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  • Mercoledì 24 gennaio 2024

In Egitto l’infortunio di Mohamed Salah è un caso nazionale

È il miglior calciatore della nazionale egiziana impegnata in Coppa d'Africa, ma la federazione non è riuscita a impedire che tornasse in Europa per curarsi

Salah viene medicato dopo essersi fatto male nella partita contro il Ghana
Salah viene medicato dopo essersi fatto male nella partita contro il Ghana (AP Photo/Themba Hadebe)
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Martedì il calciatore egiziano Mohamed Salah ha lasciato il ritiro della sua nazionale in Costa d’Avorio, dove si sta giocando la Coppa d’Africa, ed è tornato in Inghilterra a Liverpool, la città della squadra di club per cui gioca abitualmente nonché una delle più forti e prestigiose al mondo. Salah è rientrato per curare un infortunio al tendine del ginocchio. La notizia del suo infortunio e del rientro in Inghilterra è arrivata al culmine di un periodo complicato per la nazionale di calcio egiziana e per lo stesso Salah, che della squadra è il capitano, il giocatore più forte e quindi quasi sempre il principale oggetto di critiche: l’Egitto ha passato un po’ fortunosamente la fase a gironi della Coppa d’Africa nonostante sia una delle favorite, qualificandosi come seconda con tre pareggi dietro all’assai meno quotata Capo Verde. Domenica sera giocherà gli ottavi di finale, ma senza Salah.

Intorno all’infortunio di Salah in Egitto è nato un caso nazionale: il giocatore è stato fortemente criticato e accusato di tenere più al Liverpool che all’Egitto, e molti hanno sostenuto pubblicamente che sarebbe dovuto rimanere in Costa d’Avorio con la squadra a prescindere dall’entità del suo infortunio. In generale gran parte dell’opinione pubblica è contro di lui, circolano teorie secondo cui starebbe fingendo di avere un infortunio più grave pur di tornare al Liverpool e molti hanno iniziato a dire che senza di lui in campo la squadra gioca anche meglio, visto che non si impegna.

Fuori dall’Egitto però diversi osservatori hanno fatto notare che è la stessa federazione di calcio egiziana ad avere tutto l’interesse a spostare pressioni e critiche su Salah, per nascondere un’incapacità di mantenere rapporti diplomatici con le squadre di club dei giocatori, sempre delicati per le squadre che partecipano alla Coppa d’Africa. Il Liverpool alla fine ha ottenuto di far rientrare Salah, nonostante la federazione si fosse proposta di curarlo in Costa d’Avorio.

Il giocatore ha fatto sapere attraverso il suo agente che preferisce curarsi in Inghilterra, ma che tornerà in Costa d’Avorio non appena si sarà ristabilito, sperando che a quel punto la squadra sia ancora in corsa nel torneo. Inizialmente era stato stimato che l’infortunio lo avrebbe tenuto fuori per al massimo due partite (l’Egitto doveva ancora giocare la terza partita del girone), poi il suo agente ha detto che era più grave del previsto e avrebbe richiesto dai 21 ai 28 giorni di recupero. In base a queste stime Salah potrebbe tornare con la nazionale per un’eventuale finale della Coppa d’Africa, o al limite per una semifinale.

Salah in Egitto subisce da sempre molte pressioni: è il miglior giocatore di calcio egiziano di sempre e per molti il più forte in circolazione di tutto il continente africano, oltre a essere il leader carismatico della sua squadra. Nel 2017 fu decisivo nella qualificazione dell’Egitto ai Mondiali dell’anno successivo, la terza della sua storia e la prima in quasi trent’anni, ma nonostante questo non è mai riuscito a vincere la Coppa d’Africa: prima di lui l’Egitto l’aveva vinta sette volte, diventando la nazionale più vincente della competizione. Con Salah invece è arrivata due volte in finale, nel 2017 e nel 2021, perdendo in entrambe le occasioni.

Allo stesso tempo Salah è anche uno dei giocatori più forti e importanti del Liverpool, che gli paga uno stipendio di circa 10 milioni di sterline netti all’anno (quasi 12 milioni di euro) e che ha tutto l’interesse a farlo seguire dal proprio staff medico in Inghilterra, peraltro già abituato a lavorare con lui. È noto poi che le squadre europee abbiano da sempre una certa insofferenza nel lasciare i propri giocatori, soprattutto i migliori, partire per la Coppa d’Africa: perché è una competizione stancante che si gioca durante la fase centrale dei campionati europei, e priva le squadre di club dei giocatori africani per diverse partite. Visto lo stress e l’impegno prolungato, non è raro che qualcuno torni da lì molto affaticato o infortunato.

Così dopo che Salah si è fatto male lo scorso 18 gennaio nella seconda partita del girone contro il Ghana, il Liverpool e la nazionale egiziana hanno iniziato a contenderselo. Da una parte la nazionale voleva minimizzare la gravità delle sue condizioni per farlo restare in ritiro, e poi provare a farlo giocare non appena si fosse sentito meglio; dall’altra il Liverpool voleva trattare l’infortunio con la massima cautela ed evitare scelte che avrebbero potuto causare un infortunio ancora più grave. Le comunicazioni tra le parti per questa mediazione si sono fatte fittissime: «Parlavamo al telefono cinque volte al giorno, ogni chiamata durava mezz’ora», ha raccontato lunedì sera il medico della nazionale egiziana, Mohamed Abou El-Ela, a una tv egiziana.

Salah mentre lascia il campo dopo l'infortunio

Salah mentre lascia il campo dopo l’infortunio (AP Photo/Themba Hadebe)

Alla fine l’ha avuta vinta il Liverpool, con conseguenti critiche alla federazione di calcio egiziana perché non è stata capace di trattenere Salah. In Egitto si sta parlando molto di come altre nazionali africane siano invece riuscite a vincere contese simili: è stato molto citato il caso della federazione marocchina, che è riuscita a far partire per la Coppa d’Africa Noussair Mazraoui, giocatore del Bayern Monaco, nonostante fosse infortunato.

L’opinione pubblica egiziana però tende a essere protettiva nei confronti della federazione calcistica nazionale, per ragioni politiche: come molte altre organizzazioni statali infatti la federazione è legata al regime del presidente Abdel Fattah al Sisi, che da anni ne indirizza le nomine e la direzione, mettendo alla presidenza persone fedeli alla propria linea. L’attuale presidente, Gamal Alam, è considerato particolarmente debole politicamente proprio per la sua connivenza con il regime, incapace di avere influenza su quello che in Africa è visto come il giocatore più importante del continente, cioè Salah.

Una fonte interna alla federazione africana, che ha parlato alla rivista sportiva The Athletic in condizioni di anonimato, ha detto che Alam è stato scelto appositamente «perché è debole ed è molto felice di fare il presidente», e per questo è anche facilmente controllabile. Secondo i critici, che però sono perlopiù fuori dall’Egitto, per la federazione e il regime è più facile addossare le colpe verso un giocatore già di per sé molto osservato e sotto pressione, che peraltro gioca e vive per la maggior parte del suo tempo fuori dall’Egitto, piuttosto che assumersi le responsabilità dei fallimenti della nazionale egiziana.