Armenia e Azerbaijan avvieranno colloqui di pace

Persone di etnia armena lasciano il Nagorno-Karabakh per andare in Armenia, il 26 settembre del 2023
Persone di etnia armena lasciano il Nagorno-Karabakh il 26 settembre del 2023 (Stepan Poghosyan, Photolure photo via AP)

I governi di Armenia e Azerbaijan avvieranno colloqui di pace per normalizzare i rapporti tra i due paesi e per liberare i prigionieri arrestati durante gli ultimi scontri nel Nagorno-Karabakh, lo stato separatista che fa parte del territorio azero ma che era abitato principalmente da persone di etnia armena. I due paesi erano in conflitto da decenni per il controllo del territorio: poi a metà settembre l’esercito dell’Azerbaijan aveva attaccato militarmente il Nagorno Karabakh, costringendo le autorità locali alla resa in appena due giorni e portando all’evacuazione di decine di migliaia di persone di etnia armena verso l’Armenia. In seguito all’invasione il presidente del Nagorno Karabakh, Samvel Sahramanyan, aveva annunciato di aver firmato un decreto che sanciva ufficialmente la dissoluzione della repubblica separatista a partire dal primo gennaio del 2024.

In un comunicato congiunto pubblicato giovedì sera, Armenia e Azerbaijan hanno definito la volontà di collaborare «un’opportunità storica» e hanno detto di augurarsi di firmare un trattato di pace entro la fine di quest’anno «sulla base del rispetto dei principi della sovranità e dell’integrità territoriale». Il comunicato chiarisce anche che l’Azerbaijan libererà 32 prigionieri di guerra, mentre l’Armenia libererà due soldati azeri. Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha definito l’accordo «uno sviluppo importantissimo» nelle relazioni tra i due paesi.

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