Lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco al comizio elettorale in Pakistan in cui domenica sono state uccise 54 persone 

La bara di una delle persone uccise nell'attacco di domenica (AP Photo/Mohammad Sajjad)
La bara di una delle persone uccise nell'attacco di domenica (AP Photo/Mohammad Sajjad)

Lunedì lo Stato Islamico (o ISIS) ha ufficialmente rivendicato l’attacco suicida in cui domenica a Khar, nella provincia pakistana di Bajaur, erano state uccise 54 persone. L’attacco era avvenuto durante un comizio elettorale del partito Jamiat Ulema-e-Islam (JUI-F), in cui erano radunati alcuni sostenitori del leader fondamentalista islamico Fazal-ur-Rehman. Circa 200 persone erano rimaste ferite, alcune molto gravemente. Le autorità locali avevano già ipotizzato che l’attentato potesse essere stato compiuto dallo Stato Islamico, che nell’ultimo anno ne aveva compiuti altri in quell’area, in alcuni casi contro esponenti del JUI-F. Lunedì è arrivata la rivendicazione ufficiale in una comunicazione diffusa attraverso Amaq, l’agenzia di stampa semi-ufficiale dello Stato Islamico.

Nella comunicazione l’attentatore è stato definito come «parte della guerra contro la democrazia come sistema di governo». L’attacco di domenica è stato dei più gravi degli ultimi mesi in Pakistan: la città dove è stato compiuto, Khar, si trova vicino al confine con l’Afghanistan, una zona dove sono attivi sia lo Stato Islamico che i cosiddetti Talebani pachistani (TTP).