A Hollywood hanno i denti tutti uguali

Una tecnica odontoiatrica che prevede l'applicazione di protesi in ceramica si sta diffondendo sempre di più, con qualche controindicazione

(@Netflix/YouTube)
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Chi in questi giorni ha visto il documentario sul calciatore britannico David Beckham su Netflix avrà probabilmente notato quanto cambiano i suoi denti tra le riprese recenti e le foto e i video di quando aveva vent’anni. Al contrario di quelli di quando era giovane, i denti di Beckham infatti adesso sono bianchi, dritti e all’apparenza un po’ finti, incredibilmente simili a quelli di moltissime altre celebrità dello spettacolo che come lui negli ultimi anni hanno deciso di intervenire drasticamente sull’aspetto del loro sorriso.

Per creare una dentatura come quella delle celebrità di Hollywood i dentisti applicano sui denti delle protesi di ceramica che li fanno sembrare più bianchi, uniformi, allineati e che riempiono gli spazi tra gli uni e gli altri. È un intervento che viene fatto quasi sempre a scopo estetico ed è piuttosto costoso, oltre ad avere qualche controindicazione. Ultimamente sta cominciando a interessare anche persone meno famose di Beckham: secondo Fabio Scaffidi, vice presidente dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani, «in Italia c’è stato senz’altro un aumento della richiesta, così come anche un aumento di quei corsi di formazione professionali che abilitano a questo tipo di interventi».

Nel mondo dello spettacolo la diffusione di un certo tipo di sorriso uniformato è diventata abbastanza difficile da non notare. Nel caso di attori e attrici questo ha tra l’altro un impatto non sempre positivo sul loro lavoro: come ha scritto Jessica Goldstein sul Washington Post, il “sorriso di Hollywood” «è distribuito indiscriminatamente tra tutti i personaggi nei film e nei programmi che guardiamo, a prescindere dalla condizione socioeconomica o dal periodo storico nel quale vivono, o da quante sigarette fumano», con il risultato di renderli spesso poco credibili. Da più di un anno un’odontoiatra statunitense, Sara Hahn, commenta su TikTok i denti delle star più famose, mostrando il prima e dopo e spiegando come spesso le soluzioni scelte siano molto più invasive del necessario.

@veneercheck

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Le piccole protesi, chiamate “faccette”, sono di ceramica o composito (la stessa pasta bianca che viene usata per le otturazioni) e hanno uno spessore tra i 0,4 e i 0,7 millimetri. Vengono incollate sui denti dopo essere state modellate su misura a partire da un calco della bocca e da un progetto del dentista. «È un intervento che se viene effettuato a regola d’arte non ha rischi», dice Scaffidi, «anche se naturalmente ogni situazione deve essere valutata per sé. E ci sono comunque alcune controindicazioni di cui tenere conto».

Perché l’applicazione funzioni infatti bisogna prima togliere lo strato superficiale del dente, lo smalto, che poi non potrà più essere ripristinato. Questo significa che alla fine il dente è sempre un po’ compromesso e rimpicciolito: «A volte i denti hanno già problematiche o inestetismi e allora le faccette possono migliorarli in modo poco invasivo, ma bisogna tenere conto che è un processo irreversibile: non è, per dire, come un’unghia finta che si applica lasciando l’unghia sotto intatta», spiega Massimo Saita, odontoiatra e direttore sanitario di alcuni centri dentistici del gruppo Santagostino, a Milano.

Inoltre le faccette non sono fatte per durare per sempre: possono resistere tranquillamente una decina d’anni, ma comunque a un certo punto vanno tolte e devono essere sostituite. I denti sotto infatti non possono rimanere senza, sia per ragioni estetiche che funzionali, visto che è stata limata la parte esterna che dovrebbe proteggerli.

Solitamente chi ricorre a questo tipo di intervento lo fa per i denti cosiddetti “social six”, cioè i sei denti davanti che sono quelli più visibili: dodici se si considerano sia quelli sopra che quelli sotto. I prezzi possono variare molto ma si parte da diverse centinaia di euro a dente e quindi da diverse migliaia di euro per rifare interamente la parte esposta del sorriso.

Una pratica che è in crescita è quella di andare a fare questo tipo di interventi in paesi come la Turchia o l’Ungheria, dove i costi sono più contenuti per via di un generale costo inferiore del lavoro. Secondo l’Associazione dei dentisti turchi negli ultimi anni sono andati in Turchia tra 150 e 250mila stranieri all’anno per rifarsi i denti con le faccette: è un fenomeno che riguarda anche altre forme di medicina estetica, come per esempio i trapianti di capelli. Il problema è che in caso di complicanze successive all’applicazione – per esempio quando se ne stacca una, cosa che può succedere abbastanza facilmente – il dentista che ha fatto il lavoro non è vicino e i costi per sistemarle in Italia sono più alti.

«Con le faccette ti scordi di addentare una mela o un panino, devi stare molto attento», spiega Saita. «Chi lavora con la propria immagine è solitamente disposto a fare questi sacrifici, ma una persona “normale” molte volte si ritrova con la faccetta scollata o rotta». Scaffidi aggiunge che «chi va dal dentista all’estero non può starci per mesi e per questo si cerca di andare incontro alle sue esigenze, ma le cure dentistiche richiedono tempi tecnici particolari, che quando vengono ridotti comportano un decadimento della qualità. In generale sarei molto dubbioso se mi venisse proposto un costo molto basso: se andare dal dentista è costoso è perché ad alti standard di qualità corrispondono costi elevati».

Saita comunque racconta che per la sua esperienza le faccette a scopo puramente estetico non sono così richieste e che la cosa che capita più spesso è che i pazienti si informino e poi decidano di non metterle. «La cosa che va di più adesso sono gli allineatori, le mascherine tipo Invisalign che raddrizzano i denti e danno un risultato naturale», dice Saita, «per il colore invece quando i denti sono sani va bene anche solo lo sbiancamento».

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