Sappiamo ancora pochissimo sulle cause del grave incidente di Mestre

La procura ha accertato soltanto che l'autobus non ha toccato altri mezzi e che non ha frenato prima di sfondare il guardrail

Il guardrail sfondato dall'autobus a Mestre (ANSA/ MARCO ALBERTINI)
Il guardrail sfondato dall'autobus a Mestre (ANSA/ MARCO ALBERTINI)

Stanno proseguendo le indagini sulle cause del gravissimo incidente avvenuto martedì sera a Mestre, quando un autobus si è ribaltato ed è caduto da un cavalcavia, causando la morte di 21 persone e 15 feriti. La procura di Venezia ha aperto un’inchiesta per omicidio plurimo stradale, ma non ci sono indagati e non sono state fatte ipotesi sulle cause dell’incidente. Mercoledì sera il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, ha spiegato che per il momento le informazioni a disposizione degli investigatori sono ancora troppo poche.

Cherchi ha detto che la sola cosa sicura per ora è che sul luogo dell’incidente non sono stati rilevati segni di frenata sull’asfalto e che non ci sono prove che l’autobus abbia toccato altri mezzi prima di sfondare il guardrail e cadere dal cavalcavia. «Su mia indicazione già poche ore dopo il fatto la polizia locale di Venezia ha sentito l’autista dell’autobus che era sulla corsia a fianco e poi hanno anche controllato il mezzo», ha detto Cherchi, specificando che non sono state trovate tracce di contatto. Cherchi ha anche detto che dai video realizzati dalle telecamere di sicurezza si vede l’autobus «toccare e scivolare lungo il guardrail per una cinquantina di metri, e infine, con un’ulteriore spinta a destra, precipitare al suolo».

Il procuratore ha detto che «il guardrail, la zona di caduta del bus e lo stesso mezzo» sono stati messi sotto sequestro, e che si sta procedendo all’autopsia sul corpo dell’autista, Alberto Rizzotto, per capire se possa aver avuto un malore prima dell’incidente. Si sta anche esaminando il suo cellulare, per verificare che non stesse usando il telefono in quel momento.

Le indagini si stanno inoltre concentrando sulle condizioni del guardrail, nell’ipotesi che fosse obsoleto e che non abbia retto all’urto dell’autobus. Nelle ultime ore su diversi media si è parlato anche molto del fatto che in un tratto del cavalcavia in cui è avvenuto l’incidente mancasse una porzione di guardrail, e che quindi in quel tratto ci fosse solo la barriera di ferro per i pedoni. L’assessore alla Mobilità di Venezia, Renato Boraso, ha spiegato però che quella «mancanza di un metro e cinquanta è un punto di passaggio, un varco di accesso per motivi di sicurezza, per la manutenzione». Interruzioni di questo tipo si trovano spesso lungo i guardrail, e per il momento la procura non ha ipotizzato che possa essere stata tra le cause dell’incidente. «Bisogna capire perché in un rettilineo in discesa questo bus ha perso il controllo, il guardrail non è neanche una concausa perché siamo in un rettilineo», ha detto Boraso.

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