrari aveva inoltre annunciato il prolungamento oltre il 2024 del contratto del monegasco Charles Leclerc, considerato il pilota di punta della squadra.

La notizia ha presumibilmente sorpreso innanzitutto la Mercedes e il suo team principal Toto Wolff. Il giornalista Jonathan Noble ha scritto su Autosport che Hamilton era stato martedì nella sede della squadra a Brackley, per le consuete prove del sedile prima dell’inizio della stagione. Avrebbe quindi atteso il primo incontro di persona con Wolff dopo la pausa invernale, mercoledì, per comunicargli la decisione presa per il 2025 e l’intenzione di attivare la clausola nel contratto.

Al di là degli aspetti contrattuali, il passaggio di Hamilton in Ferrari definisce una combinazione che in termini di risultati sportivi non ha precedenti nella storia della Formula 1: il pilota più vincente di sempre guiderà per la squadra più titolata di sempre. Altre volte in passato era capitato che la Ferrari ingaggiasse i piloti più forti o più vincenti della loro generazione. Ma alcuni di loro, come l’austriaco Niki Lauda o il tedesco Michael Schumacher, non avevano ancora ottenuto i successi per cui sono ricordati. E altri, come il francese Alain Prost, lo spagnolo Fernando Alonso e il tedesco Sebastian Vettel, arrivarono in Ferrari dopo aver vinto campionati mondiali, ma non da piloti più vincenti in assoluto nella storia.

La Ferrari è la squadra che ha vinto più volte, 16 in totale, il campionato mondiale dei costruttori: il titolo annuale assegnato alla squadra che ottiene più punti sommando quelli dei suoi piloti. E Hamilton è insieme a Schumacher il pilota che ha vinto più volte, 7 in totale, il campionato mondiale assegnato ai piloti: il più prestigioso e ambito, tra i due in palio. Oltre ai sei vinti con la Mercedes, un altro lo aveva vinto con la McLaren nel 2008 (dopo esserci andato molto vicino già nel 2007, la sua stagione di esordio). È il pilota che in assoluto ha vinto più gare: 103, 12 in più di Schumacher e 49 in più dell’olandese Max Verstappen, pilota della Red Bull e attuale campione del mondo in carica. Se dovesse vincere con la Ferrari un altro campionato mondiale diventerebbe il primo pilota a vincerne otto, e il primo a vincerli con tre squadre diverse dai tempi dell’argentino Juan Manuel Fangio, che negli anni Cinquanta ne vinse 5 con 4 squadre diverse.

Lewis Hamilton solleva una replica del casco di Michael Schumacher

Hamilton solleva una replica del casco di Michael Schumacher, a lui donata dalla famiglia di Schumacher dopo aver eguagliato il suo record di 91 vittorie vincendo il Gran Premio dell’Eifel al Nürburgring, in Germania, l’11 ottobre 2020 (Bryn Lennon/AP)

La notizia del trasferimento di Hamilton in Ferrari potrebbe avere ripercussioni significative nel mondo della Formula 1, non soltanto per la reputazione del pilota e per quella delle squadre coinvolte, ma anche per altre ragioni. Oltre che essere uno dei più forti di tutti i tempi, Hamilton è il pilota più ammirato e carismatico in circolazione, e tra quelli in attività probabilmente il più conosciuto anche dai non appassionati di sport motoristici. Lo stesso discorso vale in un certo senso per la Ferrari, l’azienda di auto sportive più famosa al mondo e la più famosa nella storia della Formula 1: condizione che ha reso e rende il desiderio di guidarla condiviso da qualsiasi pilota, presumibilmente anche quelli che non hanno mai manifestato in pubblico questa aspirazione.

Hamilton e la Ferrari sono inoltre accomunati da una storia recente di insuccessi più o meno prolungati, dopo aver vinto e dominato per decenni. Hamilton aveva vinto o stravinto tutti i mondiali dal 2014 al 2020, eccetto quello vinto nel 2016 dal suo compagno di squadra di allora, il tedesco Nico Rosberg. Ma dal 2021, dopo aver perso contro Verstappen all’ultimo giro dell’ultima gara dell’anno l’opportunità di vincere il campionato per l’ottava volta, non ha più vinto nemmeno una gara a causa di limiti tecnici delle macchine sviluppate e costruite da Mercedes nel 2022 e nel 2023 (biennio dominato dalla Red Bull). La Ferrari non vince titoli da molto più tempo: da quando il finlandese Kimi Raikkonen vinse il campionato dei piloti nel 2007 e l’anno successivo lui e il suo compagno di squadra Felipe Massa vinsero quello per i costruttori.

Un altro motivo che rende sorprendente la notizia del trasferimento alla Ferrari è che Hamilton ha 39 anni: è il secondo pilota più anziano in attività, dopo Alonso, che guida per la Aston Martin. Dovesse vincere un campionato mondiale nel 2025 o in seguito, diventerebbe il primo pilota di 40 anni compiuti a riuscirci dagli anni Sessanta, un’epoca della Formula 1 per molti aspetti imparagonabile a quella attuale. La sua decisione, al netto del fascino esercitato dalla Ferrari sui piloti, è stata da molti interpretata come il segno delle sue ancora forti ambizioni di vittoria e, allo stesso tempo, anche della sua convinzione che la Mercedes non possa mettergli a disposizione una macchina in grado di competere per il titolo nei prossimi due anni.

Negli ultimi due anni la Mercedes ha spesso spiegato le inefficienze tecniche e aerodinamiche delle sue macchine attribuendole a una serie di modifiche profonde dei progetti di sviluppo, i cui frutti si sarebbero dovuti vedere sul lungo periodo. A novembre scorso, dopo due stagioni deludenti, aveva però confermato che la macchina del 2024 sarà il risultato di uno stravolgimento pressoché totale di quei progetti recenti: elemento che aumenta anziché ridurre l’incertezza sui risultati a breve termine.

Hamilton e Leclerc spruzzano champagne su un podio

Hamilton e Leclerc sul podio del Gran Premio del Messico, a Città del Messico, il 29 ottobre 2023 (Jared C. Tilton/Getty Images)

Non è detto che la scelta di Hamilton di guidare per la Ferrari sia necessariamente vincente, ma è probabile che tra quelle per lui disponibili fosse la più invitante: se non per i progressi che la Ferrari sarà eventualmente in grado di compiere, anche soltanto per le suddette ragioni di prestigio. E del resto anche sul piano sportivo, sebbene oscurata dalla notevole serie di successi di Verstappen, la Ferrari è stata la squadra che nelle ultime due stagioni ha vinto più gare e ottenuto più pole position e podi tra tutte quelle diverse dalla Red Bull (sebbene abbia concluso la stagione scorsa in terza posizione, con tre punti in meno della Mercedes).

Allo stesso tempo è stata spesso duramente criticata per i limiti tecnici delle sue macchine e per alcune decisioni intempestive nella gestione delle strategie durante le gare.

A parte gli aspetti più tecnici, il trasferimento di Hamilton in Ferrari è in generale una notizia ancora più dirompente in una fase storica della Formula 1 per il resto contraddistinta da un dominio ininterrotto di Verstappen e della Red Bull, da due anni privi di rivali credibili. Senza contare tutte le altre storie nella storia: prima tra tutte, la rivalità interna che potrebbe in futuro emergere in Ferrari. Dal 2025 Hamilton avrà infatti come compagno di squadra Leclerc, il pilota che in molti considerano di maggior talento in Formula 1 insieme a Verstappen e all’inglese Lando Norris, della McLaren. Un altro dei piloti che alcuni includono in questo gruppetto di fenomeni, l’inglese George Russell, Hamilton lo ha avuto come compagno di squadra nelle ultime due stagioni in Mercedes: e in entrambe ha ampiamente dimostrato di essere ancora in grado di competere con piloti che hanno 15 anni in meno di lui. Come sintetizzato dal giornalista sportivo Leo Turrini, Hamilton «ha ancora voglia, fame. Non è un rudere».

La Ferrari avrà probabilmente la coppia di piloti più forte in Formula 1 e tra le più forti che abbia mai avuto: una condizione che può essere favorevole o sfavorevole, a seconda delle circostanze e delle ambizioni.

È spesso un vantaggio nel caso in cui una squadra di metà o bassa classifica abbia bisogno di stimolare la rivalità interna per ottenere sulla pista i migliori dati possibili in assoluto, utili per orientare lo sviluppo della macchina con la relativa certezza che non sia possibile guidarla più velocemente di quanto facciano i due piloti in competizione tra loro. Può essere vantaggioso per i progressi nello sviluppo anche nel caso di una squadra fortissima, come la Mercedes del decennio scorso con Hamilton e Rosberg, ma a condizione che sia appunto nettamente più forte di tutte le altre. Questa condizione riduce infatti il rischio che piloti di altre squadre forti approfittino dell’alternanza di successi dei due piloti in competizione interna per ottenere, alla lunga, più punti di ciascuno dei due.

Hamilton ha accettato di fatto una competizione interna che non tutti avrebbero accettato al suo posto: avrà a 40 anni come compagno di squadra quello che in molti considerano in assoluto il pilota più veloce sul singolo giro (quello cioè più bravo a ottenere pole position). Allo stesso tempo sarà il compagno di squadra più difficile da battere per Leclerc tra tutti quelli che ha avuto in carriera (incluso il tedesco Sebastian Vettel). L’opinione condivisa da molti esperti è che ancora oggi siano in pochi i piloti in grado di competere con Hamilton in termini di velocità nell’arco di una gara intera e di un’intera stagione: un aspetto rispetto al quale Leclerc ha peraltro già sofferto la convivenza con Sainz.

Hamilton e Leclerc parlano tra loro durante una conferenza stampa, seduti su un divano

Hamilton e Leclerc durante una conferenza stampa prima del Gran Premio della Gran Bretagna, a Northampton, il 6 luglio 2023 (Dan Mullan/Getty Images)

C’è poi un elemento che rende ulteriormente difficile prevedere quale squadra riuscirà a sviluppare la macchina più veloce nel medio e lungo termine. Una serie di cambiamenti del regolamento tecnico a partire dal 2026 – un anno dopo l’arrivo di Hamilton in Ferrari – potrebbe generare uno stravolgimento delle gerarchie attuali: stravolgimento potenzialmente simile a quello prodotto nel 2014 da un radicale cambiamento nelle modalità di costruzione dei motori, che portò proprio Hamilton e la Mercedes a ottenere la più lunga serie di vittorie consecutive di un titolo mondiale nella storia della Formula 1.

Tralasciando il discorso sul talento e sull’esperienza, è possibile che Hamilton possa indirettamente favorire anche l’arrivo in Ferrari di tecnici con cui ha lavorato per anni in Mercedes, come ipotizzato da Turrini. Molti commentatori hanno peraltro giudicato influente sulle trattative per il trasferimento di Hamilton – oltre ai rapporti diretti esistenti tra lui e il CEO della Ferrari John Elkann – i rapporti con l’attuale team principal della Ferrari, il francese Frédéric Vasseur: con lui Hamilton aveva già lavorato negli anni Duemila, agli inizi della sua carriera nelle categorie minori.

Come sostenuto da diversi analisti il trasferimento di Hamilton priva infine la Mercedes non soltanto del suo talento e della sua esperienza nel vincere titoli, ma anche della sua reputazione e soprattutto della sua “immagine”: la più riconoscibile tra quelle di qualsiasi altro pilota al mondo. E questo potrebbe avere molte implicazioni commerciali, sia per la Mercedes, in negativo, che per la Ferrari. Hamilton è stato per anni uno dei punti di forza della Mercedes anche sotto questo aspetto, come ha scritto il sito The Race, ed è facile immaginare che saranno ancora molti i partner che sceglieranno di lavorare con lui. Molto probabilmente esistono in Mercedes persino accordi commerciali subordinati alla sua presenza.

Hamilton in posa durante una sua partecipazione a una sfilata

Hamilton alla sfilata Dior Homme Menswear Autunno/Inverno 2024-2025, durante la settimana della moda di Parigi, il 19 gennaio 2024 (Pascal Le Segretain/Getty Images)