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  • Mercoledì 19 luglio 2023

Che Mondiale sarà per l’Italia femminile

L’edizione del 2019 fu entusiasmante, l’Europeo dell’anno scorso una delusione: nel frattempo il calcio femminile italiano è cambiato molto

Barbara Bonansea e Manuela Giugliano (Massimo Paolone/LaPresse)
Barbara Bonansea e Manuela Giugliano (Massimo Paolone/LaPresse)
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I Mondiali di calcio femminili che iniziano giovedì in Australia e Nuova Zelanda saranno i quarti (su nove edizioni complessive) nella storia della Nazionale italiana. L’ultima edizione, quella giocata in Francia nel 2019, coincise con gli inizi di una crescita che per il movimento globale sta ancora proseguendo. L’Italia fu tra le squadre di seconda fascia — cioè quelle non ancora competitive ai massimi livelli — che seppero beneficiarne di più. Esordì con una vittoria, da sfavorita, contro l’Australia; passò i gironi, eliminò la Cina agli ottavi e fu eliminata ai quarti dall’Olanda, che poi arrivò in finale.

Fece insomma una gran figura e le sue partite vennero trasmesse per la prima volta in diretta sui principali canali Rai arrivando a picchi di oltre 5 milioni di spettatori. Da allora il calcio in Italia è anche femminile. L’impatto avuto da quella Nazionale ha generato un nuovo interesse che a sua volta ha alimentato investimenti e riforme, con conseguenze rilevanti su tutto il movimento. A livello giovanile il numero di calciatrici in Italia è arrivato al suo massimo storico (oltre 11mila), il campionato di Serie A è sempre più competitivo e l’ultimo è stato il primo disputato da atlete professioniste.

Il calcio internazionale, però, non si è fermato ai Mondiali del 2019, e l’Italia se ne è accorta agli Europei della scorsa estate. In un torneo con meno partecipanti (16 contro 24) e un livello medio più alto, la Nazionale subì una pesantissima sconfitta (5-1) all’esordio contro la Francia, che la condizionò per tutto il resto del torneo. Non riuscì più a vincere: pareggiò contro l’Islanda, perse contro il Belgio e fu eliminata da ultima del suo girone.

«Le aspettative erano altissime e forse anche eccessive. Io però so qual è il valore di questa squadra e credo che si poteva fare di più» disse la commissaria tecnica Milena Bertolini, che è rimasta in carica secondo il suo contratto, in scadenza alla fine di quest’anno. Bertolini pagò probabilmente l’attaccamento al gruppo di calciatrici con cui non solo aveva disputato i Mondiali in Francia, ma che aveva allenato per molti anni in precedenza, tra Nazionale (è commissaria tecnica dal 2017) e squadre di club.

Milena Bertolini (Massimo Paolone/LaPresse)

È stato quindi necessario un ricambio generazionale, come si è visto nelle convocazioni per i Mondiali in Australia e Nuova Zelanda. Rispetto al 2019 sono cambiate 13 giocatrici su 23, mentre agli Europei dello scorso anno le convocate erano state confermate quasi tutte in blocco.

Tra le assenze si nota soprattutto quella di Sara Gama, a lungo capitana e centrale di difesa che era nel giro della Nazionale dal 2006. Dopo aver saputo dell’esclusione, Gama aveva scritto su Instagram: «Nutro da sempre grande rispetto dei ruoli e, da professionista, accetto la scelta della commissaria tecnica, nonostante l’amarezza di queste ore difficili per le modalità e i tempi con cui questa decisione mi è stata comunicata». Bertolini aveva poi spiegato: «È mio dovere e responsabilità provare a prendere le decisioni migliori: l’esclusione di Sara è una scelta prevalentemente di carattere tecnico, tattico e fisico. Stanno crescendo tante giovani e per l’idea di calcio che voglio portare al Mondiale credo ci siano giocatrici più avanti di lei».

Tra le convocate più giovani, un ruolo centrale in questi Mondiali lo avranno probabilmente Annamaria Serturini e Giada Greggi, esterne d’attacco della Roma campione d’Italia, e Arianna Caruso, centrocampista della Juventus. Loro in particolare si andranno ad aggiungere alle giocatrici più esperte e conosciute come Elisa Bartoli, Elena Linari, Manuela Giugliano, Cristiana Girelli, Barbara Bonansea e Valentina Giacinti. E nonostante sia considerata da tempo una delle migliori centrali di difesa in Italia, questo sarà il primo Mondiale per Cecilia Salvai, che aveva saltato sia i Mondiali del 2019 che gli Europei del 2022 per lo stesso identico infortunio ai legamenti del ginocchio.

L’Italia esordirà lunedì mattina contro l’Argentina, poi giocherà il 29 luglio contro la Svezia e il 2 agosto contro il Sudafrica, sempre in Nuova Zelanda. Si qualificheranno alla fase a eliminazione diretta le prime due in classifica del girone. La Svezia, che è terza nel ranking mondiale, è favorita per il primo posto, mentre Sudafrica e Argentina sono ampiamente alla portata dell’Italia. Se si dovesse qualificare al turno successivo da seconda classificata, agli ottavi di finale potrebbe incontrare gli Stati Uniti campioni in carica, primi nel ranking mondiale e tra i favoriti per la vittoria.

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