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  • Giovedì 11 gennaio 2024

Ci sono nuove regole per il lavoro degli influencer

L'AGCOM ha approvato alcune linee guida per quelli con più di 1 milione di follower, con l'obiettivo di equipararli ai media tradizionali

(AP Photo/Bebeto Matthews)
(AP Photo/Bebeto Matthews)
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L’Autorità garante delle comunicazioni, o AGCOM, ha approvato nuove linee guida per regolare maggiormente il lavoro degli influencer, una professione nata in anni recenti e su cui per questo non ci sono molte regole specifiche: gli influencer sono già soggetti a diverse leggi italiane, per esempio quelle sulla comunicazione commerciale e sul diritto d’autore, pensate però in altri periodi storici e spesso a partire da esigenze diverse. Le nuove regole dovrebbero invece adattarsi di più alle caratteristiche di questa professione.

Il testo delle linee guida approvate non è ancora stato pubblicato, ma ne sono stati annunciati i principi generali. Le nuove regole si applicheranno in particolare agli influencer più seguiti: quelli con almeno 1 milione di follower (calcolati complessivamente su tutte le piattaforme) e che generano reazioni da parte degli utenti (come commenti o like) su almeno il 2 per cento dei contenuti pubblicati. L’obiettivo dell’AGCOM è equiparare gli influencer più grossi ai media tradizionali, facendo rispettare loro il Testo unico sui servizi di media audiovisivi, cioè l’insieme di leggi italiane che regolano l’attività di radio e televisione.

A questi influencer sarà chiesto di rispettare regole sulla trasparenza della pubblicità, più rigidamente rispetto a quanto fatto finora perché con maggiori sanzioni: le multe previste dal Testo unico sui media audiovisivi arrivano a 250mila euro. Ci saranno poi maggiori obblighi sulla tutela dei minori (il Testo unico ha multe dai 30mila ai 600mila euro), di trasparenza societaria (dovranno essere «chiaramente individuabili e contestabili», dice l’AGCOM) e altri per esempio sulla rimozione e sull’adeguamento dei contenuti nel caso venisse loro richiesto.

Insieme alle nuove linee guida l’AGCOM ha anche annunciato l’avvio di un «tavolo tecnico», cioè una sorta di commissione di esperti in materia, che avrà il compito di scrivere un codice di condotta specifico con le misure da applicare agli influencer con un seguito maggiore.

L’AGCOM è una delle autorità amministrative indipendenti presenti in Italia, spesso chiamate anche “garanti”: sono enti che vigilano su certi settori ritenuti particolarmente delicati, che dovrebbero essere autonomi rispetto alla politica. Come altre autorità simili, l’AGCOM ha poteri normativi e sanzionatori: può quindi approvare nuove regole e multare chi non le rispetta.

Le nuove regole non implicano che gli influencer con meno di 1 milione di follower non avranno obblighi legali: continueranno a dover rispettare le leggi italiane sulla pubblicità ingannevole e sulle pratiche commerciali scorrette, come le norme contenute nel codice del consumo o nel decreto legislativo 145 del 2007 (che si occupa specificamente di pubblicità ingannevole). Negli ultimi anni l’Autorità garante della concorrenza o del mercato, un altro garante italiano più conosciuto come Antitrust, ha avviato diversi procedimenti sanzionatori nei confronti di influencer sospettati di non rispettare queste leggi, anche quelli con un seguito modesto.

Su molti media italiani la notizia delle nuove regole volute dall’AGCOM è stata associata alla recente indagine giudiziaria a carico di Chiara Ferragni, la più famosa influencer italiana e una delle più famose al mondo, di cui si sta parlando moltissimo in queste settimane: in realtà l’AGCOM lavorava da almeno un anno a queste linee guida, ha fatto sapere il presidente dell’autorità Giacomo Lasorella, e già lo scorso luglio era stato annunciato l’avvio di una consultazione al riguardo.

Diversi altri paesi hanno già preso misure per regolare il mercato degli influencer, anche con più decisione rispetto a quanto sta facendo l’Italia: in Francia per esempio è stata approvata alcuni mesi fa una legge che riconosce formalmente la professione e impone divieti specifici, per esempio sulla promozione di contenuti sulla chirurgia estetica, sulle scommesse sportive, sul gioco d’azzardo e sulla nicotina.