Il ministro dell’Economia della Finlandia si è dimesso a causa di alcuni suoi commenti filonazisti, dieci giorni dopo l’insediamento del nuovo governo

(Eeva-Maria Brotherus/Lehtikuva via AP)
(Eeva-Maria Brotherus/Lehtikuva via AP)

Il ministro dell’Economia della Finlandia, Vilhelm Junnila, si è dimesso dopo che nell’ultima settimana aveva ricevuto accuse di simpatie naziste. Junnila, che fa parte del partito populista e di estrema destra i Finlandesi, era entrato in carica come ministro dieci giorni fa insieme a un nuovo governo. In due occasioni diverse, una nel 2019 e una lo scorso marzo, Junnila si era complimentato con un compagno di partito che aveva ricevuto come codice elettorale il numero 88 (un codice assegnato casualmente dalla commissione elettorale finlandese per identificare i candidati). L’88 negli ambienti di estrema destra richiama due volte l’ottava lettera dell’alfabeto, la “h”: due “h” messe insieme indicano il saluto nazista «Heil Hitler». Junnila è stato criticato anche perché nel 2019 aveva detto in parlamento che la Finlandia avrebbe dovuto promuovere gli aborti in Africa per combattere il cambiamento climatico.

Mercoledì il parlamento finlandese non aveva approvato una mozione di sfiducia nei confronti di Junnila, che però ha deciso comunque di dimettersi dicendo che «per la continuazione del governo e per la reputazione della Finlandia, mi è impossibile continuare come ministro in maniera soddisfacente».

Il nuovo governo finlandese è guidato da Petteri Orpo, il leader del Partito di Coalizione Nazionale (PCN), di centrodestra. Le trattative per la sua formazione sono durate undici settimane ed è composto da una coalizione di quattro partiti, fra cui i Finlandesi sono quello più di destra.