Sei uomini accusati di essere coinvolti nell’assassinio del candidato alle presidenziali dell’Ecuador Fernando Villavicencio sono stati trovati morti in carcere

Fernando Villavicencio
Fernando Villavicencio (Rodrigo Buendia/ La Nacion via ZUMA Press via ANSA)

I sei uomini colombiani che erano stati arrestati con l’accusa di essere coinvolti nell’assassinio di Fernando Villavicencio, il politico candidato alle elezioni presidenziali dell’Ecuador ucciso lo scorso agosto, sono stati trovati morti in carcere. Il servizio nazionale che si occupa della tutela delle persone detenute ha detto che i loro corpi «non presentano segni di torture o ferite riconducibili a lotta». Il sospetto tuttavia è che siano stati uccisi. Una persona che ha parlato con El País in forma anonima ha detto che sarebbero stati impiccati.

Villavicencio aveva 59 anni ed era candidato alle elezioni presidenziali con il partito centrista Movimiento Construye. Il 10 agosto scorso era stato assassinato a colpi d’arma da fuoco al termine di un comizio a Quito, la capitale del paese. L’uomo che gli aveva sparato era stato subito ucciso dalle forze di sicurezza presenti sul posto: in seguito la polizia aveva arrestato durante alcune perquisizioni Andrés Manuel Mosquera Ortiz, José Neider López Hitas, Adey Fernando García García, Camilo Andrés Romero Reyes, Jules Osmín Castaño Alzate e Jhon Gregore Rodríguez, che poi erano stati trasferiti nel carcere Litoral di Guayaquil, una tra le prigioni più problematiche e sovraffollate del paese.

I sei sono stati trovati morti a poco più di una settimana dal secondo turno delle elezioni presidenziali, a cui parteciperanno Luisa González, candidata di sinistra del partito Movimiento Revolución Ciudadana (il movimento legato all’ex presidente Rafael Correa) e l’imprenditore Daniel Noboa Azin, centrista. Il presidente uscente Guillermo Lasso ha detto che intende fare chiarezza sia sulla morte di Villavicencio che su quella dei sospettati.

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