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  • Giovedì 10 agosto 2023

Un candidato alle elezioni presidenziali in Ecuador è stato ucciso

Fernando Villavicencio aveva appena terminato un comizio a Quito, quando è stato avvicinato da un uomo che gli ha sparato alla testa

Fernando Villavicencio (API via AP)
Fernando Villavicencio (API via AP)
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Mercoledì sera Fernando Villavicencio, uno degli otto candidati alle prossime elezioni presidenziali in Ecuador, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco al termine di un comizio a Quito, capitale del paese. Villavicencio stava andando verso la sua auto quando è stato avvicinato da un uomo che gli ha sparato almeno tre proiettili alla testa, uccidendolo sul colpo.

Fernando Villavicencio poco prima di essere ucciso, a un comizio in una scuola (API via AP)

Villavicencio aveva 59 anni e in passato aveva lavorato per molti anni come giornalista. Nel 2021 era stato eletto al parlamento del paese. Si era candidato alle elezioni presidenziali, che si terranno il 20 agosto, con il partito centrista Movimiento Construye.

La procura generale ecuadoriana ha fatto sapere che un uomo sospettato di essere l’autore dell’omicidio è stato a sua volta ucciso dalle forze di sicurezza presenti sul posto. Per ora non si conosce l’identità dell’uomo. La procura ha detto che anche altre nove persone sono state ferite nel corso della sparatoria, tra cui due poliziotti.

Una donna ferita durante la sparatoria (API via AP)

Uno dei poliziotti feriti nella sparatoria (EPA/STRINGER)

Il momento dell’uccisione è stato ripreso in video dai giornalisti che erano presenti: si vede Villavicencio entrare in macchina e subito dopo si sentono alcuni spari, a cui seguono momenti di confusione, ma non si vede chiaramente chi ha sparato.

Nella sua attività Villavicencio aveva spesso condannato pubblicamente i legami tra la politica e le organizzazioni criminali, in particolare quelle dedite al traffico di droga. Il 9 agosto in un’intervista televisiva aveva anche detto di aver ricevuto minacce di morte che secondo lui provenivano dal leader della gang criminale dei Choneros, noto come “Fito”, che attualmente si trova in carcere. «Se continuo a nominare Fito e i Choneros mi uccideranno», aveva detto. I Choneros sono un gruppo criminale attivo fin dagli anni Novanta, che ha la propria base nella città costiera di Manta. Negli ultimi anni è diventata una delle organizzazioni criminali più potenti dell’Ecuador e collabora  con il potente cartello messicano di Sinaloa.

Nel corso della giornata di giovedì l’omicidio di Villavicencio è stato però rivendicato da parte di un gruppo rivale dei Choneros, i Los Lobos, nato negli anni scorsi proprio dopo una scissione da questi ultimi. Al momento le autorità dell’Ecuador non hanno commentato la rivendicazione.

Il presidente uscente Guillermo Lasso, che non parteciperà alle elezioni, ha commentato l’uccisione di Villavicencio dicendosi «indignato e sconcertato» e ha promesso che i responsabili verranno individuati e puniti. Ha anche proclamato lo stato d’emergenza in tutto il paese per 60 giorni, e confermato che le elezioni presidenziali si svolgeranno il 20 agosto.

L’Ecuador, che ha circa 18 milioni di abitanti, negli ultimi anni ha registrato un grande aumento nel tasso degli omicidi e in generale del crimine, legato per lo più alla crescente influenza delle organizzazioni di narcotraffico. Luisa González, candidata del partito di centrosinistra Movimiento Revolución Ciudadana e considerata la favorita per la vittoria alle elezioni, ha condannato duramente l’uccisione di Villavicencio e ha immediatamente sospeso la campagna elettorale.

Un gruppo di persone si ripara dopo la sparatoria (API via AP)

Sostenitori di Fernando Villavicencio si riparano dopo la sparatoria (API via AP)

Una donna ferita durante la sparatoria (API via AP)

Le elezioni del 20 agosto sono state indette dopo che a fine maggio Lasso, conservatore e presidente dal 2021, aveva sciolto il parlamento per evitare di essere rimosso dal suo incarico: proprio il parlamento, che è controllato dalle opposizioni, aveva infatti iniziato poco prima a discutere un processo di impeachment contro di lui per un caso di appropriazione indebita legato a due società pubbliche. Lo scioglimento era stato possibile grazie a un meccanismo conosciuto come “muerte cruzada” (morte incrociata, reciproca) che nel 2008 fu inserito nella Costituzione dall’allora governo di centrosinistra di Rafael Correa.