È morto il filosofo Gianni Vattimo

Aveva 87 anni, era stato il teorizzatore del "pensiero debole” e politico in varie formazioni di sinistra

(ANSA / TONINO DI MARCO)
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È morto martedì sera a Torino il filosofo Gianni Vattimo: aveva 87 anni ed era considerato uno dei massimi esponenti della corrente definita “postmoderna”, nonché il teorizzatore del cosiddetto “pensiero debole”. Negli ultimi giorni era stato ricoverato all’ospedale di Rivoli: a comunicare la notizia della sua morte è stato Simone Caminada, suo compagno negli ultimi anni.

Vattimo, figlio di una sarta torinese e di un poliziotto calabrese, morto quando lui non aveva ancora due anni, intraprese dopo la laurea la carriera accademica: nel 1964 divenne professore incaricato e cinque anni dopo ordinario di estetica all’Università di Torino, nella quale fu preside, negli anni Settanta, della facoltà di Lettere e Filosofia. Dal 1982 ha insegnato nella stessa università Filosofia teoretica. Grande studioso di Martin Heidegger e Hans-Georg Gadamer, ha introdotto all’interno della corrente filosofica del relativismo il “pensiero debole”, che si contrapponeva alle categorie forti e al tradizionalismo.

Vattimo fu anche autore di programmi culturali in televisione sui canali Rai e collaborò con numerosi giornali italiani e stranieri. Ha fatto parte di diversi partiti, tra cui il Partito Radicale, i Democratici di Sinistra e i Comunisti Italiani. È stato eletto due volte al Parlamento Europeo, con i Democratici di Sinistra nel 1999 e con l’Italia dei Valori nel 2009. Comunista e cattolico, si fece portavoce delle rivendicazioni del movimento LGBTQ+ in anni in cui in Italia questo era decisamente agli albori, definendosi «omosessuale e cristiano».

Negli ultimi anni i giornali avevano spesso parlato della sua battaglia legale per unirsi civilmente con il compagno, l’assistente brasiliano di 38 anni Simone Caminada. L’unione civile era stata bloccata in attesa di sentenza definitiva dopo che Caminada era stato condannato in primo grado a febbraio a due anni di reclusione per il reato di circonvenzione di incapace. Secondo la giudice Federica Fallone Caminada si era approfittato della scarsa lucidità di Vattimo, che invece anche dopo la sentenza ribadì l’intenzione di sposare il compagno.