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  • Lunedì 17 luglio 2023

Una città francese vuole mappare il DNA dei suoi cani per identificare le cacche lasciate in strada

È un'idea di Robert Ménard, eccentrico sindaco di Béziers, che si è ispirato ad altre città spagnole: ma esistono dei casi anche in Italia

Il sindaco di Béziers, Robert Ménard, nel 2019 (AP Photo/Michel Euler)
Il sindaco di Béziers, Robert Ménard, nel 2019 (AP Photo/Michel Euler)
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A Béziers, una città di circa 70mila abitanti nel sud della Francia, da domenica i padroni di cani residenti nel quartiere più centrale della città sono obbligati a fornire un campione di saliva del proprio animale per registrarne il DNA. L’obiettivo è creare uno schedario genetico che permetta di individuare chi lascia la cacca del proprio cane per strada senza raccoglierla. Lo ha annunciato il sindaco, Robert Ménard, che aveva già proposto una misura simile nel 2016. Parlando con una radio locale Ménard si è lamentato del fatto che il comune debba raccogliere più di un migliaio di cacche al mese.

Ogni cane dovrà essere dotato di un “passaporto genetico”, come è stato definito dallo stesso Ménard: senza, si rischia una multa di 38 euro. Lo si può ottenere portando il cane da un veterinario della città e facendogli fare un test del DNA gratuito. Chi lascia la cacca del proprio cane per le strade del centro dovrà invece pagare 122 euro per le spese di pulizia. I cittadini hanno tre mesi di tempo per adeguarsi alle nuove misure, che saranno in fase sperimentale fino al 2025, quando si deciderà se mantenerle definitivamente o meno.

L’idea non è nuova: in Spagna per esempio è già stata messa in atto da alcuni anni in una cinquantina di comuni, perlopiù di piccole dimensioni, a cui Ménard ha detto di essersi ispirato. Ci sono stati tentativi simili anche in Italia.

– Leggi anche: Il laboratorio di Robert Ménard

L’iniziativa di Béziers è stata molto notata anche perché il sindaco Ménard è un personaggio molto noto e controverso in Francia. In passato aveva militato nel Partito Socialista ed era stato uno dei fondatori di Reporters sans frontières, un’organizzazione internazionale che si occupa della tutela della libertà di stampa e dei giornalisti. Nel corso del tempo ha assunto posizioni sempre più intolleranti e molto conservatrici su temi come la sicurezza, l’accoglienza ai profughi e il “decoro” della città.

Nel 2014 era stato eletto sindaco di Béziers con un programma secondo alcuni più a destra anche del Front National, il partito di estrema destra più popolare in Francia, guidato all’epoca da Marine Le Pen. Fra le iniziative più discusse che Ménard ha promosso nella sua città ci sono stati un coprifuoco estivo per i minori di tredici anni e un’ordinanza contro chi sputa in strada.

In Spagna la profilazione genetica dei cani per limitare le cacche per strada ha dato risultati soddisfacenti, anche se spesso è difficile stimare concretamente quanto siano diminuite. La città più grande in cui è stata introdotta finora è Malaga, nel sud del paese, di quasi 600mila abitanti: nel 2019, un anno dopo l’introduzione della norma, le cacche per strada erano state il 22 per cento in meno rispetto al 2016, quando ancora la norma non c’era. In altre città più piccole sembra che il calo sia stato anche maggiore. Ma la profilazione genetica dei cani in realtà era stata introdotta soprattutto per altri scopi: per esempio per limitare smarrimenti e abbandoni dei cani stessi.

In Italia la creazione del profilo genetico dei cani attraverso le feci è stata introdotta in alcuni comuni, come Malnate, in provincia di Varese. È stato inoltre proposto un progetto simile in Alto Adige, nella provincia autonoma di Bolzano, dove una legge è stata approvata nel 2020 ma l’obbligo entrerà in vigore nel 2024. I costi per la creazione del profilo genetico – 65 euro col servizio veterinario dell’Azienda sanitaria provinciale – saranno a carico dei proprietari e i profili andranno creati entro il 31 dicembre del 2023. L’idea era stata proposta anche nel comune di Torino ma era stata bocciata, e lo scorso febbraio una delegazione di assessori del comune di Genova avevano incontrato Arnold Schuler, assessore della provincia autonoma di Bolzano, per informarsi sul progetto con l’idea di introdurlo anche a Genova.