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  • Giovedì 11 gennaio 2024

In Germania l’estrema destra ha un piano per l’espulsione di massa delle persone immigrate

Secondo un'inchiesta del sito Correctiv i leader del partito AfD e del movimento neonazista ne avrebbero parlato a fine novembre in un incontro

Un manifesto elettorale di AfD con scritto «Un'altra politica è possibile» (AP Photo/Michael Probst)
Un manifesto elettorale di AfD con scritto «Un'altra politica è possibile» (AP Photo/Michael Probst)
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Da mercoledì in Germania si discute molto di un incontro fra alcuni leader del partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) e diversi membri del movimento neonazista tedesco e finanziatori del partito, avvenuto il 25 novembre 2023 in un hotel di Potsdam, vicino Berlino. Secondo quanto riportato nell’inchiesta pubblicata mercoledì dal sito tedesco di giornalismo investigativo Correctiv, l’obiettivo della riunione sarebbe stato quello di discutere un piano di espulsioni su larga scala delle persone richiedenti asilo, di immigrati con permesso di soggiorno e anche di cittadini tedeschi di origine straniera. L’operazione è definita “remigrazione”.

Secondo Correctiv, che ha rivelato l’esistenza di questo incontro, i circa trenta partecipanti alla riunione hanno discusso di varare «leggi su misura» che porterebbero i «cittadini tedeschi non assimilati» ad andarsene dalla Germania. Il piano, che nei progetti avrebbe un periodo di attuazione decennale, è stato presentato da Martin Sellner, fondatore del Movimento Identitario Austriaco e figura influente dell’estrema destra tedesca e austriaca. Sellner avrebbe sostenuto che una delle possibilità per attuare il progetto sarebbe quella di individuare uno «stato modello» in Nord Africa dove poter «spostare» fino a due milioni di persone, compresi i cittadini tedeschi che aiutano le persone rifugiate.

L’inchiesta è stata ripresa e approfondita dai principali giornali tedeschi ed europei e la vicenda è stata commentata giovedì su X (Twitter) anche dal cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Ufficialmente, l’AfD non sostiene il concetto di “remigrazione”, che invece è molto popolare negli ambienti della destra identitaria tedesca, ma all’incontro diversi membri del partito si sarebbero espressi in favore del progetto e avrebbero elencato alcuni loro interventi degli ultimi anni volti a favorirlo. All’incontro erano presenti anche figure centrali del partito: fra di loro Correctiv ha identificato in particolare Roland Hartwig, ex deputato e stretto consigliere della presidente di AfD Alice Weidel, e Ulrich Siegmund, leader dei deputati dell’AfD nel parlamento della Sassonia-Anhalt, uno stato dell’est della Germania la cui sezione di AfD è stata classificata come contraria all’ordine democratico dai servizi segreti tedeschi.

L’inchiesta si inserisce nel più ampio dibattito pubblico e politico tedesco sulla possibilità di bandire l’AfD. Una petizione lanciata ad agosto 2023 da personalità del mondo della cultura e del giornalismo che chiedeva che il partito fosse sciolto ha raccolto 400mila firme, ma molti sostengono che nella pratica sia molto complicato vietare un partito di queste dimensioni.

In un’intervista sull’argomento pubblicata a inizio gennaio dalla Süddeutsche Zeitung il ministro per la Germania orientale Carsten Schneider ha sostenuto che sciogliere AfD sia complesso dal punto di vista legale e che «vietare un partito che non ci piace, ma che è stabilmente in testa ai sondaggi, non può che creare un riflesso di solidarietà nei suoi confronti, anche da parte di persone che non sono né elettori né sostenitori dell’AfD».

Oggi AfD è il secondo partito più popolare in Germania dopo la CDU, con un consenso a livello nazionale superiore al 21 per cento, ma che va oltre il 30 per cento nei sei länder (corrispettivo delle nostre regioni, ma con maggiore autonomia) dell’ex Germania dell’Est: in Sassonia e Turingia, dove il 1° settembre si terranno le elezioni regionali, arriva al 35 per cento.

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