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  • Sabato 30 dicembre 2023

Il Sudafrica ha accusato Israele di genocidio davanti alla Corte internazionale di giustizia

Ha chiesto un provvedimento immediato, ma la questione è complessa e una sentenza potrebbe richiedere molto tempo e non servire a niente

Profughi palestinesi nella periferia della città di Gaza, a novembre (AP Photo/Victor R. Caivano)
Profughi palestinesi nella periferia della città di Gaza, a novembre (AP Photo/Victor R. Caivano)
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Venerdì il Sudafrica si è rivolto alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia accusando Israele di star commettendo un genocidio nella Striscia di Gaza. Il Sudafrica ha chiesto un provvedimento urgente del tribunale internazionale per l’interruzione dei bombardamenti e di tutte le operazioni militari dell’esercito israeliano, sostenendo che le sue azioni violino la cosiddetta Convenzione sul genocidio, un trattato internazionale approvato dall’Assemblea generale dell’ONU nel 1948 e ratificato da Israele.

La Corte internazionale di giustizia è il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, istituito per risolvere le dispute tra stati. Le sue indicazioni però sono spesso state ignorate in passato: a marzo del 2022 per esempio il tribunale aveva ordinato alla Russia di fermare il suo attacco militare in Ucraina, sempre sulla base della Convenzione sul genocidio, senza ottenere niente. Dimostrare che la guerra in corso sia o meno giuridicamente catalogabile come genocidio inoltre è piuttosto difficile al momento, e potrebbe richiedere molto tempo.

– Leggi anche: La complicata questione delle accuse di “genocidio” contro Israele

La Convenzione del 1948 citata dal Sudafrica, che Israele ha ratificato nel 1950, è un trattato internazionale che fornisce la definizione di genocidio sulla base della quale gli organismi internazionali stabiliscono la presenza o meno di un simile atto, e i tribunali internazionali le eventuali responsabilità e punizioni. Permette inoltre a ogni stato di denunciarne un altro davanti alla Corte internazionale di giustizia, anche se non è direttamente coinvolto con l’operazione militare in questione.

Le condizioni decise dalla Convenzione per parlare di genocidio sono piuttosto precise, ma c’è un elemento che rende la questione più complicata, che è «l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale». In pratica significa che per parlare di genocidio deve essere provato che chi ha commesso l’atto avesse l’intenzione di sterminare un gruppo di persone in quanto tale, e non è facile.

Nei documenti depositati dal Sudafrica si legge che «gli atti e le omissioni di Israele denunciati dal Sudafrica sono di tipo genocida perché volti a provocare la distruzione di una parte sostanziale del gruppo nazionale, razziale ed etnico palestinese», ma per arrivare a una sentenza potrebbe volerci molto tempo, soprattutto perché l’accesso alla Striscia di Gaza è completamente bloccato, e non è possibile formulare un’accusa sulla base di indagini indipendenti. Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas a ottobre il Sudafrica si è posto in modo molto critico nei confronti di Israele, sospendendo ogni relazione diplomatica.

Il ministero degli Esteri di Israele ha risposto in una nota di «rifiutare con disgusto» le accuse del Sudafrica, che sarebbero «senza fondamenti fattuali e legali». Ha inoltre aggiunto che il Sudafrica starebbe collaborando con Hamas, e ha ribadito di star rivolgendo le proprie azioni militari solo contro Hamas e le «altre organizzazioni terroristiche», e di aver messo in atto «ogni sforzo per limitare i danni ai civili».

In realtà nelle ultime settimane gli attacchi di Israele hanno in molti casi colpito zone della Striscia di Gaza popolate da civili, tra cui campi profughi. Pochi giorni fa un’inchiesta giornalistica curata dal New York Times, tra i giornali più prestigiosi e affidabili al mondo, ha rivelato che negli ultimi mesi l’esercito israeliano ha sganciato oltre 200 bombe particolarmente potenti in zone della Striscia di Gaza che in precedenza aveva indicato come sicure, e dove aveva quindi suggerito ai civili di rifugiarsi.