In Thailandia l’ex leader dell’opposizione Pita Limjaroenrat è stato assolto dall’accusa di aver violato il regolamento elettorale

Pita Limjaroenrat sorridente circondato da microfoni
Pita Limjaroenrat parla con i giornalista dopo la sentenza della Corte costituzionale (AP Photo/Sakchai Lalit)

Mercoledì la Corte Costituzionale thailandese ha assolto Pita Limjaroenrat, l’ex leader del partito riformista e di opposizione Kao Klai (Andiamo Avanti), dall’accusa di aver posseduto delle quote del canale televisivo iTV Plc durante la campagna elettorale del 2023, e di aver quindi violato il regolamento elettorale. La legge thailandese vieta ai candidati di essere coinvolti nella gestione di media, ma secondo la Corte iTV Plc non era più operativa dal 2007 e non può essere quindi considerata un mezzo che il candidato avrebbe potuto usare per influenzare la copertura della campagna elettorale. Questa sentenza permette a Pita (che è chiamato così sia dai thailandesi sia dai media del paese) di tornare a essere membro della Camera dei rappresentati al Parlamento, carica dalla quale era stato sospeso durante lo svolgimento del processo.

Pita è un politico molto popolare in Thailandia: lo scorso maggio il suo partito aveva vinto le elezioni con un programma basato su grandi riforme politiche ed economiche e sulla riduzione delle disuguaglianze. La giunta militare che governa il paese gli aveva però impedito di formare un governo e di diventare primo ministro, e Pita si era dimesso da leader del partito e dell’opposizione, anche a causa della sua temporanea sospensione dal parlamento.

Dopo la sentenza Pita ha detto ai giornalisti che tornerà appena possibile in parlamento, ma che non riprenderà il suo ruolo di leader del partito e dell’opposizione, che dopo le sue dimissioni era passato al deputato Chaithawat Tulathon. 

Il 31 gennaio la Corte Costituzionale si pronuncerà anche su un altro caso che riguarda il Kao Klai, ossia se la proposta del partito di abolire il reato di lesa maestà, contenuto nella Sezione 112 del codice penale, possa essere considerato un tentativo di rovesciare una monarchia costituzionale. Il reato punisce con un massimo di 15 anni di carcere i cittadini thailandesi che criticano o insultano la corona, e le condanne sono cumulabili per ogni singolo commento o manifestazione critica di cui si è ritenuti colpevoli.

Una decisione positiva della Corte potrebbe essere il primo passo verso lo scioglimento del partito: una cosa simile era già successa nel 2020 con il precursore di Kao Klai, il Partito del Futuro Nuovo, e la decisione aveva contribuito a provocare grandi proteste contro il governo e il re.