C’è una piccola svolta nel processo per l’omicidio di Giulio Regeni

Quattro agenti egiziani sono stati rinviati a giudizio, dopo che il processo era rimasto fermo per anni: la prima udienza si terrà il 20 febbraio

I genitori di Regeni fuori dal tribunale di Roma per la nuova udienza preliminare contro gli agenti egiziani accusati di avere torturato e ucciso loro figlio, Roma, 4 dicembre 2023 (ANSA/ANGELO CARCONI)
I genitori di Regeni fuori dal tribunale di Roma per la nuova udienza preliminare contro gli agenti egiziani accusati di avere torturato e ucciso loro figlio, Roma, 4 dicembre 2023 (ANSA/ANGELO CARCONI)
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Lunedì pomeriggio i quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati dell’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso nel 2016 in Egitto in circostanze mai del tutto chiarite, sono stati rinviati a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare di Roma: il processo nei loro confronti passerà quindi al dibattimento in aula, dopo essere rimasto bloccato per molto tempo all’udienza preliminare perché l’Egitto non ha mai fornito all’Italia le informazioni necessarie per rintracciare gli indagati e notificare loro gli atti processuali.

È il primo sviluppo rilevante da anni sull’omicidio di Regeni. Il rinvio a giudizio per i quattro agenti è stato di fatto permesso da una sentenza emessa a settembre dalla Corte Costituzionale, che aveva deciso che il processo avrebbe potuto effettivamente cominciare anche se gli imputati rimangono irreperibili (per la legge italiana il processo non può avvenire senza la notifica degli atti processuali agli imputati). La prima udienza è prevista per il prossimo 20 febbraio.

Giulio Regeni fu sequestrato al Cairo il 25 gennaio 2016. Da allora è sempre stato molto complicato ottenere informazioni su quello che realmente accadde, sia per le autorità italiane sia per la famiglia di Regeni, per via delle resistenze politiche dell’Egitto. Il presidente autoritario Abdel Fattah al Sisi infatti è molto legato ai servizi segreti: fra il 2010 e il 2012 è stato a capo del servizio di intelligence militare.

Il corpo di Regeni venne trovato una settimana dopo in una strada alla periferia della capitale egiziana, pieno di contusioni e con varie fratture, anche alle dita delle mani e dei piedi. Aveva inoltre molti segni di bruciature di sigarette e di coltellate.

I quattro agenti egiziani sono accusati a seconda della posizione di ciascuno di concorso in lesioni personali aggravate, omicidio aggravato e sequestro di persona aggravato.

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