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  • Sabato 10 giugno 2023

I siti porno con video di molestie sui mezzi pubblici in Giappone

Ne ha parlato BBC in un'inchiesta con cui ha rintracciato il proprietario di tre siti pornografici dedicati proprio a questo

La metropolitana a Tokyo (AP Photo/Eugene Hoshiko)
La metropolitana a Tokyo (AP Photo/Eugene Hoshiko)
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BBC ha pubblicato un’inchiesta su alcuni siti pornografici che vendono video di molestie commesse nei confronti di donne che stanno viaggiando sui mezzi pubblici. Questo è un genere molto diffuso sia in Giappone sia in altri paesi asiatici, e l’inchiesta di BBC spiega alcuni dei meccanismi che stanno dietro a questi video e alla loro diffusione. Ovviamente i video sono illegali, e sono ritenuti un grave problema sociale in Giappone e non solo.

I tre siti al centro dell’inchiesta si chiamano DingBuZhu, Chihan e Jieshe: appartengono tutti e tre a un uomo cinese che sui siti si fa chiamare Uncle Qi e il cui soprannome per chi ci lavora e lo conosce è Maomi, “gattino” in cinese. Il nome vero dell’uomo è Tang Zhuoran: oltre a possedere i tre siti, l’uomo è anche l’autore di molte delle molestie ritratte al loro interno. E secondo quanto ricostruito da BBC è molto seguito nell’industria dei video chikan, il nome di questo genere di video pornografici. Il proprietario di questi siti guadagna grazie ai video decine di migliaia di euro al mese, secondo BBC.

I video pornografici chikan sono normalmente girati in luoghi pubblici molto affollati, soprattutto su metropolitane e autobus di diversi paesi asiatici: Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Hong King e Cina. Nella maggior parte di questi video, girati molto spesso nell’ora di punta, un uomo filma di nascosto una donna da dietro, la segue in qualche punto in cui le persone siano tutte accalcate, e poi la palpeggia o abusa di lei approfittando della calca, filmando l’atto.

Secondo Saito Akiyoshi, psicologo e autore di un libro sui cosiddetti chikan, i molestatori di questo tipo, solo nel 10 per cento dei casi la donna denuncia l’accaduto. Molto più spesso, probabilmente per vergogna e perché in Giappone urlare o insultare qualcuno è visto come un atto particolarmente brutale, la donna sopporta fino al momento in cui deve scendere.

Quello dei chikan è un problema di cui in Giappone si discute da tempo, per cui ogni anno si arrestano migliaia di persone, e che recentemente ha iniziato a ricevere attenzione anche all’estero. In Canada e Regno Unito per esempio si consiglia alle turiste che vanno in viaggio in Giappone di fare attenzione a questo tipo di molestie, contro cui a livello locale è nata una campagna in cui tra le altre cose vengono distribuite spille con scritto “stop chikan”: ad avviare la campagna è stata Takako, una donna ascoltata da BBC che durante l’adolescenza aveva subìto numerose molestie di questo tipo.

In un quartiere di Yokohama, sempre in Giappone, c’è addirittura un sex club chiamato “Ora di punta” in cui è stato ricreato l’ambiente di una metropolitana affollata, con stanze private arredate come vagoni della metropolitana, tessere d’iscrizione che assomigliano agli abbonamenti dei mezzi e sistemi sonori che ricreano i rumori della metropolitana. Secondo chi lo gestisce il locale permette agli uomini di sfogare le proprie fantasie senza nuocere ad altre persone.

Secondo quanto riportato da BBC, nell’industria pornografica giapponese i video chikan sono ormai estremamente diffusi e tra i più popolari.

Il caso che ha seguito BBC è partito proprio dalla visibilità che su molti siti pornografici chikan aveva l’utente Uncle Qi. Il suo account era collegato a un conto PayPal che riceveva yen giapponesi, e guardando i vari video gli autori e le autrici dell’inchiesta hanno identificato la stazione della metropolitana di Tokyo da cui sembrava che l’utente filmasse la maggior parte dei suoi video: quella di Ikebukuro, nel centro di Tokyo.

Inserendo l’indirizzo email in Google Contacts, lo strumento di gestione dei contatti di Gmail, gli autori dell’inchiesta hanno selezionato la sua immagine profilo – un giovane uomo con un’acconciatura particolare e un trucco molto marcato – e l’hanno caricata su Google Immagini, che li ha indirizzati a Noctis Zang, un cantante trentenne di origine cinese che vive a Tokyo, membro di un gruppo musicale chiamato The Versus.

Facendo un po’ di ricerca gli autori dell’inchiesta hanno scoperto che tempo prima sul social cinese Weibo un membro della stessa band aveva accusato il cantante di collaborare a una serie di siti pornografici insieme a un’altra persona, Lupus Fu: aveva anche condiviso un video che mostrava la cronologia di Noctis, in cui comparivano proprio alcuni dei siti chikan in questione.

A quel punto, fingendosi un talent scout musicale chiamato Ian, un giornalista in incognito di BBC aveva rintracciato Noctis, l’aveva incontrato in un locale di Tokyo e aveva iniziato a frequentarlo (l’inchiesta di BBC è durata un anno). Dopo un po’ di tempo Ian aveva detto a Noctis che la sua azienda era interessata anche a investire in siti pornografici, Noctis gli aveva presentato Lupus Fu e i due gli avevano parlato anche di un’altra persona, Maomi. Quando il giornalista aveva citato in modo fintamente casuale il sito DingBuZhu i due gli avevano detto che apparteneva proprio a lui.

Il giornalista aveva così scoperto che oltre a possedere i siti, Maomi aveva un gruppo di collaboratori con cui li gestiva e che promuovevano i video su diversi social, tra cui Twitter: in totale gestiva un gruppo di 15 persone, di cui 10 in Cina che realizzavano video con il suo stesso nome. Dalla Cina riceveva dai 30 ai 100 video al mese. Gli autori dell’inchiesta hanno raccontato che Maomi, descritto come una persona maniacalmente riservata dai suoi soci, si rifiutò per diverso tempo di incontrare il giornalista in incognito, salvo poi accettare di conoscerlo in un locale per karaoke di Tokyo.

È durante questo colloquio, in cui Ian finse di interessarsi a quanto fosse redditizia la sua attività, che Maomi aveva detto, mostrando le transazioni sul proprio cellulare, di guadagnare l’equivalente di 800-1600 euro al giorno dai video che caricava online, comprati soprattutto da utenti cinesi per un totale di circa 10mila iscritti al suo canale. Ian a quel punto aveva citato Uncle Qi e Maomi aveva ammesso di essere lui.

I giornalisti di BBC sono riusciti a scoprire la sua vera identità, Tang Zhuoran, durante un successivo incontro in cui hanno visto il nome sulla sua carta di credito. Oggi pare che Zhuoran abbia lasciato il Giappone, e che Noctis e Lupus non lavorino più per lui.

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