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  • Mercoledì 6 dicembre 2023

In Italia i mercatini di Natale tirolesi sono dappertutto

Per la loro capacità di attrarre visitatori vengono allestiti anche in posti molto lontani dal Tirolo e sono tutti molto simili per una ragione

I mercatini di natale di Bolzano (Francesca Volpi/Getty Images)
I mercatini di natale di Bolzano (Francesca Volpi/Getty Images)
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Ogni anno, a partire dalla metà di novembre e fino alla prima settimana di gennaio, passeggiando nel centro di molte città italiane è piuttosto comune imbattersi in mercatini di Natale in stile tirolese. Si tratta di mercatini caratteristici e molto frequentati, facilmente riconoscibili per via di alcuni tratti estetici ricorrenti, come i chioschi in legno, le installazioni luminose, gli addobbi appariscenti e la neve artificiale.

Anche i prodotti che è possibile acquistare nelle varie bancarelle sono tutti molto simili: addobbi natalizi, presepi, giocattoli artigianali, accessori di abbigliamento e bigiotteria, libri e cibi dolci e salati legati alle tradizioni culinarie tedesca e tirolese, come brezel, bratwurst, strudel, strauben e zelten. Oggi nell’immaginario collettivo questi mercatini vengono associati soprattutto al Tirolo, una regione storico-geografica europea, situata fra Austria e Italia, i cui confini sono cambiati in diverse occasioni nel corso dei secoli. Ma sono sempre più diffusi anche in città italiane molto distanti, dove in alcuni casi fanno addirittura da traino per il turismo invernale.

In Europa i mercatini di Natale hanno alle spalle una storia lunga diversi secoli: il più antico al mondo potrebbe essere quello che fu allestito a Vienna, la capitale dell’Austria, nel 1296, quando il duca Alberto I d’Asburgo concesse ai commercianti locali il permesso di organizzare un “krippenmarkt” (traducibile in italiano come “mercatino dei presepi”). Il primo mercatino di Natale attestato in un documento scritto fu invece lo “striezelmarkt” (“mercato degli striezel”, dal nome di un dolce tedesco) che fu organizzato a Dresda, in Germania, nel 1434.

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Oggi tra i più famosi mercatini di Natale tirolesi ci sono quelli riuniti sotto il marchio “Advent in Tirol” (“Avvento in Tirolo”), che vengono organizzati ogni anno nelle città austriache di Achensee, Hall in Tirol, Innsbruck, Kufstein, Rattenberg, Schwaz, Seefeld e St. Johann in Tirol, nella parte settentrionale dello stato austriaco del Tirolo. «Per entrare a fare parte del marchio “Advent in Tirol” bisogna soddisfare alcuni criteri di qualità», spiega Sabine Rainer-Lanthaler, responsabile della comunicazione dell’ufficio del turismo di Kufstein.

Il mercatino di Natale di Innsbruck, in Austria (Getty)

Ad esempio, si possono utilizzare soltanto tazze in ceramica e piatti compostabili, i chioschi devono essere realizzati unicamente in legno, le luci devono essere disposte secondo dei criteri particolari e la gastronomia può occupare al massimo il 30 per cento degli stand disponibili. I cibi che si possono trovare all’interno dei mercatini associati a “Advent in Tirol” sono molto diversi da quelli che solitamente vengono messi in vendita in Italia: «Nei mercatini italiani si trovano spesso brezel e würstel, che però sono pietanze tipicamente tedesche. Dalle nostre parti, invece, si trovano soprattutto piatti della tradizione tirolese». Ad esempio, nei mercatini di Kufstein i cibi più diffusi sono le “tiroler kiach”, delle frittelle di pasta fritte in olio bollente e solitamente accompagnate dai crauti, e i “zillertaler krapfen”, dei fagottini ripieni di formaggio, patate ed erba cipollina. Un’altra caratteristica di questi mercatini sono le botteghe artigiane: «Durante le vacanze di Natale è abbastanza frequente vederli all’opera, in particolare nella lavorazione del legno e soprattutto del vetro, una tradizione manifatturiera molto diffusa nelle nostre zone», racconta Rainer-Lanthaler.

In Italia i mercatini in stile tirolese sono radicati soprattutto nella subregione del Südtirol. Sono molto conosciuti e frequentati, ma hanno una storia abbastanza recente: il più famoso è quello di Bolzano, allestito per la prima volta nel 1991, cui sono seguiti quelli di Merano, Bressanone, Brunico e Vipiteno.

Tuttavia, negli ultimi tempi mercatini che si rifanno più o meno esplicitamente a questo stile hanno iniziato a diffondersi in tutta Italia, anche in città poco o per nulla legate alle tradizioni tirolesi, come Torino, Gubbio, Varese, Soverato, Viterbo e Matera. Ad esempio, una città che negli ultimi anni è diventata piuttosto famosa per i suoi mercatini di Natale è Asti, in Piemonte, che nel 2023 è stata annoverata assieme a Govone nelle prime dieci posizioni della classifica dei migliori mercatini stilata dal sito di viaggi European Best Destinations.

Attualmente tra i mercatini di Natale più famosi e frequentati ci sono quelli di Arezzo, in Toscana, una città che da una decina d’anni ha incentrato una parte della propria proposta turistica sull’organizzazione di quello che la Confcommercio locale definisce come il “villaggio tirolese più grande d’Italia”. Viene allestito in piazza Grande, la piazza principale della città, che da metà novembre a inizio gennaio ospita decine di bancarelle ed è visitato da centinaia di migliaia di turisti: «mediamente un milione e 200mila persone ogni anno», dice Gian Luca Rosai, vice direttore della Confcommercio di Arezzo e Firenze. «Abbiamo iniziato a organizzare i mercatini nel 2015, e da allora sono diventati la principale attrazione turistica di Arezzo, che oggi è conosciuta anche con l’appellativo di “città del Natale”».

I mercatini di Natale di Arezzo (Confcommercio Arezzo e Firenze)

Rosai afferma che il successo del villaggio tirolese ha contribuito a risollevare il turismo aretino: «Prima del 2015, nel periodo natalizio Arezzo aveva un gap importante dal punto di vista turistico rispetto ad altre città della Toscana. I flussi erano davvero poco importanti, al punto che spesso a dicembre gli alberghi chiudevano», racconta. «Per questo motivo, abbiamo pensato che organizzare dei mercatini ad Arezzo potesse essere una buona idea, anche perché la posizione geografica della città è piuttosto favorevole: è molto centrale e comoda da raggiungere per tutti, da Nord a Sud. Alla fine è stata l’intuizione giusta».

Per capire come organizzare dei mercatini tirolesi il più possibile rispettosi della tradizione, nel dicembre del 2014 Rosai andò a visitare quelli di Bolzano: «Volevamo attingere informazioni ed esperienza e comprendere tutti i meccanismi e le dinamiche di questi mercatini, dall’allestimento ai prodotti da vendere», racconta. «Alla fine abbiamo creato una rete di contatti con alcuni espositori tirolesi, sia italiani che austriaci, e li abbiamo convinti a venire ad Arezzo: tuttora, la maggior parte degli espositori che hanno uno stand nei mercatini aretini proviene da quella zona geografica. Abbiamo anche cercato di ricostruire l’atmosfera tipica di un autentico villaggio tirolese, acquistando le baite che solitamente vengono utilizzate in quelli più famosi e facendoci indicare il modo corretto di addobbarli dalle persone del posto».

Rosai dice che i turisti arrivano soprattutto dal Sud: «Riusciamo a intercettare un pubblico che solitamente andava in città famose per i mercatini come Bolzano e Merano, ma la maggior parte delle persone arriva ad Arezzo dalla Puglia, dalla Calabria e dalla Campania. È comprensibile: per chi vive in questi posti raggiungere il Trentino–Alto Adige è faticoso, e richiede molte ore di viaggio. Arrivare ad Arezzo è molto più facile, e permette di venire a contatto con due tradizioni: quella dei mercati tipici tirolesi e quella toscana, entrambe interessanti e caratteristiche».