È morto a 89 anni il banchiere Pierfrancesco Pacini Battaglia, tra i protagonisti dei processi di “Tangentopoli”

(FRANCO SILVI / ANSA)
(FRANCO SILVI / ANSA)

Il finanziere e banchiere Pierfrancesco Pacini Battaglia è morto a 89 anni nella sua casa di Roma, dove viveva da tanti anni anche se era nato in provincia di Pisa. Nel 1980 aveva fondato la Banque Karfinco a Ginevra, utilizzata per la gestione di fondi occulti ricondotti all’ENI e impiegati per pagare illecitamente manager e politici. Negli anni Novanta, durante le inchieste sulla corruzione nei partiti che erano state chiamate “Tangentopoli”, i giornali lo avevano soprannominato “il banchiere un gradino sotto Dio” a causa di una battuta del giudice Italo Ghitti: fu condannato a 6 anni di reclusione nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione relativa alla grande azienda chimica Enimont.

Durante gli interrogatori avvenuti nel 1993, in cui fece anche il nome di molti personaggi importanti coinvolti nel giro di tangenti fra cui quello del presidente dell’ENI Gabriele Cagliari, disse di aver fatto arrivare dalla Svizzera in Italia almeno 50 miliardi di lire (sarebbero molte decine di milioni di euro, oggi) attraverso una società di trasporto valori che le consegnava ai tesorieri del PSI e della DC e di aver gestito negli anni Ottanta i fondi occulti dell’ENI. I suoi funerali si terranno a Roma in forma privata.