Nell’incidente aereo in Nepal in cui morirono 72 persone lo scorso gennaio probabilmente i piloti spensero i motori per errore

un uomo chino di fianco ai rottami di un aereo in un prato
Un investigatore esamina i resti dell'aereo precipitato (AP Photo/Yunish Gurung)

Un’indagine governativa in Nepal ha concluso che molto probabilmente la caduta dell’aereo che causò 72 morti a gennaio di quest’anno fu provocata dallo spegnimento accidentale dell’alimentazione dei motori dell’aereo. Secondo l’indagine i piloti avrebbero confuso due leve con funzioni diverse nel pannello di controllo dell’aereo. Il resoconto dell’indagine indica come cause aggiuntive l’addestramento carente dei piloti e l’elevato carico di lavoro e di stress: al momento dell’incidente erano al terzo volo consecutivo. Dopo aver tolto potenza ai motori i due piloti non sarebbero riusciti a rimediare all’errore. L’aereo avrebbe continuato a volare per 49 secondi prima di schiantarsi a terra.

Il volo stava andando dalla capitale nepalese Kathmandu alla località turistica di Pokhara. Non c’erano stati sopravvissuti: è stato l’incidente aereo più grave degli ultimi trent’anni in Nepal.

Nella storia recente del paese ci sono state decine di incidenti aerei simili, e per questo le compagnie aeree nepalesi sono considerate tra le più inaffidabili al mondo. I motivi sono diversi, e hanno a che fare sia con l’inadeguatezza del personale e degli aeroporti locali, sia con la conformazione geografica stessa del Nepal, che rende i voli aerei particolarmente pericolosi. Proprio per via del gran numero di incidenti, nel 2013 la Commissione Europea vietò a tutte le compagnie nepalesi di viaggiare verso i paesi dell’Unione Europea.

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