Il suicidio di Jeffrey Epstein fu reso possibile dalla negligenza delle guardie del carcere di New York

Il carcere di New York Metropolitan Correctional Center, il 13 agosto 2019 (AP Photo/Mary Altaffer, File)
Il carcere di New York Metropolitan Correctional Center, il 13 agosto 2019 (AP Photo/Mary Altaffer, File)

Il suicidio del finanziere Jeffrey Epstein, avvenuto nell’agosto del 2019 nel Metropolitan Correctional Center di New York, fu reso possibile dalla negligenza del Federal Bureau of Prisons, l’agenzia del governo statunitense che gestisce le carceri federali, e delle guardie del penitenziario newyorkese. Lo dice un’indagine dell’ispettorato generale del dipartimento di Giustizia statunitense, l’ente di controllo dell’equivalente americano del ministero della Giustizia.

Epstein si trovava in carcere con l’accusa di sfruttamento sessuale, era al centro di un grande caso giudiziario e all’epoca era uno dei detenuti più noti degli Stati Uniti. Aveva provato a uccidersi già alcune settimane prima e per questo avrebbe dovuto essere sottoposto a controlli speciali da parte delle guardie del carcere. Al contrario, secondo le conclusioni dell’ispettore generale Michael Horowitz, si verificarono molte condizioni che gli permisero di uccidersi: non aveva un compagno di cella; nella cella c’erano delle lenzuola in più che Epstein usò per uccidersi; quasi tutte le telecamere di sorveglianza non funzionavano nell’unità della cella; una delle guardie in servizio in quel momento stava lavorando da 24 ore. Stando a quanto ha scoperto Horowitz, se le guardie affaticate da turni di lavoro eccessivamente lunghi avessero svolto come avrebbero dovuto i controlli sulle celle, Epstein non avrebbe avuto a disposizione le lenzuola in più.

Nelle conclusioni del proprio rapporto Horowitz ha raccomandato di incriminare quattro persone che lavoravano nel Metropolitan Correctional Center. Finora solo le due guardie che erano in servizio la notte in cui Epstein morì sono state processate: il procedimento si chiuse senza condanne nel gennaio del 2022 perché le due guardie scelsero di patteggiare, ammettendo di non aver controllato ogni trenta minuti cosa stesse facendo Epstein, come avrebbero dovuto, e di aver falsificato i registri di quella notte per far credere che lo avessero fatto. Le due guardie successivamente lasciarono il proprio lavoro nel sistema penitenziario.

Il rapporto di Horowitz dice anche che i problemi che hanno reso possibile la morte di Epstein non riguardavano solo il carcere di New York (ora chiuso), ma l’intero sistema carcerario federale, che ha carenza di personale e di cui sono noti molti casi di abusi tra le guardie.

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Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 02 2327 2327 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24.
Puoi anche chiamare l’associazione Samaritans al numero 06 77208977, tutti i giorni dalle 13 alle 22.