Lo stupro di gruppo a Palermo

Una ragazza di 19 anni ha raccontato di essere stata violentata da sette coetanei, in un episodio di cui si sta parlando molto

La città di Palermo deserta durante la zona rossa
(ANSA/RUGGERO FARKAS)
La città di Palermo deserta durante la zona rossa (ANSA/RUGGERO FARKAS)
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Sette ragazzi sono stati arrestati venerdì a Palermo con l’accusa di avere stuprato una ragazza di 19 anni. Il caso è stato molto commentato in questi giorni anche per l’apparente indifferenza degli uomini coinvolti emersa dalle testimonianze, dalle intercettazioni e dalle ricostruzioni fatte grazie alle telecamere di sorveglianza. Lo stupro è avvenuto al Foro Italico, sul lungomare di Palermo, nella notte tra il 6 e il 7 luglio scorsi. Delle persone coinvolte uno ha compiuto 18 anni dopo i fatti; uno ha 22 anni, due 20, due 19 e il settimo 18.

La ragazza che ha subito gli abusi conosceva solo uno degli uomini (il 22enne), che secondo le ricostruzioni emerse in questi giorni l’aveva invitata per un’uscita di gruppo la sera nel quartiere della Vucciria, dove lei si era presentata con due amiche. Secondo le ricostruzioni che sono uscite sui giornali, che derivano dalla testimonianza della ragazza, di alcuni testimoni e dalle intercettazioni sui telefoni dei ragazzi, la 19enne aveva bevuto una certa quantità di alcol su invito dei ragazzi – è stata molto ripresa una frase che un ragazzo avrebbe detto a un venditore ambulante di alcolici: «falla ubriacare, poi ci pensiamo noi» – e poi era stata condotta evidentemente ubriaca, e quindi in una condizione psico-fisica di inferiorità, in una zona isolata dove c’era un cantiere. Una telecamera ha ripreso la ragazza tenuta a braccetto da due ragazzi, mentre gli altri cinque li seguivano.

Nel cantiere la ragazza ha raccontato di essere stata stuprata da sei dei ragazzi, con l’eccezione di quello che conosceva, che avrebbe ripreso la scena in un video che secondo il Corriere della Sera è stato ritrovato poi dai carabinieri, nonostante l’autore avesse detto agli amici di averlo cancellato. Dalle ricostruzioni pubblicate dai giornali emerge che la ragazza sarebbe stata anche percossa, mentre veniva violentata a turno dai ragazzi, e che le sue richieste di fermarsi sarebbero state ignorate.

Dopo lo stupro, secondo la testimonianza della ragazza, i ragazzi l’hanno lasciata sola e dolorante sul lungomare, rifiutando di chiamare un’ambulanza. Le telecamere, riportano oggi i giornali, li hanno ripresi mentre andavano in rosticceria. La giovane ha chiamato a quel punto il fidanzato per chiedere aiuto, ed è stata soccorsa da alcuni passanti, prima che arrivasse un’ambulanza.

La ragazza ha quindi denunciato subito la violenza, e successivamente sono stati individuati i presunti colpevoli. In una intercettazione pubblicata dai giornali, uno di loro avrebbe detto al telefono di voler dare «una testata nel naso» alla ragazza, per punirla per la denuncia. Sono stati riportati poi diversi altri commenti che dimostrerebbero una notevole indifferenza dei giovani rispetto a quanto accaduto e alla prospettiva di finire in carcere. Un’altra intercettazione, la più riportata dai giornali, dice: «Se ci penso mi viene lo schifo perché eravamo cento cani sopra una gatta, una cosa così l’avevo vista solo nei porno, eravamo troppi e sinceramente mi sono schifato un poco, però che devo fare la carne è carne, ma ti giuro dopo che si è sentita pure male, piegata a terra, ha chiamato l’ambulanza, l’abbiamo lasciata lì e siamo andati via. Voleva farsi a tutti, alla fine gli abbiamo fatto passare il capriccio».

Nella sua ordinanza, il gip ha scritto che le informazioni raccolte finora suggeriscono che i ragazzi fossero «capaci tutti insieme di esprimere un comportamento altamente antisociale e devastante, nelle conseguenze fisiche e psichiche arrecate alla vittima», ritenendo che abbiano dimostrato una «elevatissima pericolosità sociale, di totale assenza di freni inibitori e di violenza estrema e gratuita ai danni di una vittima inerme, trattata come un oggetto, senza alcuna pietà». Lunedì i primi tre ragazzi compariranno davanti al giudice per le indagini preliminari per l’interrogatorio di garanzia, che serve per accertare che esistano le condizioni per prolungare lo stato di custodia cautelare.

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