Sam Altman tornerà a capo di OpenAI

Dopo che il consiglio di amministrazione lo aveva licenziato improvvisamente venerdì molti dipendenti avevano minacciato di dimettersi

Sam Altman (AP Photo/Eric Risberg)
Sam Altman (AP Photo/Eric Risberg)
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Sam Altman tornerà a essere l’amministratore delegato di OpenAI, l’azienda che gestisce il sistema di intelligenza artificiale ChatGPT e di cui è uno dei fondatori. L’azienda ha annunciato che è stato trovato un accordo provvisorio per il suo ritorno e per la sostituzione di alcuni membri del consiglio di amministrazione, l’organo che venerdì lo aveva licenziato senza preavviso e con poche spiegazioni. Da subito investitori e dipendenti avevano fatto pressioni sulla dirigenza dell’azienda per farlo riassumere: Altman è una delle figure più in vista nel settore delle intelligenze artificiali e alcuni gli attribuiscono molto del successo di ChatGPT.

Nel weekend il consiglio di amministrazione di OpenAI aveva confermato la decisione di licenziarlo. Lunedì era stato annunciato che Microsoft, che ha investito in OpenAI miliardi di dollari, avrebbe assunto Altman. Lunedì sera però quasi tutti i dipendenti di OpenAI avevano firmato una lettera aperta che chiedeva il suo ritorno e le dimissioni del consiglio di amministrazione, minacciando le loro dimissioni in massa in caso contrario. Assieme al ritorno di Altman, martedì sera è stato annunciato anche che alcuni membri del consiglio di amministrazione saranno sostituiti: solo uno dei membri in carica manterrà il suo posto.

In questa vicenda Microsoft ha avuto un ruolo particolarmente rilevante. La grande azienda informatica è il principale investitore e collaboratore di OpenAI: possiede il 49 per cento della startup, in cui ha investito 13 miliardi di dollari (anche se sembra che non tutti siano ancora stati versati) e le ha fornito parte della strumentazione tecnologica necessaria a far funzionare ChatGPT. In cambio OpenAI è tenuta a condividere i meccanismi di funzionamento dei propri prodotti. Microsoft aveva annunciato molto rapidamente l’assunzione di Altman e di un altro dirigente rimosso assieme a lui, Greg Brockman, e si era detta disponibile ad assumere anche i 700 dipendenti di OpenAI che lunedì avevano firmato la lettera alla dirigenza.

OpenAI è formata da una società commerciale, guidata fino a venerdì da Altman e nata nel 2018: è però controllata da una società senza scopo di lucro, diretta dal consiglio di amministrazione e fondata nel 2015. La decisione di licenziare Altman è stata presa dal consiglio di amministrazione della società non profit: questa risponde solo in maniera limitata alle richieste degli azionisti, che invece interagiscono principalmente con la società commerciale. È possibile che questo aspetto peculiare cambi in seguito alle pressioni degli investitori: fra gli altri, anche l’amministratore delegato di Microsoft, Satya Nadella, ha sostenuto la necessità di cambiare le procedure di gestione dell’azienda.

Ufficialmente, il consiglio aveva motivato il licenziamento di Altman dicendo che la sua mancanza di trasparenza in certe decisioni avrebbe impedito al consiglio di supervisionare adeguatamente l’azienda. Secondo alcune fonti però il licenziamento avrebbe avuto a che fare anche con divergenze fra il consiglio e Altman sulla velocità con cui sviluppare, diffondere e commercializzare i sistemi di intelligenze artificiali: il consiglio avrebbe avuto una posizione più cauta, mentre Altman sembrava interessato a sfruttare il più possibile la grande visibilità ottenuta da OpenAI e ChatGPT nell’ultimo anno per attirare nuovi investimenti ed espandersi.

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