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  • Venerdì 24 novembre 2023

Hamas ha liberato 24 ostaggi

Sulla base della tregua di quattro giorni concordata con Israele, che a sua volta ha rilasciato 39 detenuti palestinesi

Le foto di alcune persone israeliane prese in ostaggio da Hamas, su un muro a Tel Aviv (AP Photo/Ariel Schalit)
Le foto di alcune persone israeliane prese in ostaggio da Hamas, su un muro a Tel Aviv (AP Photo/Ariel Schalit)
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Poco dopo le 15:30 italiane il gruppo radicale palestinese Hamas ha liberato 24 persone che aveva preso in ostaggio nell’attacco compiuto in Israele il 7 ottobre. La liberazione degli ostaggi è stata decisa sulla base di un accordo con il governo israeliano, che a sua volta nel pomeriggio ha liberato 39 detenuti palestinesi, donne e minori.

Tredici ostaggi liberati sono di nazionalità israeliana, a cui sono stati aggiunti all’ultimo momento 10 ostaggi thailandesi e 1 ostaggio filippino (questi ultimi grazie alla mediazione dell’Egitto). Le autorità di Israele hanno comunicato l’identità dei 13 ostaggi israeliani liberati, mentre degli altri per ora non si hanno notizie certe. Sono donne e bambini: Hannah Perry (79 anni), Adina Moshe (72 anni), Emilia Aloni (5 anni), Danielle Aloni (43 anni), Ohad Monder (9 anni), Keren Monder (54 anni), Ruti Monder (78 anni), Yafa Ader (85 anni), Margalit Mozes (77 anni), Aviv Asher (2 anni), Raz Asher (4 anni), Doron Katz-Asher (34 anni) e Hannah Katzir (77 anni). Quest’ultima era comparsa in un video del Jihad Islamico a inizio novembre, in cui si ipotizzava il suo rilascio per questioni di salute. Lo stesso gruppo aveva poi detto che la donna era morta, sostenendo che le trattative per il suo rilascio si fossero bloccate per colpa del governo israeliano.

Gli ostaggi sono stati consegnati da Hamas a rappresentanti della Croce Rossa Internazionale, che poi li ha portati al varco di Rafah, in Egitto, l’unico confine attivo tra la Striscia di Gaza e l’estero. Da lì sono stati poi trasferiti in elicottero in Israele. Hamas ha poi pubblicato un video del momento in cui alcuni suoi miliziani hanno consegnato gli ostaggi agli operatori della Croce Rossa.

Nel pomeriggio di venerdì il ministero degli Esteri del Qatar, paese che ha mediato l’accordo tra Israele e Hamas, ha detto che anche i primi detenuti palestinesi sono stati liberati: sono 22 donne e 17 minori e sono stati trasferiti inizialmente al carcere di Ofer in Cisgiordania, dove sono stati presi in consegna da rappresentanti della Croce Rossa e portati nella città palestinese di Beitunia, vicino a Ramallah. Qui le prigioniere e i prigionieri liberati sono stati accolti dalle famiglie e da una piccola folla.

A destra Marah Bakir, una delle prigioniere palestinesi liberate (AP Photo/Mahmoud Illean)

Lo scambio fa parte di un più ampio accordo di tregua di quattro giorni dai combattimenti tra Israele e Hamas: è la prima pausa in quasi sette settimane di guerra e permetterà uno scambio di prigionieri e ostaggi tra le due parti, oltre all’ingresso di molti aiuti umanitari per i civili nella Striscia di Gaza, che l’esercito israeliano ha bombardato ininterrottamente dallo scorso 7 ottobre.

 

In base agli accordi durante i quattro giorni di tregua Hamas dovrebbe liberare almeno 50 degli oltre 240 ostaggi israeliani e stranieri rapiti il 7 ottobre, mentre Israele 150 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Sia gli ostaggi che i detenuti palestinesi liberati dovrebbero essere in gran parte donne e minorenni.

– Leggi anche: Come si è arrivati alla tregua tra Israele e Hamas

La tregua, negoziata per settimane, è stata mediata dagli Stati Uniti e soprattutto dal Qatar, un paese che ha buoni rapporti con entrambe le parti e che aveva già permesso la liberazione dei primi ostaggi da parte di Hamas e l’ingresso dei primi aiuti umanitari nella Striscia.

In base agli accordi per la tregua, nelle prime ore di venerdì mattina sono entrate nella Striscia di Gaza quattro autocisterne contenenti carburante e quattro contenenti gas. I veicoli sono entrati nella parte meridionale della Striscia attraverso il varco di frontiera egiziano di Rafah. Il Cogat, il corpo dell’esercito israeliano che gestisce i movimenti tra Gaza e Israele, ha confermato la consegna e ha detto che il carburante e il gas saranno destinati a «infrastrutture umanitarie essenziali nella Striscia di Gaza».