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  • Domenica 13 agosto 2023

A Maui sono cominciate le indagini sugli incendi

Riguardano le operazioni di allerta ed evacuazione, ma anche la mancata prevenzione: intanto il numero dei morti è salito a 93

(AP Photo/Rick Bowmer)
(AP Photo/Rick Bowmer)
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Il numero delle persone morte negli incendi che hanno colpito l’isola di Maui, nelle Hawaii, è salito a 93: quello di Maui è il più grave incendio di vegetazione della storia degli Stati Uniti da oltre un secolo, e il più grave delle Hawaii da quando sono diventate uno stato americano, nel 1959. Le autorità tuttavia ritengono che il numero dei morti potrebbe aumentare «considerevolmente», come ha detto sabato il governatore delle Hawaii Josh Green.

Sono cominciate le indagini sulle cause degli incendi: ufficialmente le ragioni per cui sono cominciati non sono ancora note, ma i media in questi giorni si stanno chiedendo se le attività di prevenzione fossero state sufficienti, soprattutto perché le autorità di Maui erano consapevoli del fatto che l’isola fosse a forte rischio incendi in questa stagione. Inoltre sono in corso polemiche sulle operazioni di allerta e di evacuazione, che sono state lente e disorganizzate e hanno rallentato e reso estremamente caotica la fuga della popolazione da Lahaina, la città di 13 mila abitanti maggiormente interessata dal disastro.

– Leggi anche: Le foto delle devastazioni dopo gli incendi di Maui

Secondo le stime delle autorità di Maui, sabato sera sull’isola risultavano ancora disperse 1.000 persone. Con ogni probabilità la stragrande maggioranza si è messa in salvo in vari modi, scappando in automobile o in barca, ma non l’hanno comunicato alle autorità. È possibile tuttavia che tra queste 1.000 ci siano persone morte che non sono ancora state trovate. Al momento inoltre ci sono 4.500 sopravvissuti senza casa.

A Lahaina le operazioni di recupero delle potenziali vittime sono ancora in corso ma sono estremamente complicate: sia perché alcuni piccoli incendi non sono ancora del tutto spenti, sia per l’enorme devastazione provocata dalle fiamme. Il capo della polizia di Maui, John Pelletier, ha detto che sabato soltanto nel tre per cento della città di Lahaina erano state completate le ricerche con i cani addestrati a cercare cadaveri e resti umani. Identificare i morti è poi estremamente complicato perché «quando troviamo i nostri famigliari e i nostri parenti, i resti che troviamo sono stati esposti a un fuoco che ha sciolto perfino il metallo», dice Pelletier.

(Stephen Lam/San Francisco Chronicle via AP)

Nella zona devastata dall’incendio, dove praticamente tutti gli edifici sono stati distrutti, i soccorritori passano casa per casa: con la vernice arancione mettono una “X” sulle case che sono già state ispezionate e aggiungono “HR” quando nell’abitazione vengono trovati resti umani (“human remains”).

La grande confusione sulle persone disperse e su quelle morte è in parte frutto della disorganizzazione delle operazioni di evacuazione al momento degli incendi. L’isola di Maui e la città di Lahaina avevano piani per rispondere a eventuali disastri, ma sono stati applicati solo in parte. Lahaina aveva un sistema di sirene di emergenza che però non è stato attivato. E la fuga dei cittadini è stata confusa e disordinata: durante gli incendi la principale strada che porta fuori città si è immediatamente intasata per il traffico, e molte persone sono state costrette a fuggire in barca o addirittura a nuoto, quando sono riuscite a fuggire.

Ci sono polemiche anche contro Hawaiian Electric, la società che si occupa di fornire l’energia elettrica a quasi tutte le isole delle Hawaii, che sapeva che in questo periodo il rischio di incendi nella zona era molto alto e, secondo alcuni esperti, non avrebbe fatto abbastanza per la prevenzione. In particolar modo, nei giorni degli incendi nell’oceano Pacifico stava passando l’uragano Dora, che pur trovandosi a circa mille chilometri di distanza dalle Hawaii aveva portato a Maui fortissimi venti. Questi venti – assieme alla vegetazione particolarmente secca dopo oltre un anno di siccità – hanno poi consentito al fuoco di alimentarsi e propagarsi rapidamente.

In caso di venti estremamente forti, in alcuni stati degli Stati Uniti le società dell’energia elettrica interrompono la corrente delle zone interessate per ridurre il rischio di provocare incendi. È una misura estrema che provoca disagi ai residenti, ma che è stata impiegata di recente in California, Oregon, Nevada e altri stati. Gli esperti consigliano di interrompere l’erogazione dell’elettricità perché spesso i venti molto forti possono far cadere i pali della luce o spezzare i cavi dell’alta tensione, che a loro volta possono provocare scintille e finire sulla vegetazione. La ragione degli incendi a Maui non è ancora chiara. Al momento, però, si sa che Hawaiian Electric non aveva adottato questa misura nei giorni degli incendi.