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  • Mercoledì 13 dicembre 2023

A una squadra di football americano sono stati rubati 22 milioni di dollari

Un ex dipendente dei Jacksonville Jaguars li avrebbe sottratti in modo indisturbato nell’arco di quattro anni

Trevor Lawrence dei Jacksonville Jaguars (Mike Carlson/Getty Images)
Trevor Lawrence dei Jacksonville Jaguars (Mike Carlson/Getty Images)
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Un ex dipendente dei Jacksonville Jaguars, una delle trentadue squadre del campionato statunitense di football americano, la NFL, è accusato di aver rubato alla squadra oltre 22 milioni di dollari nell’arco di quattro anni. La vicenda è stata ricostruita e raccontata la scorsa settimana dal sito sportivo di The Athletic e da allora si sta arricchendo di dettagli che tentano di rispondere alla domanda che più ci si sta facendo: come è stato possibile?

I Jaguars sono una squadra di seconda fascia in NFL e non hanno mai vinto un Super Bowl, ma da alcuni anni si stanno dando da fare per rilanciarsi, specialmente dopo aver potuto selezionare nel 2021 il miglior giocatore proveniente dai college, il quarterback Trevor Lawrence. Anche in assenza di grandi successi vengono valutati comunque sui 4 miliardi di dollari e sono di proprietà del miliardario di origini pakistane Shahid Khan, uno degli uomini più ricchi al mondo.

Amit Patel ha lavorato nel loro dipartimento finanziario dal 2018 al 2022 occupandosi di supervisionare i rendiconti finanziari e i budget dei vari dipartimenti. Nel suo periodo ai Jaguars si è occupato inoltre dell’introduzione di un sistema di carte di credito virtuali per semplificare e rendere più sicure le transazioni effettuate dai dipendenti. Proprio la sua posizione all’interno del dipartimento finanziario, scrive The Athletic, gli avrebbe consentito di mettere in atto la frode di cui è accusato in modo totalmente indisturbato per circa quattro anni.

Secondo i documenti depositati al tribunale distrettuale degli Stati Uniti di Jacksonville (Florida), che si sta occupando del caso, in questo arco di tempo Patel avrebbe usato i fondi sottratti «per giocare d’azzardo, acquistare un condominio a Ponte Vedra Beach, pagare viaggi personali per sé e per i suoi amici (compreso il noleggio di jet privati e il soggiorno in hotel di lusso e residenze private), acquistare una Tesla Model 3, un pick-up Nissan, centinaia di migliaia di dollari in criptovalute, dispositivi elettronici, cimeli sportivi, trattamenti termali, biglietti per concerti ed eventi sportivi, arredi per la casa, orologi da polso di lusso (di cui uno da 95mila dollari) e l’iscrizione a un country club in Florida».

Patel ci sarebbe riuscito duplicando una lunga serie di transazioni identificate come spese aziendali (catering, biglietti aerei, alberghi) completamente fittizie ma plausibili, almeno a un primo controllo, e già di per sé gonfiate rispetto al loro solito costo.

«Questa persona era un ex manager che ha approfittato della sua posizione di fiducia per commettere segretamente e intenzionalmente significative attività finanziarie fraudolente a spese della squadra per il suo vantaggio personale. Non aveva però accesso alla parte sportiva e quindi a documenti riservati, personali o ad altre informazioni riguardanti le attività della squadra» hanno fatto sapere i Jaguars. Proprio quest’ultimo punto avrebbe permesso a Patel di operare indisturbato fino al licenziamento, avvenuto lo scorso febbraio. Se infatti avesse manipolato i conti della parte sportiva, e non soltanto quelli della parte puramente gestionale, le rigide verifiche finanziare della NFL sui costi sportivi delle squadre del campionato non gli avrebbero permesso di continuare a lungo.

The Athletic ha parlato con persone che lavorano o hanno lavorato nel settore finanziario di squadre sportive professionistiche, e tutte sembrano essere dell’idea che Patel si sia trovato al posto giusto al momento giusto. In quel periodo infatti il dipartimento finanziario dei Jaguars era a corto di personale per una serie di cambiamenti ravvicinati e in questo contesto Patel avrebbe per giunta ottenuto una posizione, quella di responsabile del nuovo sistema di carte di credito virtuali, che non prevedeva controlli diretti al suo lavoro: in pratica era lui a controllare sé stesso.

Patel è accusato di frode e nega di aver acquistato alcuni beni in suo possesso con i soldi sottratti ai Jaguars, ma a parte questo pare non abbia molti margini per difendersi. Secondo la stampa statunitense si dichiarerà colpevole già alla prossima udienza per chiudere in fretta la questione con uno sconto sulla pena.

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