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  • Lunedì 17 luglio 2023

Parleremo a lungo di Carlos Alcaraz

A vent’anni il tennista spagnolo che ha già vinto due tornei dello Slam sembra il più indicato a rimpiazzare la vecchia generazione, in attesa di rivali coetanei

Carlos Alcaraz a Wimbledon (Julian Finney/Getty Images)
Carlos Alcaraz a Wimbledon (Julian Finney/Getty Images)
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Negli ultimi vent’anni c’erano stati soltanto quattro vincitori nel torneo maschile di Wimbledon. Uno di loro, il serbo Novak Djokovic, è stato battuto nella finale di domenica dal ventenne Carlos Alcaraz, un giocatore di cui si parlerà ancora molto nel prossimo decennio, almeno stando a quanto si è visto finora.

Per Alcaraz è stata la prima vittoria a Wimbledon, di cui è diventato il terzo vincitore più giovane dopo Boris Becker e Björn Borg, due grandi della storia del tennis. Ma Wimbledon non è stato il suo primo torneo dello Slam (i quattro più importanti della stagione). A diciannove anni aveva già vinto gli US Open, e in quell’occasione era diventato anche il più giovane numero uno nel ranking mondiale, posizione che ora ha consolidato con la vittoria di domenica.

Alcaraz è nato nel 2003 a El Palmar, vicino a Murcia, nel sud-est della Spagna, ed era considerato uno dei più grandi talenti della sua generazione, se non il più grande, già prima che iniziasse a vincere nei tornei principali. Da quando ha cominciato a competere nel circuito maggiore del tennis professionistico, la sua ascesa è stata talmente rapida che da giovane promessa è passato in fretta a essere uno dei migliori in circolazione, in assoluto: tra il 2020 e il 2021 era ancora oltre la centesima posizione del ranking mondiale, poi a marzo del 2022 fece il suo debutto tra i primi dieci.

È allenato dall’ex tennista spagnolo Juan Carlos Ferrero, che fu a sua volta numero uno al mondo nei primi anni Duemila, ma è stato più spesso paragonato al connazionale Nadal, il secondo tennista più vincente della storia (il primo è Djokovic). Di Nadal in particolare è considerato una sorta di erede, anche se si somigliano più che altro per la precocità e per alcuni record giovanili, perché giocano in modo piuttosto diverso.

Rispetto al giovane Nadal, per esempio, Alcaraz ha già la capacità di giocare ad alti livelli su tutte le superfici, e quindi di unire capacità fisiche, tecniche e mentali come si vede raramente in giocatori della sua età. Ha vinto il suo primo Slam agli US Open, sul cemento, poi ha ottenuto importanti vittorie sulla terra rossa e ora ha vinto Wimbledon, sull’erba, nonostante nella sua carriera abbia giocato tutto sommato poche partite sulla superficie più tecnica del tennis rispetto agli avversari più esperti. Nei suoi primi anni, invece, Nadal dominò soltanto sulla terra rossa, grazie a una prestanza fisica già fuori dal comune, e soltanto quando affinò le sue capacità tecniche cominciò a vincere con continuità anche su altre superfici.

– Leggi anche: A Wimbledon non c’è più l’erba di una volta

Alcaraz viene associato a Nadal, oltre che per la nazionalità, anche per quella che sembra essere una sorta di “staffetta” tra i due. A maggio Nadal aveva annunciato che con ogni probabilità il 2024 sarà il suo ultimo anno da giocatore, vista l’età (37 anni) e i problemi fisici all’anca e alla gamba destra con cui è alle prese da tempo. Mentre il tennis spagnolo sta perdendo il campione più grande, con Alcaraz pare ne stia guadagnando subito un altro.

E come Nadal ebbe Roger Federer, Alcaraz potrebbe avere un grande rivale in Jannik Sinner, che ha solo due anni in più di lui. Sia Sinner che Alcaraz sono molto consapevoli delle aspettative che li circondano come possibili rivali. Hanno parlato in diverse occasioni della possibilità di giocare molte partite da avversari nei prossimi anni e spendono spesso ottime parole l’uno per l’altro, dicendo di stimarsi e di avere un buon rapporto, con una sportività simile a quella che definì la rivalità tra Federer e Nadal, e che poi è proseguita negli anni successivi con l’inserimento di Djokovic.

Alcaraz è arrivato leggermente più tardi ai vertici del circuito tennistico rispetto a Sinner, ma con un impatto maggiore. È sembrato fin da subito un talento ancora più raro del rivale italiano, sia da un punto di vista tecnico che atletico. Sinner invece ha ancora diverse cose da perfezionare prima di poter arrivare a giocarsi con Alcaraz la vittoria dei migliori tornei del circuito, anche se finora il bilancio dei loro scontri diretti è in parità con tre vittorie ciascuno.