Da dove arriva il bungee jumping

La pratica di lanciarsi dai ponti con i piedi legati a elastici si ispira a un rituale piuttosto pericoloso di un'isola del Pacifico

Una donna fa bungee jumping in val Verzasca, in Svizzera, il 7 giugno del 2008
Una donna fa bungee jumping in valle Verzasca, in Svizzera, il 7 giugno del 2008 (AP Photo/ Michael Probst)
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Lo scorso 21 ottobre è morto a 78 anni David Kirke, l’uomo che ideò il bungee jumping moderno e contribuì a rendere famosa questa pratica in Europa e nel mondo. Nel 1979 Kirke fu il primo a lanciarsi nel vuoto dal Clifton Suspension Bridge di Bristol, in Inghilterra, a cui era legato con un lungo cavo elastico che gli permise di arrivare a pochi metri dall’acqua prima di rimbalzare verso l’alto. Il bungee jumping tuttavia non fu del tutto una sua invenzione: si ispira a un rituale praticato da secoli sull’isola di Pentecoste, nell’arcipelago di Vanuatu, in Oceania.

Il rito si chiama “naghol” e si pratica nei sabati di aprile e giugno durante le celebrazioni per l’inizio del periodo della raccolta dell’igname, un tubero che ricorda la patata dolce. Prevede che gli uomini si lancino verso terra da una struttura di legno alta più di dieci metri, costruita appositamente, a cui sono legati solo con lunghi rami di piante rampicanti stretti attorno alle caviglie. Il naghol si tiene dopo la fine della stagione dei monsoni, quando i rami sono sufficientemente resistenti ed elastici da non spezzarsi. Migliore è il tuffo verso terra, più ricco sarà il raccolto.

Come ha detto ad ABC Luke Fargo, il capo di una tribù indigena dell’isola, è anche un rito di passaggio per i giovani e per dimostrare la loro mascolinità.

L’origine del naghol è incerta, ma secondo le ricostruzioni più diffuse nasce dalla leggenda di una donna nativa che per sfuggire ai comportamenti violenti del marito si arrampicò su un albero. Una volta in cima, la donna si legò alcuni rami di rampicanti attorno alle caviglie e provò a salvarsi dal marito che l’aveva seguita buttandosi giù. L’uomo fece lo stesso, ma siccome non si era legato all’albero morì nell’impatto con il suolo.

Il rituale è probabilmente il motivo principale per cui l’isola di Pentecoste è conosciuta al di fuori di Vanuatu, e ogni anno ci sono gruppi di turisti che pagano l’equivalente di oltre 100 euro per assistervi. Alcune persone indigene sono contrarie a questo tipo di sfruttamento della loro tradizione; altre sostengono che parte degli incassi degli operatori di bungee jumping dovrebbe essere destinata ai popoli che lo hanno ispirato.

– Leggi anche: Quando esistevano gli spettacoli di tuffi con i cavalli

In Europa la pratica fu mostrata per la prima volta in un documentario del noto naturalista britannico David Attenborough, che aveva visitato l’isola nel 1950. Anche la regina Elisabetta II del Regno Unito assistette al rituale durante un suo viaggio a Vanuatu nel 1974, ma la cerimonia si concluse con la morte di uno dei “tuffatori”: era stata organizzata in una stagione non ideale, con il risultato che i rami con cui si era legato l’uomo non erano abbastanza elastici e si spezzarono durante il lancio.

Il primo salto con la corda elastica (“bungee”) dal ponte di Bristol invece risale al primo aprile di cinque anni dopo. Kirke faceva parte del club degli sport pericolosi dell’Università di Oxford. Facendosi un po’ di coraggio, si lanciò da un’altezza di 76 metri indossando un cappello a cilindro e un frac e tenendo una bottiglia di champagne in mano. Aveva il volto coperto per non farsi riconoscere da sua madre, disse. Come previsto, Kirke arrivò a pochi metri dalle acque del fiume Avon, e rimbalzò su e giù alcune volte, prima di essere tirato su dagli amici. Dopo di lui, fecero lo stesso altri due membri del club.

La polizia era accorsa sul posto credendo che si trattasse di un tentativo di suicidio o di un pesce d’aprile. I tre furono arrestati e multati per 100 sterline ciascuno per disturbo della quiete pubblica. Furono rilasciati nel giro di alcune ore.

Dopo quel momento l’amministrazione locale di Bristol vietò di fare bungee jumping lanciandosi dal ponte, ma l’impresa degli universitari di Oxford fece notizia. Così Kirke e compagni cominciarono a replicare i loro salti con le corde elastiche a partire da gru e mongolfiere, ma anche da altri celebri ponti, come il Golden Gate di San Francisco e il Royal Gorge Suspension Bridge nel Colorado.

Il bungee jumping diventò popolare come sport in Nuova Zelanda grazie ad A.J. Hackett, che nel 1986 fece il suo primo salto dal Greenhithe Bridge di Auckland e fu la prima persona ad aprire un’impresa commerciale per farlo, nel sud della Nuova Zelanda. Negli anni seguenti Hackett fece bungee jumping anche altrove, per esempio lanciandosi dalla Tour Eiffel di Parigi nel 1987. Era un gesto illegale: il sito della sua azienda dice che fu immediatamente arrestato, ma rilasciato subito dopo.

Kirke invece ideò altri sport particolari, tra il pericoloso e il bizzarro. Sempre nel 1986 per esempio attraversò il canale della Manica volando appeso ad alcuni palloni a elio disposti in modo da creare la forma di un canguro; quando venne lanciato da un cannone nel mare d’Irlanda rischiò di morire. Nel 2000, a 55 anni, fece di nuovo bungee jumping dal ponte di Bristol.