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  • Sabato 4 novembre 2023

L’opposizione in Turchia deve scegliere un nuovo leader

Dopo la grave sconfitta alle presidenziali di maggio, per cercare una nuova strategia contro il presidente Erdogan

Una donna passa davanti a un manifesto che ritrae tre politici del partito Repubblicano: al centro Kemal Kilicdaroglu, considerato fino alla scorsa primavera il principale oppositore di Erdogan (AP Photo/Emrah Gurel)
Una donna passa davanti a un manifesto che ritrae tre politici del partito Repubblicano: al centro Kemal Kilicdaroglu, considerato fino alla scorsa primavera il principale oppositore di Erdogan (AP Photo/Emrah Gurel)
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Sabato in Turchia i delegati del Partito popolare repubblicano (CHP), il principale partito dell’opposizione, eleggeranno un nuovo segretario, che di fatto sarà anche il leader dell’opposizione al presidente Recep Tayyip Erdogan. Il voto arriva a sei mesi dalla grave sconfitta dell’attuale segretario del partito Kemal Kilicdaroglu alle presidenziali di maggio, vinte da Erdogan: erano state le elezioni più combattute in Turchia da decenni ed erano sembrate l’occasione migliore a disposizione dell’opposizione per battere Erdogan dopo vent’anni ininterrotti al potere. La sconfitta di Kilicdaroglu ha dato avvio a un grosso dibattito interno all’opposizione e al CHP, che si concluderà con la nomina di un nuovo segretario.

Per le elezioni della scorsa primavera Kilicdaroglu, che guida il partito da quasi 15 anni, era stato scelto come unico candidato da una coalizione eterogenea di sei partiti dell’opposizione, ma nonostante i risultati incoraggianti nei sondaggi aveva perso al ballottaggio. La nomina di un nuovo segretario è importante anche perché a marzo del 2024 ci saranno in Turchia le elezioni amministrative, in cui saranno eletti tra gli altri i sindaci delle due principali città turche, la capitale Ankara e Istanbul. Attualmente i sindaci sono entrambi dell’opposizione, ma il partito di Erdogan, l’AKP, sta facendo una campagna elettorale molto determinata.

Il CHP è da tempo il principale partito dell’opposizione turca: fu creato da Mustafa Kemal Atatürk, il fondatore della moderna Turchia, e oltre ad avere posizioni di centrosinistra è apertamente laico. Il voto per sostituire Kilicdaroglu, che ha 74 anni, si terrà sabato, al congresso del partito ad Ankara, la capitale della Turchia. Voteranno oltre 1.300 delegati.

Kilicdaroglu si ricandiderà, benché molti si aspettassero le sue dimissioni dopo le presidenziali di maggio: ha detto che la sconfitta ha «creato un profondo trauma» nell’opposizione, ma si è detto ottimista sul risultato delle amministrative.

Il principale sfidante di Kilicdaroglu è Ozgur Ozel, ex farmacista e deputato del CHP, che da tempo insiste sulla necessità di rifondare il partito, cambiarne la strategia politica e la gestione interna, ritenuta da molti inefficiente e troppo incentrata nelle mani di Kilicdaroglu e di alcuni funzionari e suoi consulenti stretti.

Ozel, che ha 49 anni, ha molto seguito e sostegno soprattutto tra i membri del CHP di Istanbul, città che è considerata un centro di potere dell’opposizione e da cui negli ultimi tempi sono provenute le principali richieste di cambiamento ed evoluzione nella leadership del partito. Berk Esen, che insegna Scienze politiche all’Università Sabancı di Istanbul, ha detto che Ozel sta «guadagnando terreno» su una possibile leadership del partito.

Ozgur Ozel nel 2014 (AP Photo/Emre Tazegul)

Il cambio di leadership del partito comporterà con molte probabilità anche un ripensamento sul posizionamento e sul ruolo dell’opposizione. Soprattutto dopo la sconfitta di maggio, all’interno del CHP si è diffuso molto malcontento sulla formazione della coalizione eterogenea che aveva scelto come unico candidato Kilicdaroglu, la cosiddetta “Tavola dei Sei”. È una coalizione estremamente variegata, che comprende partiti che vanno dal centrosinistra alla destra nazionalista e la cui unione ha un po’ perso di senso dopo la sconfitta di maggio: i sei partiti si erano coalizzati soprattutto in nome dell’estremo tentativo di scalzare dal potere Erdogan, oltre che attorno ad alcune ampie riforme di principio, come l’abolizione del presidenzialismo e la riduzione della concentrazione del potere nelle mani del presidente.

Nemmeno la nomina di Kilicdaroglu era stata sostenuta in modo unanime dall’opposizione, ed era stata accolta da molti con scetticismo e riluttanza. Kilicdaroglu è un politico popolare ma poco carismatico, e prima di entrare a far parte del CHP aveva trascorso la gran parte della propria carriera nella burocrazia statale.

Kilicdaroglu era diventato capo del CHP e dell’opposizione a Erdogan nel 2010, ma da allora ha ottenuto soprattutto sconfitte elettorali. L’ultima, quella alle presidenziali di maggio, era stata particolarmente grave e dolorosa, soprattutto perché le aspettative dei sostenitori dell’opposizione erano molto alte.