• Mondo
  • Lunedì 8 gennaio 2024

Il primo arresto per il grosso scandalo di corruzione in Giappone

Le indagini stanno provocando una crisi politica per il governo conservatore di Fumio Kishida: la persona arrestata è l'ex viceministro dell'Istruzione, Yoshitaka Ikeda

L'ex primo ministro Shinzo Abe parla durante un evento di raccolta fondi del Partito Liberal Democratico a dicembre del 2021 (Kyodo News via AP)
L'ex primo ministro Shinzo Abe parla durante un evento di raccolta fondi del Partito Liberal Democratico a dicembre del 2021 (Kyodo News via AP)
Caricamento player

Domenica a Tokyo, in Giappone, è stato arrestato l’ex viceministro dell’Istruzione Yoshitaka Ikeda, del Partito Liberal Democratico (PLD, conservatore), guidato dal primo ministro Fumio Kishida: è il primo arresto per il grosso scandalo sui presunti fondi raccolti in maniera irregolare da alcuni membri del partito. Lo scandalo, il più grave degli ultimi decenni per i conservatori giapponesi, ha fatto iniziare una seria crisi politica per il governo di Kishida e nelle ultime settimane ha portato alle dimissioni di diversi ministri.

La procura distrettuale di Tokyo, che sta guidando le indagini, ha detto che Ikeda è accusato di non aver dichiarato circa 48 milioni di yen (oltre 300mila euro) di proventi ricevuti dopo una raccolta fondi. I 48 milioni di yen sarebbero stati ricavati tra il 2018 e il 2022 dalla vendita di biglietti per gli eventi di raccolta fondi. In Giappone questa attività non è illegale, e non lo è nemmeno che i membri del partito tengano per sé una percentuale dei proventi: è tuttavia illegale non dichiararlo nella contabilità del partito.

Insieme a Ikeda è stato arrestato anche il suo segretario Kazuhiro Kakinuma. La procura non ha dato altri dettagli sulle accuse, e il primo ministro giapponese Kishida non ha ancora commentato gli arresti.

Ikeda fa parte di un’ampia e influente corrente del PLD, la cosiddetta “fazione Abe”, composta da membri del partito che erano molto vicini all’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe, assassinato nel luglio del 2022. L’indagine della procura giapponese riguarda proprio questa corrente: il sospetto è che i suoi membri non abbiano dichiarato 500 milioni di yen (circa 3,2 milioni di euro) ottenuti negli ultimi cinque anni attraverso le raccolte di fondi per il partito, tenendone parte per sé.

Per via dello scandalo nelle ultime settimane si sono dimessi il segretario di gabinetto, Hirokazu Matsuno, tre ministri e altri esponenti importanti del partito, come il capogruppo al Senato, Hiroshige Seko. Il primo ministro Kishida al momento non è indagato, ma la sua popolarità è molto calata.