• Mondo
  • Martedì 12 dicembre 2023

Non si sa dove sia Alexei Navalny

La portavoce del dissidente russo non ne ha notizie da una settimana e dice che potrebbe essere stato trasferito in un altro carcere

Alexei Navalny in videoconferenza durante un'udienza a settembre del 2022 (AP Photo)
Alexei Navalny in videoconferenza durante un'udienza a settembre del 2022 (AP Photo)
Caricamento player

Da una settimana i collaboratori del dissidente russo Alexei Navalny non riescono più a mettersi in contatto con lui e hanno fatto sapere che il suo nome non compare più nell’elenco dei detenuti del carcere di massima sicurezza non distante da Mosca in cui si trovava fino a pochi giorni fa.

Negli ultimi giorni erano saltate le udienze di alcuni processi in cui è coinvolto, alle quali ormai da tempo Navalny partecipa in videoconferenza dal carcere. Fino a lunedì, il personale della struttura aveva detto ai suoi avvocati e collaboratori che si trattava di un «problema di elettricità». Martedì 12 dicembre la portavoce di Navalny, Kira Yarmysh, ha scritto però su X (Twitter) che un impiegato del carcere le aveva detto che Navalny aveva «lasciato la loro struttura», ma che non sapeva dove fosse stato trasferito.

Alexei Navalny ha 47 anni ed è stato a lungo considerato il principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin. È in carcere con accuse che la stragrande maggioranza dei commentatori e degli esperti di libertà di espressione considera pretestuose, tra cui quella di aver fondato e finanziato attività e organizzazioni che le autorità russe ritengono «estremiste». Navalny è attualmente imputato in 14 processi e potrebbe ricevere fino a 35 anni di carcere, che si andrebbero ad aggiungere a quelli che sta già scontando.

Non è chiaro cosa gli sia successo effettivamente. All’inizio i suoi collaboratori avevano ipotizzato che la mancanza di notizie avesse a che fare con il fatto che Navalny nelle ultime settimane si era ammalato a causa delle cattive condizioni in cui è detenuto. Tuttavia durante il weekend avevano anche iniziato a ipotizzare che fosse stato trasferito in un altro carcere.

Ad agosto il tribunale di Mosca aveva condannato Navalny ad altri 19 anni di carcere (oltre agli 11 che sta già scontando) e aveva ordinato il suo trasferimento in un carcere “a regime speciale”, il grado più duro del sistema carcerario russo. Secondo il Codice penale russo queste “colonie a regime speciale” sono riservate a chi è stato condannato all’ergastolo o in caso di «particolare pericolosità della reiterazione dei reati», categoria in cui è stato fatto rientrare Navalny.

I trasferimenti dei prigionieri in Russia avvengono di solito in treno e data la vastità del territorio russo questo processo può durare settimane, durante le quali avvocati e familiari non vengono informati della loro posizione e delle loro condizioni di salute. Non ci sono al momento però conferme ufficiali del fatto che Navalny sia stato trasferito e non si sa neanche in quale dei circa 30 carceri “a regime speciale” nel paese dovrebbe essere mandato.

Il 7 dicembre i collaboratori di Navalny avevano lanciato una campagna sui social network per opporsi alla candidatura di Putin per il suo quinto mandato presidenziale, invitando gli elettori russi a non votare per lui: il giorno seguente, l’8 dicembre, Putin aveva annunciato formalmente che si candiderà. Diversi collaboratori di Navalny hanno ipotizzato che questi due eventi possano essere collegati, anche perché il suo trasferimento in un carcere del genere limiterebbe ancora di più la possibilità di Navalny di scrivere o ricevere lettere e avere dei visitatori.