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  • Martedì 16 gennaio 2024

C’è una grossa polemica intorno alla ministra dell’Istruzione francese

Si è scoperto che i suoi figli frequentano una scuola privata e molto conservatrice: lei ha provato a spiegarsi, peggiorando la situazione

La ministra francese Amélie Oudéa-Castéra, Parigi, 23 maggio 2022 (AP Photo/Michel Spingler)
La ministra francese Amélie Oudéa-Castéra, Parigi, 23 maggio 2022 (AP Photo/Michel Spingler)

La nuova ministra francese dell’Istruzione, della Gioventù, degli Sport e dei Giochi Olimpici e Paralimpici Amélie Oudéa-Castéra è finita al centro di una polemica di cui i giornali si stanno occupando da giorni. La scorsa settimana si era scoperto che Oudéa-Castéra ha iscritto i suoi tre figli in una scuola privata estremamente conservatrice, scelta che è stata molto commentata per via della sua nuova carica. Motivando la sua decisione la ministra ha poi usato argomenti falsi e ha dato della scuola pubblica, di cui ora è la responsabile, un’immagine giudicata da molti offensiva e stigmatizzante.

Da diversi anni la comunità educativa francese denuncia la visione della scuola portata avanti dai governi di Emmanuel Macron che, secondo le accuse, tende a favorire gli istituti d’élite che lo stesso presidente ha frequentato a discapito della scuola pubblica.

Tutto è iniziato la scorsa settimana, quando il settimanale L’Obs e Mediapart avevano dato la notizia che Oudéa-Castéra (responsabile anche dell’istruzione dopo il recente rimpasto di governo) ha iscritto i tre figli in una scuola privata, il prestigioso istituto Stanislas si trova nel VI arrondissement di Parigi, in pieno centro. L’istituto Stanislas è cattolico, conservatore, ha un’impostazione tradizionalista (oltre alle classi miste ci sono classi separate tra maschi e femmine), impone rigidi codici di abbigliamento e nel tempo ha ospitato diverse conferenze molto contestate dai movimenti femministi e LGBT+. Soprattutto, negli ultimi anni, è finito al centro di alcune inchieste giornalistiche e poi di una conseguente indagine ministeriale per casi di sessismo, omofobia e abusi.

Il 12 gennaio, rispondendo alle domande di alcuni giornalisti sulla scelta di una scuola privata per i propri figli, la ministra ha spiegato che il figlio maggiore aveva iniziato gli studi in una scuola pubblica, ma la «frustrazione» per una quantità di ore «che non venivano garantite con serietà» a causa delle eccessive assenze degli insegnanti, l’aveva spinta a cambiare istituto: «A un certo punto ci siamo stufati e abbiamo cercato una soluzione diversa». La scelta della Stanislas, ha spiegato poi la ministra, è dipesa dalla vicinanza alla loro casa, ma ha aggiunto che lei e il marito, Frédéric Oudéa, presidente della multinazionale Sanofi, volevano anche assicurarsi che i loro figli non fossero solo «ben formati, con standard elevati, ma anche felici e al sicuro».

Le parole della ministra sono state molto criticate da insegnanti, accademici, politici di sinistra, sindacati e anche dai genitori della scuola pubblica da cui la ministra ha tolto il figlio, l’istituto Littré. I critici hanno fatto notare che la ministra responsabile dell’Istruzione dovrebbe rafforzare e migliorare una sistema pubblico in difficoltà. I sindacati della scuola hanno poi spiegato che la questione delle sostituzioni degli insegnanti in caso di assenza è un problema reale sia nel pubblico che nel privato e che è causato dalle mancate nuove assunzioni. Il problema, che denunciano da tempo, non è stato mai risolto dal governo di Emmanuel Macron, nonostante le promesse fatte in questo senso.

Tre giorni dopo le dichiarazioni della ministra, i genitori degli e delle studenti dell’istituto pubblico Littré hanno scritto una lettera pubblica indirizzata ad Amélie Oudéa-Castéra in cui esprimono «indignazione e sgomento senza precedenti». Nella lettera definiscono i commenti della ministra «molto sminuenti e stigmatizzanti» e hanno criticato in particolare la frase in cui spiegava di aver voluto assicurare ai propri figli una buona formazione, felicità e sicurezza: «Che cosa significa? Che non è così nel caso della Littré e più in generale nella scuola pubblica?».

La scuola Littré, come il quartiere in cui si trova, non è una scuola malmessa, spiega Le Monde. Anzi, fa parte di un contesto che il quotidiano definisce «privilegiato»: si trova infatti a poche fermate di metropolitana sia dalla Torre Eiffel sia dalla Cattedrale di Notre-Dame.

«Sappiamo che, ovviamente, non tutto è perfetto a Littré come, purtroppo, in molte scuole di Francia (…), ma siamo anche perfettamente consapevoli di quanto siamo fortunati», hanno scritto nella loro lettera i genitori, sottolineando la professionalità degli insegnanti ed elogiando il «sostegno educativo e pedagogico di alta qualità» che i loro figli ricevono. «Nel nostro quartiere il settore privato non è una scelta obbligata, perché il settore pubblico è molto buono. La ministra ha attaccato la scuola pubblica per giustificare delle scelte personali», ha detto a Le Monde la madre di una bambina della Littré.

A poche ore dalle sue dichiarazioni, la ricostruzione della ministra sulle condizioni della Littré è stata messa in discussione. Il quotidiano francese Libération ha intervistato l’ex insegnante della Littré di uno dei figli della ministra. L’ex insegnante ha spiegato che il bambino ha passato nella scuola solo sei mesi del primo anno di école maternelle (che va dai 2 ai 6 anni): da gennaio a giugno 2009. E ha raccontato che in quel periodo e negli anni successivi «non c’è mai stato alcun problema di ore buche a Littré, che è una piccola scuola pubblica dall’ottima reputazione». Le Monde ha verificato le sue dichiarazioni dimostrando che nei mesi di permanenza del figlio della ministra quell’insegnante non è mai stata assente.

Dal ministero dell’Istruzione hanno fatto sapere che a loro dire Amélie Oudéa-Castéra «non ha mentito» ma «si è affidata, quindici anni dopo, ai ricordi e ai sentimenti che quel periodo le aveva lasciato».

La Stanislas è uno degli istituti di Parigi dove è più alto l’IPS, un indicatore sociale usato in Francia per definire le condizioni socio-economiche di un bambino o di una bambina che frequenta le scuole. L’indice IPS viene usato per osservare la cosiddetta “segregazione sociale”, la separazione che avviene tra alunni di classe sociale elevata, quindi con un alto IPS (che spesso frequentano scuole private) e studenti svantaggiati socialmente (che frequentano invece gli istituti pubblici). L’IPS tiene conto della professione dei genitori, del loro livello scolastico, delle loro condizioni materiali e del coinvolgimento che hanno nella scolarizzazione dei figli.

I dati del ministero dell’Istruzione dell’ottobre del 2022 sull’indice IPS hanno evidenziato un grande divario sociale tra chi frequenta la scuola privata e la scuola pubblica, divario che negli ultimi anni è cresciuto sempre di più.