La veggente al centro di una tra le truffe postali più grandi di sempre

Per vent'anni il nome e l'immagine di Maria Duval, un'italiana, furono sfruttati per raccogliere milioni di dollari per corrispondenza

(Dipartimento di Giustizia americano)
(Dipartimento di Giustizia americano)
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Il 16 giugno Patrice Runner, un uomo canadese di 57 anni, è stato condannato da una giuria federale nel distretto orientale di New York per 14 diversi capi d’accusa, tra cui frode postale e telematica e cospirazione legata al riciclaggio di denaro. Dietro al suo processo, iniziato nel 2020, si sviluppa un storia complicata, fatta di lettere inviate in tutto il mondo e decine di milioni di dollari raccolti con l’inganno. Al centro di tutto c’è una veggente, un’astrologa italiana naturalizzata francese, la cui vita è rimasta a lungo un mistero: Maria Duval.

Tra il 1994 e il 2014 Runner fu responsabile per il Nord America di un programma di vendite per corrispondenza che raggiunse 1,4 milioni di persone, per la maggior parte anziane e vulnerabili. Scrivevano a Duval – o almeno pensavano di farlo – chiedendole di usare le sue doti soprannaturali per aiutarli a migliorare la propria salute, vincere la lotteria o trovare l’amore. Soprattutto, inviavano soldi per compensare i servizi della veggente: in vent’anni le truffe gestite da Runner hanno generato entrate per oltre 175 milioni di dollari.

Duval, il cui vero nome è Maria Carolina Gamba, nacque a Milano nel 1937 ma si trasferì presto a Callas, nel sud-est della Francia. Come raccontato dal sito canadese The Walrus, iniziò a farsi un nome come veggente nel 1977, quando una donna scomparsa a Saint-Tropez fu ritrovata nel punto esatto indicato da Duval su una mappa, individuato grazie all’aiuto di una foto della donna e di un pendolo. Diversi giornali iniziarono a occuparsi delle sue presunte capacità paranormali, e la notizia circolò molto fino a catturare l’attenzione di due uomini d’affari che lavoravano nel settore postale, Jacques Mailland e Jean-Claude Reuille. Quest’ultimo, in particolare, gestiva un’azienda chiamata Infogest, che sarebbe diventata la compagnia distributrice delle lettere di Duval in tutto il mondo.

Non è del tutto chiaro come Duval sia passata dall’essere una veggente conosciuta, ma di certo non famosa a livello globale, a ritrovarsi al centro di uno scandalo multimilionario. Secondo una fonte anonima sentita da CNN, all’inizio degli anni Novanta Mailland assunse Duval come testimonial per una nuova campagna di comunicazione via posta basata proprio sulla vendita di servizi di chiaroveggenza: l’idea ebbe un enorme successo e la popolarità di Duval crebbe a dismisura diventando una sorta di “marchio”, gestito da Infogest.

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La fama di Duval raggiunse presto gli Stati Uniti. Nel 1994 Runner incontrò la fantomatica veggente in Francia e le propose un accordo per utilizzare i suoi diritti d’immagine anche in Nord America, replicando le attività per corrispondenza già avviate da Infogest in Europa. In cambio, Duval sarebbe stata compensata con royalties pari circa al 5 per cento delle entrate generate, una quota che ammontava a diverse centinaia di migliaia di dollari all’anno.

Generalmente, le lettere inviate da Infogest consistevano in lunghi messaggi scritti a macchina, presentati come se fossero stati scritti direttamente da Maria Duval per ogni singolo destinatario. Chiedevano ai lettori di inviare cifre relativamente contenute, intorno ai 40 dollari, per ricevere in cambio i numeri vincenti per la lotteria, talismani, letture degli astri e altri servizi relativi alla previsione del futuro, ovviamente senza alcuna base scientifica. Una volta effettuato il primo pagamento il cliente iniziava a ricevere decine di altre lettere, tutte presentate come se fossero personalizzate: in realtà gli autori dei messaggi erano dipendenti di Infogest che acquistavano da aziende specializzate nella profilazione per marketing alcune informazioni sensibili sulle persone da raggirare, come la data o il luogo di nascita, e le includevano poi nelle lettere come prove delle capacità predittive di Duval.

In alcuni casi i clienti inviavano via posta anche oggetti personali, come foto di famiglia o ciocche di capelli, per permettere alla medium di capire meglio la loro situazione. Per esempio, alcune lettere visionate dalle autorità statunitensi dicevano: «Non appena la tua foto, o le ciocche dei tuoi capelli, saranno in mio possesso, potrò concentrare ulteriormente tutte le mie forze paranormali. Terrò la foto con me per mesi e anni, in modo che tu possa restare sempre in contatto con una medium».

(Dipartimento di Giustizia americano)

Le persone truffate erano principalmente uomini e donne di età avanzata e in situazioni di vulnerabilità, per esempio con problemi economici, senzatetto o affette da malattie gravi. Un articolo del sito di notizie inglese Evening Chronicle scrive che nel 1998 una ragazza di 17 anni fu ritrovata morta in un fiume: in tasca aveva una lettera firmata da Duval, con cui secondo la madre avrebbe avuto una fitta corrispondenza nelle ultime settimane di vita. Un’altra vittima fu Doreen Robinson, una donna canadese che iniziò a ricevere le lettere di Duval poco dopo la morte del marito. Cadde nella truffa e accumulò debiti da decine di migliaia di dollari, secondo quanto raccontato dalla figlia.

Negli anni la truffa si allargò ulteriormente e raggiunse molti paesi, dalla Nuova Zelanda alla Russia al Giappone. Le lettere arrivarono anche in Italia, e tra le altre cose furono denunciate da un servizio delle Iene del 2001. Nel frattempo, la gestione delle operazioni passò di mano in mano e vennero create molte società di facciata usate per coprire i responsabili e camuffare i guadagni ottenuti con l’inganno. Ancora oggi è difficile risalire a un unico responsabile: negli anni infatti Mailland e Reuille, i due imprenditori che per primi acquistarono i diritti d’immagine da Duval e avviarono le vendite per corrispondenza in Francia, hanno fornito versioni contraddittorie dei fatti. Mailland (che è morto nel 2015) ha detto a una giornalista olandese che tutte le attività svolte con Duval erano lecite e che le persone non soddisfatte venivano rimborsate. Reuille, invece, ha negato ogni coinvolgimento con le vendite per corrispondenza e ha detto a CNN di aver venduto Infogest nel 1996, rifiutandosi di rivelare chi fosse l’acquirente. Reuille rimase comunque azionista dell’azienda fino alla pensione, nel 2006.

Non è chiaro se e quanto Duval fosse a conoscenza della dimensione raggiunta dal business che portava il suo nome e che aveva la sua immagine, anche perché al di là delle lettere non si sapeva praticamente niente della sua vita. Nel 2016 due giornaliste di CNN riuscirono a incontrare la donna, ormai anziana e affetta da demenza. Il figlio Antoine Palfroy disse che Duval era davvero una veggente, ma non era coinvolta nelle truffe e se fosse stata a conoscenza della natura delle attività non avrebbe mai dato il suo consenso. Palfroy presentò la madre come una vittima del business che portava il suo nome, e sostenne che lei stessa era stata truffata dagli imprenditori a cui aveva ceduto i diritti d’immagine.

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Nel frattempo, negli Stati Uniti le autorità iniziarono a indagare sulle attività illecite di Runner, che continuava ad arricchirsi e viveva in modo molto agiato in diverse città del mondo, trasferendosi di continuo insieme alla famiglia. Le attività di Infogest in Nord America furono bloccate nel 2014. Nel 2018 due dipendenti si dichiararono colpevoli di frode postale e Runner, che al tempo viveva a Ibiza, in Spagna, fu messo sotto indagine: emerse che per vent’anni l’imprenditore aveva sfruttato una serie di compagnie fittizie registrate in Canada e a Hong Kong per nascondere il proprio coinvolgimento nelle operazioni illecite che sfruttavano l’immagine di Duval per vendere servizi di chiaroveggenza via posta.

Nel 2020 Runner fu estradato negli Stati Uniti e trasferito in un centro di detenzione di Brooklyn, dove si trova tuttora. In seguito alla condanna da parte di una giuria federale di New York rischia fino a vent’anni di carcere per ognuno dei 14 capi d’accusa per cui è stato dichiarato colpevole. Secondo i suoi avvocati, le attività per corrispondenza che sfruttavano il nome di Duval non erano frodi ma finzioni legittime, simili a quando un mago fa un trucco di magia o quando un addetto ai lavori si traveste da Topolino in un parco divertimenti: il pubblico è cosciente di essere davanti a una finzione, ma non si sente derubato dei soldi che ha pagato per assistervi. Secondo l’avvocato di Runner, in fin dei conti una tra le più grandi truffe postali di sempre era «solo astrologia, che non sempre riesce a sistemare le cose».