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  • Mercoledì 6 settembre 2023

La Francia sta discutendo se tirarsi fuori dal Niger

Dopo il colpo di stato di un mese e mezzo fa, il governo sta trattando con la giunta militare per ritirare parte dei suoi 1.500 soldati dal paese

(AP Photo/Sam Mednick)
(AP Photo/Sam Mednick)
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La Francia sta discutendo se ritirare una parte dei circa 1.500 soldati del suo esercito di base in Niger, un paese dell’africa subsahariana in cui a inizio agosto l’esercito ha preso il potere con un colpo di stato. Il ritiro dei soldati francesi è una richiesta esplicita del nuovo governo, insediato e sostenuto dall’esercito.

Un portavoce del ministro della Difesa francese Sébastien Lecornu ha detto a Le Monde che «sul posto è in corso un dialogo» per permettere «lo spostamento di truppe francesi» dato che la giunta militare al potere in Niger ha sospeso un accordo di cooperazione antiterrorismo.

Altri parlano di un piano più ampio: parlando con Agence France-Presse una fonte del ministero della Difesa francese ha citato esplicitamente la possibilità di un «ritiro di parte del contingente» delle truppe francesi dal Niger. Lunedì il primo ministro nigerino nominato dall’esercito, Ali Mahamane Lamine Zeine, ha fatto sapere che sono in corso dei «contatti» per un ritiro «molto rapido» delle truppe francesi, anche se non è chiaro se intenda un ritiro parziale o totale.

L’attività dei militari che hanno compiuto il golpe in Niger è stata caratterizzata fin da subito dai forti sentimenti antifrancesi. Il Niger è un’ex colonia della Francia, da cui si è reso indipendente nel 1960. Da allora però il governo francese ha sempre mantenuto strettissimi legami economici e militari con tutti i governi più o meno democratici che si sono succeduti alla guida del Niger. Nei giorni immediatamente successivi all’ultimo golpe erano circolate molte immagini di sostenitori della giunta che agitavano cartelli o cantavano slogan contro la Francia, e ormai da giorni proseguono manifestazioni di protesta fuori dalla base militare francese della capitale Niamey, una delle tre attive nel paese.

Ahmed Idris, corrispondente di Al Jazeera in Niger, racconta che gli organizzatori delle proteste fuori dalle basi militari francesi potrebbero non essere soddisfatti da un eventuale ritiro parziale delle truppe: «fin dall’inizio chiedono che ogni singolo soldato francese lasci il Niger».

Non è ancora chiaro cosa deciderà di fare la Francia: finora la sua presenza militare era stata giustificata come necessaria per appoggiare le operazioni contro i gruppi armati islamisti presenti nella regione. Il principale accordo di cooperazione fra Francia e Niger è scaduto il 3 settembre, dopo il mese di preavviso dato dal nuovo governo che si è installato con il colpo di stato, il 3 agosto.