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  • Mercoledì 29 novembre 2023

Delle partite di NBA diverse dal solito

Il nuovo torneo In-Season ha provocato accese discussioni per via dei parquet molto strani e per dei finali che non si vedono spesso

Jrue Holiday e Dennis Schroder durante Toronto Raptors-Boston Celtics (Cole Burston/Getty Images)
Jrue Holiday e Dennis Schroder durante Toronto Raptors-Boston Celtics (Cole Burston/Getty Images)
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Nella notte tra martedì e mercoledì si sono giocate le ultime partite della fase a gironi dell’In-Season Tournament, il torneo organizzato all’interno della stagione regolare del campionato di basket NBA. Nell’ultimo mese, per la prima volta nella storia del campionato nordamericano, le partite giocate hanno contato sia per la stagione regolare che per i gironi del torneo In-Season, paragonabile alle coppe nazionali del calcio europeo. Ne sono uscite otto qualificate alla fase a eliminazione diretta che stabilirà, sempre su gare secche, le quattro squadre partecipanti alle Final Four in programma a Las Vegas tra il 7 e il 9 dicembre.

I prossimi incontri in programma dal 4 dicembre sono quindi Los Angeles Lakers-Phoenix Suns, Sacramento Kings-New Orleans Pelicans, Milwaukee Bucks-New York Knicks e Indiana Pacers-Boston Celtics. Non hanno superato il turno a gironi né i Denver Nuggets né i Miami Heat, le due finaliste della passata stagione, e neanche i Golden State Warriors di Steph Curry.

Il quadro dei playoff (NBA)

Per differenziare un torneo inedito per la NBA la lega ha pensato di far giocare le partite su dei parquet particolari e altamente riconoscibili. Le superfici di gioco nelle varie arene del campionato erano già soggette a frequenti cambiamenti tra le partite di campionato, ma sempre mantenendo lo schema classico previsto per il campo da basket NBA. Per il torneo In-Season i parquet sono stati completamenti stravolti, dipinti interamente con i colori delle divise delle squadre e occupati dal disegno di un gigantesco trofeo, quello che verrà assegnato alla fine del torneo.

Questi nuovi parquet sono riusciti nell’intento di farsi notare e online circolano ancora meme e altre ironie sui loro colori piuttosto accesi. Ma ci sono state anche critiche e discussioni. Jaylen Brown dei Boston Celtics, per esempio, si è leggermente infortunato dopo essere scivolato sul parquet di Toronto, come altri giocatori in quella partita: «Il campo è stato scivoloso per tutta la partita. Come giocatori siamo tutti qui per il torneo stagionale perché genera entrate, entusiasmo e nuova competitività. Dobbiamo però assicurarci che i campi siano sicuri. Stasera il parquet era inaccettabile, scivolavamo dappertutto». Il problema ha riguardato anche altri campi, come quello di Dallas, e sembra sia stato causato dalle vernici usate per coprire interamente l’area di gioco.

A inizio torneo proprio i Boston Celtics si erano visti negare la richiesta di inserire una porzione del loro storico parquet in legno intrecciato, quello su cui a Boston si gioca da sempre. Altri giocatori di altre squadre hanno parlato invece di difficoltà nel misurare spazi e riconoscere le linee fra tutti quei colori. LeBron James non ha avuto problemi e il video in cui ha testato il parquet di Los Angeles è circolato molto in queste settimane.

Un’altra questione nata durante le prime partite del torneo In-Season ha riguardato i punti segnati dalle squadre nei finali di partita. In NBA, ma anche nel basket in generale, c’è una regola non scritta tra giocatori secondo la quale nei secondi finali delle partite, in caso di esito già certo e quindi con una squadra in netto vantaggio, si smetta progressivamente di giocare. La squadra che sta vincendo, se in possesso, rinuncia di solito a segnare l’ultimo canestro.

Nella fase a gironi del torneo In-Season, però, la differenza di punti contava perché utilizzata per determinare le posizioni in classifica in caso di pari merito. Questo ha influito di conseguenza nell’andamento e nella gestione delle partite. Le squadre in ballo per la qualificazione hanno diminuito il turnover tra giocatori e hanno lasciato spesso in campo i titolari anche nei minuti finali delle partite ampiamente controllate.

Il parquet di Denver per il torneo In-Season (Morgan Engel/Getty Images)

In alcuni casi le squadre in vantaggio hanno continuato anche a segnare nei secondi finali per migliorare la propria differenza punti, cosa che non è piaciuta ad alcuni, come Jayson Tatum, altro giocatore dei Boston Celtics, che in questi giorni ha detto a riguardo: «Il rispetto del gioco e degli avversari è essenziale nel basket. Quindi non sono un grande fan di questa differenza punti».

Per quanto riguarda gli spettatori, il torneo In-Season sembra stia funzionando. La NBA aveva deciso di introdurlo principalmente per tentare di ravvivare sia la competizione tra squadre che l’interesse del pubblico in un periodo solitamente interlocutorio per la stagione regolare, dove le partite non significano molto e sono ancora lontane dall’essere spettacolari o perlomeno decisive per la qualificazione ai playoff. I dati definitivi non ci sono ancora, ma dopo due settimane di torneo la lega aveva annunciato una media di 1,7 milioni di spettatori per le prime partite, con un aumento del 55 per cento rispetto alle partite di stagione regolare disputate nello stesso periodo lo scorso anno.

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