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  • Venerdì 7 luglio 2023

Gli Stati Uniti forniranno bombe a grappolo all’Ucraina

Il governo ucraino le chiedeva da tempo ma sono molto contestate e proibite da una Convenzione ONU firmata da più di 100 paesi

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden (AP Photo/Meg Kinnard)
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden (AP Photo/Meg Kinnard)
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L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha approvato l’invio di bombe a grappolo all’Ucraina, armi note per causare gravi lesioni ai civili e proibite da una Convenzione dell’ONU del 2008, un trattato che fu firmato da più di 100 paesi (tra cui non ci sono però Stati Uniti, Ucraina e Russia). Lo ha annunciato venerdì pomeriggio nel corso di una conferenza stampa il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, che ha aggiunto che maggiori dettagli saranno forniti più avanti dal dipartimento della Difesa.

Nella guerra in corso l’Ucraina ha più volte usato proprie bombe a grappolo, così come ha fatto anche la Russia, ma da almeno sei mesi chiedeva che gli Stati Uniti fornissero scorte aggiuntive per contrastare l’invasione russa. Secondo quanto detto a diversi giornali in forma anonima da funzionari del governo ucraino, le bombe a grappolo sarebbero necessarie per velocizzare la controffensiva ucraina nell’area orientale del paese, iniziata da un mese e che sta andando a rilento, ma il loro utilizzo è molto contestato.

Le bombe a grappolo (in inglese chiamate cluster bombs) vengono utilizzate a partire dalla Seconda guerra mondiale e sono dei contenitori che trasportano da decine a centinaia di bombe più piccole, note anche come “submunizioni”. Possono essere sganciate da un aereo o lanciate da terra o da mare. Quando raggiungono un’altezza prestabilita, a seconda dell’area interessata che può essere ampia quanto diversi campi da calcio, si aprono e le bombe al loro interno si distribuiscono, “a grappolo”, sull’area sottostante. Ci sono vari tipi di submunizioni ma quasi tutte sono progettate per esplodere al momento dell’impatto e le più comuni contengono schegge destinate a uccidere persone o a distruggere veicoli corazzati come i carri armati.

Secondo alcune stime, il 94 per cento delle persone uccise o ferite da bombe a grappolo registrate sono civili, di cui quasi il 40 per cento sono bambini, anche se queste stime sono con ogni probabilità falsate dal fatto che gli eserciti non forniscono dati precisi sui soldati feriti o uccisi da determinate armi.

Una volta che il contenitore è aperto, le submunizioni cadono su un’area molto grande e, nonostante alcune tipologie abbiano dei sensori che le indirizzano verso dei bersagli, si disperdono in modo abbastanza indiscriminato, colpendo spesso la popolazione civile. In più, secondo il Comitato Internazionale della Croce Rossa, tra il 10 per cento e il 40 per cento delle submunizioni non esplode una volta raggiunto il suolo, e non è raro che queste esplodano a molti anni di distanza perché maneggiate da civili.

Tuttavia secondo il governo statunitense, le bombe a grappolo che saranno inviate in Ucraina avranno un tasso di non esplosione molto più basso, del 2,35 per cento.

Le bombe a grappolo sono state utilizzate in più di trenta conflitti, fra cui anche l’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti. In un rapporto pubblicato questa settimana sull’uso delle bombe a grappolo nella guerra in Ucraina, l’ong Human Rights Watch ha detto che «in ogni caso, l’uso di munizioni a grappolo in aree con presenza di civili rappresenta una violazione del diritto umanitario internazionale, e potenzialmente un crimine di guerra».

La maggior parte dei membri dell’amministrazione Biden, tra cui il Segretario di Stato Anthony Blinken, è d’accordo con l’invio di bombe a grappolo all’Ucraina, ma questa scelta è abbastanza impopolare all’interno del Partito Democratico (il partito del presidente Biden), e distanzia nettamente gli Stati Uniti dai suoi principali alleati: infatti, l’uso, lo stoccaggio e il trasferimento delle bombe a grappolo sono vietati dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulle munizioni a grappolo del 2008, che è stata firmata da oltre 100 nazioni.

Stati Uniti, Ucraina e Russia – che fa un grande uso di queste armi – sono invece fra i più di 70 paesi a non aver aderito, sostenendo che ci siano circostanze in cui le armi debbano essere usate, nonostante il potenziale di vittime civili. Questa decisione arriva a una settimana dal vertice della NATO, l’alleanza militare che comprende la maggioranza dei paesi occidentali, che si terrà a Vilnius, in Lituania, dove è presumibile che la questione sarà sollevata da paesi come il Regno Unito, la Germania e la Francia, che sono stati tra i primi firmatari della Convenzione. Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha dichiarato che sulle bombe a grappolo «la NATO non prenderà una decisione» e che «spetterà ai singoli governi decidere in merito». La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha già detto che la Germania non seguirà l’esempio degli Stati Uniti, ma non ha criticato la scelta.

Secondo alcuni funzionari statunitensi che hanno parlato con il New York Times in forma anonima, Biden è stato convinto dopo che il dipartimento della Difesa ha sostenuto che avrebbe fornito all’Ucraina una versione «migliorata» dell’arma, che ha una probabilità di non esplodere di circa il 2 per cento.

Per fare un paragone, secondo i funzionari le bombe a grappolo utilizzate dalla Russia in Ucraina avrebbero una probabilità di non esplodere superiore al 40 per cento. Molti esperti hanno detto però al New York Times di ritenere che il tasso di insuccesso delle munizioni statunitensi sarebbe in realtà molto più alto delle stime del dipartimento della Difesa, specialmente nel caso di atterraggio in acqua, o su terreni morbidi come campi arati e aree fangose. Questa fornitura di bombe a grappolo dovrebbe comunque essere un’eccezione, che aiuterà l’esercito ucraino fino a quando non sarà possibile aumentare la produzione di munizioni convenzionali, cosa che avverrà probabilmente entro la primavera dell’anno prossimo.