La commemorazione neofascista di Acca Larenzia avviene ogni anno

I video che mostrano decine di persone vestite di nero fare il saluto romano si riferiscono a una commemorazione ricorrente

(ANSA/Giulia Marrazzo NPK)
(ANSA/Giulia Marrazzo NPK)
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Nelle ultime ore diversi giornali hanno diffuso alcuni video che mostrano una cerimonia di commemorazione avvenuta a Roma nel pomeriggio di domenica 7 gennaio per ricordare tre militanti neofascisti uccisi il 7 gennaio 1978, la cosiddetta strage di Acca Larenzia. La commemorazione si è svolta nel luogo dell’uccisione dei tre militanti, la vecchia sede del Movimento Sociale Italiano, cioè il partito che nel Secondo dopoguerra raccolse i nostalgici del regime fascista, situata in via Acca Larenzia nella zona sudest di Roma (quartiere Tuscolano). Quest’anno se ne sta parlando più del solito per via dei video che mostrano decine e decine di persone vestite di nero fare il “saluto romano”, cioè fascista, durante la cerimonia.

Per via di questi video c’è stato un gran clamore mediatico che a sua volta ha generato una polemica politica dei partiti di opposizione, ma in realtà la commemorazione si svolge ogni anno, più o meno sempre con le stesse modalità.

Diversi politici e commentatori hanno legato questi video a un episodio avvenuto pochi giorni fa al teatro alla Scala di Milano, quando un uomo durante uno spettacolo urlò “viva l’Italia antifascista” e per questa ragione venne identificato dalla polizia. I leader dei partiti di centrosinistra stanno accusando la maggioranza di destra che sostiene il governo di non avere condannato a sufficienza la commemorazione di Acca Larenzia, al contrario di quanto avvenuto con l’uomo identificato alla Scala, che venne molto criticato per esempio dal vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini. Fratelli d’Italia, il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è l’erede politico del Movimento Sociale Italiano e soprattutto a Roma esistono diversi punti di contatto fra i militanti del partito e quelli della destra neofascista.

«Se gridi “Viva l’Italia antifascista” a teatro vieni identificato, se vai a un’adunata neofascista con saluti romani e striscioni invece no», ha scritto per esempio su X (l’ex Twitter) la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Al momento nessun leader di Fratelli d’Italia ha commentato le accuse e i video della commemorazione di domenica. Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, si è dissociato a nome di Forza Italia, il partito di cui è presidente: «Noi siamo una forza che certamente non è fascista, siamo antifascisti. Chi ha avuto un comportamento deve essere certamente condannato da parte di tutti», ha detto lunedì.

La commemorazione in via Acca Larenzia ricorda l’uccisione dei militanti neofascisti Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. I primi due vennero uccisi con alcuni colpi di arma da fuoco durante un agguato fuori dalla sede dell’MSI, nel pomeriggio del 7 gennaio 1978, mentre stavano andando a fare volantinaggio per un concerto di un gruppo neofascista. Recchioni invece venne ucciso alcune ore dopo durante alcuni scontri con le forze dell’ordine.

L’uccisione di Bigonzetti, Ciavatta e Recchioni fu uno degli episodi più violenti avvenuti a Roma durante i cosiddetti anni di piombo, il periodo di stragi, violenze politiche e lotta armata che va grosso modo dalla fine degli anni Sessanta all’inizio degli anni Ottanta. Le responsabilità dell’uccisione dei tre militanti non sono mai state completamente accertate: una delle armi utilizzate nell’agguato fu trovata diversi anni dopo in un locale usato dalle Brigate Rosse, il principale gruppo terrorista di ispirazione comunista nella storia italiana. Ma non si è mai saputo chi l’avesse portata lì e se le Brigate Rosse c’entrassero davvero qualcosa.

Ogni anno la destra neofascista romana celebra l’uccisione dei tre militanti neofascisti con una manifestazione in cui inneggia sostanzialmente al regime fascista: online si possono facilmente trovare video molto simili a quelli girati in questi giorni, con saluti romani e vari appelli ai “camerata” (l’appellativo con cui tradizionalmente si chiamano fra loro i militanti fascisti).

Questa commemorazione si tiene tradizionalmente nel pomeriggio, mentre di mattina, come ogni anno, l’uccisione dei tre militanti viene celebrata con una cerimonia istituzionale: quest’anno erano presenti sia il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca (che fra l’altro ha una storia di militanza proprio nel Movimento Sociale Italiano) sia l’assessore alla Cultura del comune di Roma, lo storico Miguel Gotor, del Partito Democratico.