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  • Giovedì 14 dicembre 2023

Quanti sono i soldati israeliani morti nell’invasione di Gaza

Quasi il doppio dell'ultima guerra, nel 2014, e martedì è stato il giorno con più morti dall'inizio delle operazioni di terra

Mezzi militari israeliani al confine con la Striscia di Gaza (AP Photo/Ohad Zwigenberg)
Mezzi militari israeliani al confine con la Striscia di Gaza (AP Photo/Ohad Zwigenberg)
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Martedì 12 dicembre è stato in assoluto il giorno in cui sono morti più soldati israeliani dall’inizio dell’invasione della Striscia di Gaza: sono stati 10 in tutto,  uccisi nel corso di un’operazione militare nel quartiere Shejaiya della città di Gaza (la più grande e popolosa della Striscia, che si trova nel nord). L’esercito israeliano ha detto che i soldati sono stati uccisi in «un’imboscata» da parte di miliziani di Hamas in un edificio residenziale che secondo Israele nascondeva un passaggio per uno dei molti tunnel utilizzati dal gruppo radicale palestinese.

Da quando la sera del 27 ottobre l’esercito israeliano ha cominciato a invadere la Striscia di Gaza, in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre, 116 soldati sono stati uccisi nel corso dei combattimenti in territorio palestinese. È un numero piuttosto alto, che indica che il livello di opposizione armata da parte di Hamas è tutto sommato abbastanza elevato: i soldati morti finora nell’invasione sono quasi il doppio di quelli morti durante l’ultima invasione israeliana della Striscia di Gaza, quella del 2014.

I morti palestinesi al momento sono più di 18.500, la maggior parte dei quali civili, anche se il ministero della Salute di Hamas, che fornisce i dati, non distingue tra civili e miliziani.

La maggior parte dei soldati israeliani è stata uccisa nel nord di Gaza, dove si è concentrata la prima fase dell’invasione israeliana, che solo nelle ultime settimane si è spostata anche nel sud. Dal 7 ottobre, giorno dell’inizio della guerra, i solati israeliani uccisi sono stati in tutto 444: la maggior parte è stata uccisa proprio nel giorno dell’attacco di Hamas e nei giorni immediatamente seguenti, quando l’esercito israeliano ha compiuto una serie di operazioni militari nei territori al confine con la Striscia di Gaza dove erano ancora presenti miliziani del gruppo radicale.

Dei 116 che sono morti da quando invece è iniziata l’invasione di Gaza, molti sono stati uccisi dai miliziani palestinesi, ma ce ne sono anche diversi che sono morti a causa del cosiddetto “fuoco amico”, ovvero da colpi d’arma da fuoco sparati per errore dagli stessi soldati israeliani, o a causa di non meglio specificati incidenti nell’uso di armi e macchinari militari: in sostanza un quinto dei soldati morti a Gaza non è stato ucciso da Hamas.

– Leggi anche: Israele sta allagando i tunnel di Hamas?

L’«imboscata» di martedì, che ha portato alla morte di 10 militari, è avvenuta mentre i soldati stavano ispezionando un edificio, che era densamente abitato da civili: c’è stata un’esplosione che ha coinvolto decine di soldati della brigata Golani. Alcuni soldati sono andati ad aiutare quelli colpiti e feriti nell’esplosione, ma in quel momento c’è stata una seconda esplosione.

Poi un terzo gruppo ha cercato di avvicinarsi ai feriti ed è stato a sua volta colpito da un’esplosione. Alla fine tra i soldati morti ci sono stati anche due comandanti, tra cui il tenente colonnello Tomer Greenberg, che nel corso dell’attacco del 7 ottobre era stato tra i primi a prestare soccorso ai civili nel kibbutz di Kfar Azza, salvando due gemelli neonati i cui genitori erano stati uccisi da Hamas.

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