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  • Lunedì 25 dicembre 2023

Ci sono notizie di Alexei Navalny, infine

Del principale oppositore a Vladimir Putin non si sapeva nulla dal 6 dicembre: ora si trova nella prigione di massima sicurezza IK-3

Alexei Navalny
(AP Photo, File)
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Alexei Navalny, considerato a lungo il principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin, è stato trasferito in una nuova colonia penale nel nord della Russia. Lo ha detto la sua portavoce, Kira Yarmysh, specificando che al momento si trova a Charp, circa 1.900 chilometri a nord-est di Mosca, e che lunedì il suo avvocato è riuscito a vederlo. È la prima volta che si hanno notizie certe di Navalny dall’inizio di dicembre: nelle ultime settimane non si era presentato ad alcune udienze dei processi in cui è coinvolto, alle quali ormai da tempo partecipava in videoconferenza, e non compariva più nell’elenco dei detenuti del carcere di massima sicurezza in cui si trovava dal giugno del 2022.

Navalny, che ha 47 anni, è in carcere per accuse che la stragrande maggioranza dei commentatori e degli esperti di libertà di espressione considera pretestuose, tra cui quella di aver fondato e finanziato attività e organizzazioni che le autorità russe ritengono «estremiste». Mariana Katzarova, una funzionaria delle Nazioni Unite, aveva definito la sua assenza una «sparizione forzata».

Navalny è attualmente imputato in 14 processi in cui potrebbe essere condannato fino a 35 anni di carcere, che si andrebbero ad aggiungere ai 30 che sta già scontando. Fino a poco tempo fa era detenuto in un carcere di massima sicurezza circa 240 chilometri a est di Mosca, ma l’8 dicembre alcuni suoi collaboratori avevano fatto sapere di non avere sue notizie da tre giorni: in base alle informazioni più recenti sul suo conto, si era ammalato a causa delle cattive condizioni in cui era detenuto, tra cui la scarsità di cibo e la poca ventilazione nella sua cella.

Una delle possibilità era che potesse essere stato ricoverato in ospedale; un’altra, appunto, che fosse stato trasferito in un carcere “a regime speciale”, il grado più duro del sistema carcerario russo, come aveva deciso ad agosto uno dei tribunali che si stanno occupando dei suoi molti processi.

Finora però non era stata confermata alcuna ipotesi, e nemmeno il governo russo sapeva per certo dove si trovava, almeno formalmente: il portavoce del governo russo Dmitri Peskov aveva detto che la Russia non aveva «la capacità, il diritto o il desiderio di tenere traccia dei destini dei prigionieri che stanno scontando una sentenza emessa da un tribunale».

L’avvocato che è riuscito a incontrare Navalny, Ivan Zhdanov, ha detto che nelle ultime settimane lui e i suoi collaboratori avevano chiesto 618 volte informazioni su dove fosse. In un messaggio condiviso su Telegram, Yarmysh ha scritto che sta bene.