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  • Mercoledì 13 dicembre 2023

Matteo Salvini ha precettato di nuovo uno sciopero dei trasporti

Cioè ne ha limitato la durata a 4 ore rispetto alle 24 previste: negli ultimi mesi è successo diverse volte

(ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)
(ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)
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Martedì il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha annunciato la precettazione dello sciopero indetto per venerdì 15 dicembre dai lavoratori del trasporto pubblico locale. Lo sciopero sarebbe dovuto durare 24 ore, ma tramite un’ordinanza Salvini ha deciso di ridurne la durata a un massimo di quattro ore: «Il diritto allo sciopero è sacrosanto, ma non lo fai di 24 ore nel penultimo venerdì prima del Santo Natale» ha detto. L’Unione sindacale di base (USB) ha annunciato però che non intende rispettare la decisione e ha confermato l’intenzione di sospendere i servizi per 24 ore, salvo il rispetto delle fasce di garanzia.

Non è la prima volta che Salvini decide di intervenire per ridurre la durata di uno sciopero, anzi: negli ultimi mesi è successo almeno quattro volte, sempre con riferimento a proteste indette dai lavoratori dei trasporti. Il termine “precettare” è usato nel linguaggio giuridico per descrivere l’attività di un’autorità che ordina a un certo soggetto di comportarsi in un certo modo, punendolo se le disposizioni vengono violate. Pur non essendo specifico di quest’ambito, di fatto il termine “precettazione” viene utilizzato abitualmente solo in relazione agli scioperi, anche se le leggi non fanno mai riferimento a questa espressione.

– Leggi anche: Che vuol dire “precettare”

La precettazione di uno sciopero non è immediata. Il governo deve prima chiedere il parere alla commissione di garanzia sugli scioperi, un’autorità amministrativa indipendente che vigila sui modi e sui tempi di convocazione degli scioperi, e deve almeno provare a trovare un compromesso con i sindacati.

Per questo martedì Salvini aveva convocato un incontro con i sindacati coinvolti nello sciopero del 15 dicembre, senza riuscire a trovare un accordo, anzi: dopo l’annuncio della precettazione i rappresentanti dell’USB hanno detto che chiederanno al Tribunale amministrativo regionale (TAR) di sospendere l’ordinanza. In un comunicato il sindacato ha detto inoltre che intende chiedere un incontro «urgente» con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per capire se la decisione della precettazione è condivisa da tutto il governo oppure è attribuibile solo al ministro Salvini.

Il sindacato ha anche convocato un’ulteriore manifestazione proprio per protestare contro la precettazione: si terrà sempre venerdì a Roma a partire dalle 17, con un corteo che partirà dal piazzale Aldo Moro e arriverà alla sede del ministero dei Trasporti, nel piazzale di Porta Pia.

Negli ultimi mesi Salvini è intervenuto diverse volte per ridurre la durata degli scioperi indetti dai lavoratori dei trasporti. Lo scorso 29 settembre, per esempio, l’USB aveva proclamato uno sciopero di 24 ore per i lavoratori dei trasporti pubblici, ma Salvini lo aveva precettato stabilendo una durata massima di 4 ore. Per protesta i sindacati avevano spostato lo sciopero al 9 ottobre, mantenendo la durata di 24 ore. Lo stesso era successo per lo sciopero dello scorso 27 novembre, che era stato precettato e spostato al 15 dicembre (e ora è stato nuovamente precettato).

Di recente si è molto discusso della decisione di Salvini di precettare il grosso sciopero in programma per lo scorso 17 novembre, riducendone in questo caso la durata da 8 a 4 ore. In quell’occasione i rappresentati dei sindacati CGIL e UIL avevano acconsentito a limitare la durata della protesta.

Durante l’estate invece Salvini aveva ridotto da 23 a 12 ore la durata di uno sciopero dei treni previsto per il 13 luglio. Secondo le leggi in vigore, un ministro può intervenire per limitare o cancellare uno sciopero solo fino a 48 ore prima del suo inizio, a meno che non siano ancora in corso tentativi di conciliazione tra le due parti. A luglio Salvini aveva annunciato la precettazione solo poche ore prima dell’inizio della protesta: aveva convocato all’ultimo minuto un incontro con i sindacati coinvolti, per dimostrare in qualche modo che le mediazioni fossero ancora in corso.

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