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  • Sabato 7 ottobre 2023

Le cose da sapere sull’attacco di Hamas contro Israele, in breve

È iniziato stamattina con il lancio di migliaia di razzi e le violenze nelle città israeliane vicine alla Striscia di Gaza, e non è ancora finito

(AP Photo/Tsafrir Abayov)
(AP Photo/Tsafrir Abayov)

Sabato mattina intorno alle 6 ora italiana (le 7 in Israele) il gruppo radicale palestinese Hamas ha avviato un attacco senza precedenti nel sud di Israele, ancora in corso, lanciando migliaia di razzi ma soprattutto attaccando via terra diverse cittadine israeliane al confine con la Striscia di Gaza. Per estensione e violenza è l’attacco più grave subito da Israele da decenni a questa parte.

Secondo il servizio di pronto soccorso governativo israeliano, l’attacco ha causato almeno 200 morti, fra cui diversi civili, e oltre un migliaio di feriti. L’esercito israeliano ha confermato che alcuni civili e militari israeliani sono stati catturati e portati nella Striscia di Gaza, dove sono ostaggi: è una situazione che in passato ha già causato diversi cicli di violenza e almeno una guerra, quella del 2014, fra i gruppi armati palestinesi e Israele.

L’esercito israeliano ha già avviato una ritorsione militare e nelle ultime ore ha bombardato la Striscia di Gaza. Secondo il ministro della Salute nella Striscia di Gaza, controllata da Hamas, i bombardamenti hanno ucciso almeno 230 persone palestinesi (la cifra è da prendere con le molle).

– Leggi anche: Le foto e i video dell’attacco di Hamas contro Israele

È verosimile che la ritorsione israeliana proseguirà ancora nei prossimi giorni. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, che guida il governo più a destra nella storia di Israele, ha annunciato che il paese è «in guerra» e in una telefonata col presidente statunitense Joe Biden ha detto che Israele condurrà «una prolungata battaglia» con i gruppi armati palestinesi.

Intorno alle 16 ora italiana (le 17 in Israele) un portavoce dell’esercito israeliano ha fatto sapere che l’esercito israeliano stava combattendo contro i miliziani di Hamas in 22 posti diversi nel sud del paese. Nella mappa qui sotto in rosso sono segnati i principali punti in cui i miliziani palestinesi hanno attaccato civili e militari israeliani. Molte delle cittadine attaccate sono comunità da poche centinaia o migliaia di residenti, in cui l’esercito israeliano fino a sabato mattina aveva una presenza piuttosto limitata.

La situazione sembra particolarmente grave a Sderot, la più grande città israeliana al confine con la Striscia di Gaza, da cui dista circa un chilometro. I giornalisti che sono riusciti a entrare in città raccontano di corpi ancora per strada e tracce di combattimenti. Nel pomeriggio di sabato l’esercito israeliano ha avviato un’ampia operazione militare per riguadagnare il controllo della città: a quanto si sa i combattimenti si stanno concentrando nella zona intorno al commissariato di polizia.

Negli ultimi decenni, a causa della sua posizione geografica, Sderot era stata esposta al lancio di missili e razzi dalla Striscia, ma non aveva mai subito un attacco di terra.

Un soldato israeliano accanto ai corpi di alcune persone uccise durante uno scontro armato a Sderot, in Israele (AP Photo/ Tsafrir Abayov)

In Israele si sta discutendo molto di come sia stato possibile che l’intelligence israeliana, che solitamente monitora in maniera capillare le attività dei gruppi radicali palestinesi, non sia riuscita a prevenire un attacco del genere. E anche di come i miliziani di Hamas siano riusciti a penetrare in territorio israeliano superando la frontiera fra la Striscia di Gaza e Israele, cioè uno dei confini più militarizzati al mondo.

Due uomini esultano su un carro armato israeliano distrutto mentre uno sventola una bandiera della Palestina a Khan Younis, nella parte sud della Striscia di Gaza (AP Photo/ Yousef Masoud)

Gran parte della comunità internazionale ha mandato messaggi di solidarietà a Israele e condannato le violenze dei miliziani di Hamas. Alcuni paesi avversari di Israele, come l’Iran, hanno invece celebrato l’attacco di Hamas. Israele ha detto di avere rafforzato le frontiere nei propri territori a nord per evitare ulteriori attacchi da parte di paesi o milizie nemiche, fra cui soprattutto Hezbollah, un gruppo armato radicale che ha la sua base nel sud del Libano (cioè al confine nord di Israele).

Nel momento in cui Israele riuscirà a riguadagnare il controllo del suo territorio – la sua forza militare è enormemente superiore a quella di Hamas – si porrà il problema degli ostaggi israeliani portati nella Striscia di Gaza. La questione potrebbe diventare nelle prossime ore o nei prossimi giorni uno degli elementi più importanti di questi nuovi scontri tra Hamas e Israele, e potrebbe avere conseguenze che vanno oltre l’attacco di sabato.